Elezioni, il sindaco di Molfetta Azzollini ha le ore contate: deve dimettersi entro 5 giorni
Per candidarsi al Parlamento, non essendo eleggibili i sindaci dei Comuni con più di 20mila abitanti. «Per il momento penso alla vittoria: abbiamo mandato a casa Prodi. Godiamoci questo momento – ha detto a “Quindici”, Azzollini – poi si vedrà»
MOLFETTA - «Abbiamo vinto, abbiamo vinto!», è euforico il sen. Antonio Azzollini (foto) quando Quindici gli chiede se pensa di candidarsi al Senato e quindi dimettersi dalla carica di sindaco di Molfetta. «Per ora abbiamo vinto, mandando a casa Prodi, per la candidatura poi si vedrà, ora godiamoci questa vittoria».
Insomma, non si sbilancia Azzollini, pur sapendo - come “Quindici” ha detto in anteprima - che ha le ore contate come sindaco e che dovrà dimettersi. E siamo in grado di dire anche quando: fra 5 giorni, esattamente entro il 4 febbraio.
A confermarlo è l'Anci l'Associazione dei Comuni italiani.
I sindaci dei Comuni con più di 20mila abitanti non sono eleggibili alle cariche di deputato e senatore. La norma generale sancisce la incompatibilità tra i due ruoli e afferma che l'accettazione della candidatura a deputato o senatore comporta la decadenza dalla carica di sindaco. L'associazione dei Comuni ricorda ai sindaci delle città con oltre 20 mila abitanti i quali, ritenendo prossime le elezioni, pensano a candidarsi a Montecitorio o Palazzo Madama, che nel caso di scioglimento anticipato delle Camere rispetto alla scadenza quinquennale, la causa di ineleggibilità tra sindaco e parlamentare non ha effetto se la funzione cessa entro i 7 giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di scioglimento delle Camere nella Gazzetta Ufficiale.
Se il sindaco si dimette per candidarsi, dopo 20 giorni le dimissioni diventano efficaci e un decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell'interno, scioglie il consiglio comunale e nomina un commissario che rimane in carica fino all'elezione del nuovo consiglio: le elezioni avvengono tra il 15 aprile e il 15 giugno se lo scioglimento del consiglio è avvenuto entro il 24 febbraio; se è avvenuto dopo il 24 febbraio le elezioni avvengono l'anno successivo.
Nel caso di decadenza del sindaco, si scioglie il consiglio ma questo rimane in carica, assieme alla Giunta e al vice sindaco che svolge le funzioni di sindaco, sino alle elezioni che, ugualmente, avvengono tra il 15 aprile e il 15 giugno se lo scioglimento del consiglio è avvenuto entro il 24 febbraio; se è avvenuto dopo il 24 si vota l'anno successivo.
Per evitare, dunque, che le città rimangano senza un governo pieno per un anno, i sindaci che vogliono candidarsi al parlamento devono dimettersi entro il prossimo 4 febbraio.
E la caccia alla successione è già iniziata con scenari che sono imprevedibili. Verrà ridisegnata la geografia politica della città e cambieranno anche le alleanze. Azzollini non si fida più degli alleati e vuole correre da solo, anche con più di una lista. Ne vedremo delle belle.
Autore: Felice de Sanctis