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Eurocaos anche a Molfetta Come la città vive l’introduzione della nuova moneta
15 gennaio 2002

Euro-euforia o euro-fobia? Quale sentimento prevale tra i cittadini molfettesi durante i primi giorni di spesa con la nuova moneta? Difficile stabilirlo, considerati i segnali contrastanti: lunghe file nelle banche della città, ma pochi acquisti effettuati in euro. La corsa all’approvvigionamento non sembra ancora finita, e gli scioperi nelle banche del 7 e del 14 gennaio hanno ulteriormente complicato la situazione per chi, come commercianti e liberi professionisti, ha necessità di andare a depositare gli incassi con una certa frequenza e quindi deve necessariamente attendere il suo turno agli sportelli bancari. Alla Posta La situazione non è migliore neanche agli sportelli postali, maggiormente soggetti all’afflusso di gente per il pagamento delle imposte. Tutte le sedi della città sono state prese d’assalto in questi giorni e spesso i lunghi serpentoni raggiungevano l’esterno degli uffici. “Sono qui da un’ora – conferma una signora in coda – ed ho percorso solo pochi metri. Ho paura che dovrò attendere ancora a lungo. Sono stanca di stare in piedi, non so come facciano le persone anziane”. C’è chi si affaccia, guarda la situazione e va subito via: “lavoro tutta la giornata, sono riuscita a liberarmi per una mezz’ora, ma non posso stare qui in coda ore. È il terzo giorno che torno in orari diversi e la situazione non è cambiata. Cosa devo fare, mettermi in ferie per pagare questi bollettini?” Anche chi ha già effettuato le operazioni allo sportello non sembra soddisfatto. La signora Maria, 70 anni: “Sono venuta per ritirare la pensione e me l’hanno data in euro. Ho portato il convertitore, l’unica differenza con la lira è il minor numero di banconote. Invece dei quattro soldi di prima ora ce ne danno due, non cambia la vita… Non lo dice anche la pubblicità. Senta ma lei che è informato, quando aumenteranno queste pensioni?”. Questa, insomma, resta la preoccupazione maggiore, altro che euro! Al suupermercato Ma veniamo alla situazione nei supermercati. Dopo la chiusura di alcuni esercizi cittadini per inventario, fra i primi giorni dell’anno, anche qui prova di resistenza in fila alle casse. In tutti i supermercati ci si è preparati al meglio. Sono state modificate le etichette, che indicano prima il prezzo in euro e sotto ancora quello in lire. È stato potenziato il personale, tutte le casse sono aperte negli orari di punta e talvolta anche con due cassiere su di una cassa. Una che conteggia il resto con il cliente e l’altra che aiuta ad imbustare, il tutto, spiegano, “per garantire maggiore celerità nelle operazioni e andare maggiormente incontro al cliente”. Ma, gironzolando per i corridoi, si scorge qualcuno che, euroconvertitore alla mano, fa un po’ di conti. In alcuni supermercati per far fronte alla poca disponibilità della nuova moneta nei primi giorni dell’anno, e per “preparare gradualmente” i clienti, si sono fatte distinzioni fra le casse: alcune per il resto in lire, altre per quello in euro. Singolare però, come c’è stata maggiore affluenza alle casse in cui si dava il resto in lire. Come mai fare una coda più lunga, per ricevere il resto in lire? “Io fino al 28 febbraio pagherò in lire”, taglia corto un uomo sulla cinquantina. E l’euro? “A parte pochi spiccioli non si è ancora visto”, conclude. Chiediamo allora a chi è in coda dall’altra cassa se pagherà in euro: “No, non ancora. Sto esaurendo le lire ma preferisco ricevere il resto in euro, presto ci si dovrà abituare a fare a meno delle lire, io preferisco farlo subito”, spiega Mario, 43 anni. “In banca non si può neanche entrare e l’unico modo per toccare con mano le nuove banconote è riceverle al supermercato”, aggiunge Enza che segue in fila, “sono abbastanza preparati qui, e non si attende molto alla cassa”. I timori dei commercianti per l’approvvigionamento della nuova moneta sono dunque confermati, gli esercizi commerciali più che le banche stanno contribuendo alla capillare distribuzione della nuova moneta. Nei negozi “E’ difficile andare in banca, le code sono troppo lunghe, siamo spesso costretti a dare il resto in lire anche a chi lo chiede in euro, per mancanza di sufficiente disponibilità”, conferma il sig. Caterino, titolare di Centro mare sport. E per i pagamenti? “Il 90% viene effettuato ancora in lire. Ma è presto per fare un bilancio definitivo, la situazione delle vendite è in stallo. I clienti sono tutti in attesa dei saldi”. La vera prova della diffusione della nuova moneta tra la gente sarà dunque l’arrivo degli sconti di fine stagione, per i quali, è bene ricordarlo, dovranno essere esposti cartellini con quattro prezzi, il prezzo originale in lire e in euro, e quello scontato sempre nella doppia valuta, più l’indicazione della percentuale di sconto. Già si registra, però, malumore fra i consumatori a spasso tra le vetrine del corso. “Sono venuta per dare un’occhiata ai prezzi – spiega Silvia, 25 anni – ed ho notato che qualcuno ha già ribassato i prezzi, poi però, in occasione dei saldi, compariranno le solite percentuali di sconto gonfiate, e tra euro e lira non si capirà nulla. Non so proprio a chi convengono davvero i saldi”. Ma ne approfitterà per comprare qualcosa? “Credo proprio che qualcosina la prenderò”. Dunque ancora timori per gli aumenti dei prezzi, ma sono allarmi giustificati? “Stiamo mantenendo la giusta conversione dei prezzi della merce che ha ancora l’indicazione in lire. Sui nuovi articoli, invece, stiamo cercando di eliminare i centesimi. Di conseguenza qualche articolo potrà costare qualche centesimo in più, altri qualcuno in meno, ma nel nostro settore i centesimi in più o in meno non sono un problema. Bisogna essere vigili nelle spese di ogni giorno, nei bar o nei supermercati”, puntualizza il sig. Caterino. “La confusione è creata dalla doppia circolazione, che costringe anche noi ad avere due casse e a fine giornata fare i conti è più problematico”. Ma chi paga in euro? “I giovani, in primis, che fanno anche uso della carta di credito, gli anziani preferiscono pagare in lire”. Una questione di età? No, solo di abitudine. Michele de Sanctis jr.
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