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Edilizia: il tramonto del caro casa?
15 dicembre 2008

Se a nord est il paesaggio molfettese è dominato dal mare volgendo lo sguardo in qualsiasi altra direzione si scorgono oltre i tetti dei palazzi solo gru. Nell'ultimo anno è stato un proliferare di nuove costruzioni in tutti i comparti di espansione ma anche ogni “buco” edificabile in città è stato cantierizzato. Inarrestabile in questo anno il fiume di cemento. Sono “risorte” le palazzine del prolungamento “Aldo Fontana”, su via Berlinguer e via Ruvo si vedono pallidi segni di casi la sera i portoni si scorgono solo grazie alle luci private perché manca ancora la rete pubblica. Senza parlare dell'edilizia Residenziale Pubblica, cooperative e convenzionata, che con la stessa velocità della crescita dei palazzi registra “voci” di pratiche illegali: gente senza requisiti tra gli assegnatari, case appena costruite e date in affitto, fino al banale pagamento in nero. Tutto “nella normalità molfettese” almeno fino a quando non interviene la magistratura (vedi vicenda della Cooperativa Antares). E poi c'è il cuore della città il centro storico che stenta a rianimarsi e accoglie con freddezza le lente trasformazioni urbane e sociali. Che aspetta di veder risorgere una sua gemma, quel palazzo Dogana offerto a buon prezzo ai privati. Questo terremoto sarà servito a frenare le logiche della speculazione che hanno da sempre accompagnato lo sviluppo urbano a molfetta? O avrà contribuito ad alimentarlo? Comprare casa in città è più facile, ma per qualcuno è stato un affare; per altri, non è rimasta una speranza, ma una realtà ancora pagata a caro prezzo. Michele de Sanctis jr. opere di urbanizzazione, enormi parcheggi asfaltati e deserti perché le aree restano prive di servizi. Si costruisce nell'area dell'ex Pal Bertig, su via Caduti sul mare di fronte al parco di ponente, in via Balice, in prossimità della chiesa di San Giuseppe dove è anche caduta una gru sfiorando un grave incidente. E perfino nell'area degli ex Pansini legnami sono partiti i lavori. La fame di case sta divorando il territorio, si costruisce da un capo all'altro della città ed è iniziato il controesodo verso le aree più periferiche. Zone che come denunciato in un'inchiesta già oltre un anno fa da “Quindici” restano per la gran parte prive di opere di urbanizzazione (già pagate al Comune), e le strade prive di asfalto, in estate polverose, ora sono diventate fangose e sconnesse. In alcuni casi la sera i portoni si scorgono solo grazie alle luci private perché manca ancora la rete pubblica. Senza parlare dell'edilizia Residenziale Pubblica, cooperative e convenzionata, che con la stessa velocità della crescita dei palazzi registra “voci” di pratiche illegali: gente senza requisiti tra gli assegnatari, case appena costruite e date in affitto, fino al banale pagamento in nero. Tutto “nella normalità molfettese” almeno fino a quando non interviene la magistratura (vedi vicenda della Cooperativa Antares). E poi c'è il cuore della città il centro storico che stenta a rianimarsi e accoglie con freddezza le lente trasformazioni urbane e sociali. Che aspetta di veder risorgere una sua gemma, quel palazzo Dogana offerto a buon prezzo ai privati. Questo terremoto sarà servito a frenare le logiche della speculazione che hanno da sempre accompagnato lo sviluppo urbano a molfetta? O avrà contribuito ad alimentarlo? Comprare casa in città è più facile, ma per qualcuno è stato un affare; per altri, non è rimasta una speranza, ma una realtà ancora pagata a caro prezzo.
Autore: Michele de Sanctis jr.
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