Eucarestia negata
Sui giornali abbiamo letto una cronaca che ha dell’incredibile: “Parroco nega la Comunione al bimbo disabile”. Il titolo, a medio corpo, incuriosisce inquieta per molte ragioni.
L’Italia, la nazione Italia è un Paese molto particolare: di fatto, all’interno dei suoi confini esiste un’altra Nazione sovrana, una Monarchia assoluta retta da un Capo spirituale che però racchiude nei suoi poteri, anche quello politico di un Monarca assoluto – lo Stato della Città del Vaticano. Questa situazione, unica a livello planetario, ancorché regolamentata da precisi accordi istituzionali – PATTI LATERANENSI e successiva REVISIONE dei… - allo Stato italiano crea fra tanti aspetti positivi della coesistenza delle due Entità sovrane anche alcuni problemi, a volte nemmeno contemplati nei suddetti Patti, di tipo politico, etico ed istituzionale. La sovranità repubblicana, specie su alcuni aspetti fondamentali legati all’etica morale, alla politica, alla vita civile ed economica, viene fortemente influenzata dalle politiche, dalle leggi e canoni religiosi dello Stato …nello Stato sovrano.
Sono arcinote le battaglie di alcuni schieramenti politici civili che rifiutano l’ingerenza delle Gerarchie religiose su alcuni argomenti di vita civile e democratica su aspetti etici, normalmente gestiti in altri Stati sovrani e democratici, senza ingerenze esterne. E questo, a ben vedere, è un ulteriore fattore di …destabilizzazione del quadro istituzionale nazionale dal momento che, democraticamente parlando, i pareri di coloro che in Parlamento sono più vicini alle tesi etiche e religiose vaticane, molte volte condizionano alcune scelte civili su questi temi. Le Gerarchie vaticane definiscono queste differenze come tematiche non negoziabili, per cui o si fa come dicono, oppure si commette peccato mortale (per i Credenti), più prosaicamente, si creano grosse difficoltà alla normale “vita” repubblicana.
Uno dei più sentiti, come è ovvio che sia, è il problema della vita: quale definizione darne, quando inizia (la tesi del Vaticano è che essa inizi al momento del concepimento), quando deve finire, se può o non essere interrotta per specifica volontà e/o in caso di grave ed irreversibile infermità! E’ uno dei problemi etico-filosofici fra i più ardui da discutere serenamente e costituisce quindi un terreno di scontro piuttosto acceso, in particolare quando in Italia governa un Partito o meglio una Coalizione di carattere progressista, e non solo, fra Laici e moralmente schierati sulle tesi religiose. Le dispute, a volte, raggiungono livelli di temperature da calor bianco!
La Chiesa, forte della sua morale non negoziabile, “bolla” come ASSASSINIO sia l’aborto (un referendum popolare repubblicano ne ha fatto una LEGGE dello Stato italiano), sia l’interruzione della vita per validi e riconosciuti motivi (sempre di carattere civile e laico). Le tesi a favore delle due scelte laiche sono tante e non è il caso di vederle qui.
Tornando all’epigrafe, e consci che con queste opinioni forse stiamo avventurandoci in un campo …minato che potrà innescare polemiche, urge sottolineare quello che ci sembra una contraddizione in termini, oltre che un’incongruenza canonica.
Sappiamo che la Chiesa e le Gerarchie condannano fermamente l’aborto – anche quando il nascituro è riconosciuto, dopo accurate ed estese indagini cliniche, come un soggetto che non potrà mai essere considerato una persona (nell’accezione corrente del termine: un individuo che si relaziona con l’ambiente, con i vicini, che sceglie liberamente, che ragiona liberamente e coerentemente con il proprio stato caratteriale, che vive e …prega autonomamente, ecc.), tanto quanto sappiamo che lo stesso atteggiamento viene riservato per il fine vita …provocato (ovviamente, con il pieno consenso del Soggetto e, nel caso di impossibilità, dopo precisa volontà pregressa dello Stesso, comunicata ai Familiari: testamento biologico, anche se non ancora regolamentato da una legge dello Stato).
Allora non si comprende come mai un Sacerdote, parroco di una Chiesa cattolica abbia rifiutato la somministrazione dell’ Eucarestia ad un bimbo (che frequenta il Catechismo) con un grave ritardo mentale. Sorvoliamo sull’aspetto formale dell’atto, svoltosi durante una Messa, alla presenza di coetanei del bimbo, dei genitori e fedeli che assistevano al rito. Dobbiamo invece sottolineare con vigore, l’incongruenza dell’atteggiamento del Sacerdote che ha fatto questa scelta, anche alla luce delle motivazioni – con l’imprimatur dei vertici religiosi locali – addotte dal medesimo: “lo stato psichico del bimbo gli impedisce perfino di intuire il significato dell’Eucarestia”. Non meno strana è la tesi di avallo della Curia, secondo la quale, “il bimbo non era in grado di assumere cibo!”
Che cosa dire? che cosa pensare? Le famose “tesi non negoziabili” quanti pesi e quante misure hanno? Se un diversamente abile non deve accedere al Sacramento, perché non in grado di comprenderne il valore e la ricchezza spirituale che esso dà, si può considerare Persona? Creatura del Dio buono e misericordioso? Come vive la sua esistenza questo individuo, ancorché circondato dal calore dell’affetto incrollabile ed infinito dei Suoi? Ancor più risibile è la giustificazione curiale, tanto che anche alcuni Religiosi l’hanno stigmatizzata appunto come risibile.
Il caso molto penoso, per i più diversi aspetti, non deve essere archiviato come una scelta religiosa o, a seconda dei punti di vista, come una scivolata di stile della Chiesa, soprattutto se le motivazioni sono quelle che leggiamo nella cronaca, ma merita attenzione e dibattito a tutti i livelli.
Il dibattito eventuale dovrebbe essere arricchito anche e soprattutto dal parere della Chiesa e dei Religiosi e ci piacerebbe che ciò avvenisse, anche per comprendere meglio quello che la scarna cronaca di un articolo di giornale per quanto autorevole, non ha potuto dare.
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Autore: Tommaso Gaudio