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Elettrosmog, interviene la Corte Costituzionale Cancellato integralmente il decreto Gasparri “sbloccantenne”
15 ottobre 2003

Si riparte. Ci sono ancora buone possibilità per Molfetta di regolamentare opportunamente l'installazione delle antenne per telefonia mobile e per cercare di risolvere, ancora una volta, le controversie e in alcuni casi, le violenze, perpetrate ai danni di cittadini sempre più indifesi. Infatti, con una sentenza depositata il 01/10/2003, la Corte Costituzionale ha dichiarato, per “eccesso di delega” la illegittimità costituzionale del Dlgs 198/02, meglio noto come “decreto Gasparri”, recante “Disposizioni volte ad accelerare la realizzazione delle infrastrutture per le reti di telecomunicazioni strategiche per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese”. A presentare ricorso, sollevando la questione della legittimità costituzionale e del conflitto di attribuzione, furono le regioni Campania, Toscana, Marche, Basilicata, Emilia-Romagna, Umbria e Lombardia e anche il Comune di Vercelli. Il comune di Molfetta si limitò a invitare la Regione Puglia a costituirsi in giudizio, ma quest'ultima, pur avendone dichiarato le intenzioni, si attivò a termini ormai scaduti. “Si tratta di una pronuncia di grande rilevanza - ha dichiarato Francesco Tarantini, responsabile del settore elettrosmog della Legambiente Puglia - che restituisce agli enti locali quelle prerogative decisorie in merito alla localizzazione delle antenne, che dovranno avere come riferimenti normativi la legge quadro del 2001 con gli annessi Dpcm dell'8 luglio 2003, che fissano i limiti di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, il decreto legislativo del 1° agosto 2003 ed anche la legge regionale dell'8 marzo 2002 attualmente al vaglio della Corte Costituzionale per la dichiarazione di illegittimità costituzionale di alcuni articoli”. Il decreto Gasparri qualificava le infrastrutture di telecomunicazioni, fra le quali ricadono le antenne per telefonia cellulare e per radiotelecomunicazioni, in termini di “opere di interesse nazionale e di urbanizzazione primaria” stabilendone la compatibilità con qualsiasi destinazione urbanistica e legittimandone l'insediamento in ogni parte del territorio comunale, “anche in deroga agli strumenti urbanistici e ad ogni altra disposizione di legge e di regolamento”. In tal modo, si neutralizzavano le centinaia di regolamenti comunali e le varie leggi regionali di settore con cui gli amministratori più sensibili si erano sforzati di dare attuazione al principio di minimizzazione (senza peraltro compromettere l'efficienza delle reti di telecomunicazioni) e di assicurare ai cittadini un'adeguata protezione dall'esposizione a campi elettromagnetici: leggi, regolamenti e disposizioni emanate anche sull'onda della mobilitazione di un vasto movimento, fatto di associazioni ambientaliste e comitati spontanei. Quando il decreto Gasparri entrò in vigore, nel settembre scorso, creò un vero e proprio panico: per installare un'antenna non occorreva più alcun parere da parte degli uffici comunali. A Molfetta furono ben sette le antenne che la società H3G installò con una semplice dichiarazione di inizio attività (Dia). Per non parlare del decadimento immediato delle trattative tra Comune e Alcatel – Wind per una più opportuna localizzazione delle antenne cittadine e la disattivazione definitiva dei siti in via Martiri di via Fani e in via Scarlatti. “Non possiamo non rilevare che la situazione è ormai mutata in ragione dell'entrata in vigore del Dlgs n.198 (decreto Gasparri, ndr) – si legge in una nota al comune di Molfetta dei legali dell'Alcatel il 2 ottobre 2002 – ciò premesso, non occorrendo più alcun tipo di autorizzazione ed essendo l'attività dell'Alcatel autorizzata ex lege, […] vi comunichiamo che la nostra Assistita […] provvederà ad attivare immediatamente il sito di via Martiri di via Fani n. 5/e, anche ove occorra mediante l'intervanto della forza pubblica, nonché a realizzare i lavori relativi al sito di via Scarlatti.” Le vie diplomatiche saltarono. Il decreto Gasparri, ribattezzato dai cittadini “sbloccantenne”, stava dando i suoi frutti. Segni evidenti di una strategia politica a cui poco importava la salute e la sensibilità dei cittadini. La forza pubblica intervenne e, tra una risatina e l'altra di alcuni prepotenti arroccati su un terrazzo circostante, l'antenna di via Martiri di via Fani fu attivata. Adesso non ci saranno più attenuanti. Né per i gestori che dovranno attenersi alle vecchie regole e ai regolamenti comunali decisamente rafforzati, né per gli amministratori che avranno tutte le carte per poter fare davvero gli interessi della comunità. “Nei prossimi giorni - continua Francesco Tarantini - chiederemo all'Assessore all'Ambiente della Regione Puglia un incontro per discutere sulla adozione della delibera di Giunta regionale attuativa della Legge regionale dell'8 marzo 2002 n.5 sull'inquinamento elettromagnetico e nel frattempo ci preoccuperemo di fornire ai cittadini e agli amministratori una corretta e puntuale informazione e utili strumenti di intervento”. Mentre qui a Molfetta si attendono, con ansia, provvedimenti urgenti che facciano rispettare le regole e tutelino la salute dei cittadini. Massimiliano Piscitelli
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