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Edilizia scolastica, un disastro: studenti in piazza Carenza di aule, crepe nei muri, umidità, infiltrazioni d'acqua, servizi igienici difettosi
15 novembre 2002

Autunno di protesta per gli studenti degli istituti superiori cittadini (nella foto: il liceo scientifico). Dopo un paio d'anni di silenzio torna ad affacciarsi nelle piazze la mobilitazione studentesca, ma quest'anno, lasciati al triste destino parlamentare i problemi legati alla riforma Moratti, si manifesta per l'annosa questione dell'edilizia scolastica. L'espressione riassume una serie di problemi strutturali che coinvolgono senza eccezioni tutti i plessi scolastici. Così gli studenti, sabato 26 ottobre, hanno portato in piazza il loro disagio ma anche un più concreto elenco di problemi che hanno registrato all'interno delle scuole, arrivando a far sentire la loro in piazza Municipio e costringendo il sindaco ad un incontro improvvisato. Hanno consegnato al primo cittadino un dossier di sette pagine pieno di informazioni circa i problemi e le disfunzioni con cui sono costretti a convivere. Il sindaco Minervini aprendo al dialogo, ha sottolineato di essere già al corrente della situazione e ha promesso di consegnare al presidente della Provincia il dossier. La manifestazione era stata organizzata dal collettivo studentesco cittadino “Studenti e studentesse in movimento”, nato appena un mese fa e costituito trasversalmente da studenti di diversi istituti scolastici anche ideologicamente diversificati. “Abbiamo provato a monitorare la qualità e la vivibilità degli spazi che le scuole di Molfetta offrono agli studenti”, spiega Grazia Ingravalle del Liceo Scientifico. “Presentando una piattaforma abbiamo avviato una trattativa con Comune e Provincia. Siamo soddisfatti ma vigileremo perché le promesse vengano rispettate”, ribadisce Luca Lucanie, rappresentate degli studenti del commerciale. Nel dettaglio la situazione è complessa. Dell'istituto magistrale ci siamo già occupati nello scorso numero, in particolare riguardo alla battaglia per le 4 aule della nuova ala assegnate al Professionale per il commercio. La situazione non è certo migliorata considerata la mancanza di una palestra e, a quanto denunciano i ragazzi, la presenza di servizi igienici con porte rotte, crepe e buchi sui muri, umidità e scarse attrezzature nei laboratori. All'istituto tecnico industriale e tecnologico si è stati costretti dall'inizio dell'anno a ricorrere ai doppi turni a causa della mancanza di aule e dei ritardi nella consegna del distaccamento presso l'ala est dell'istituto provinciale “Apicella”. Le frequenti proteste degli studenti hanno messo alle strette la Provincia che ha giustificato i ritardi con una mancanza di copertura finanziaria. Comunque il 4 novembre sarebbe dovuta avvenire la consegna del 12 aule presso l'Apicella ma la Provincia non ha rispettato la scadenza. La protesta degli studenti non si è fatta certo attendere, tanto che un gruppo ha anche tentato di occupare i locali della scuola e solo l'intervento delle forze dell'ordine ha scongiurato tale rischio. Gli studenti si sono più volte ritrovati in assemblea, hanno raccolto la solidarietà di docenti e genitori, e hanno richiesto un intervento preciso dell'amministrazione provinciale con la mediazione del sindaco. Tutto questo è servito per far partire i lavori all'istituto Apicella con i finanziamenti del Comune di Molfetta, 21mila euro che come il sindaco tiene a precisare “sono un anticipo in attesa si un rimborso spese della provincia”. Tra un paio di settimane tutto dovrebbe tornare normale se vogliamo escludere il mal funzionamento dell'impianto di riscaldamento e le infiltrazioni nell'aula magna. Dal dossier dei studenti in movimento si denunciano anche problemi al liceo classico, quali la mancanza di una palestra per le classi ginnasiali, e al liceo scientifico, ovvero il cattivo funzionamento di una caldaia, buchi nelle pareti, infiltrazioni nei laboratori e pullman insufficienti. I problemi sollevati oggi dai movimenti studenteschi risalgono a cinque sei anni fa. Ma si è sempre cercato di risolverli con trasferimenti temporanei e prestiti di aule di altre scuole. La Provincia dovrebbe prendere in considerazione un concreto piano di intervento che tenga conto anche delle percentuali di crescita degli istituti, almeno a medio termine, in cui, a fronte di un allargamento dell'offerta formativa, si registra un restringimento degli spazi per fare lezione e dei laboratori. Michele de Sanctis jr.
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