Domani la croce simbolo della tragedia dei migranti di Cutro arriva a Molfetta nel nome di don Tonino Bello
MOLFETTA - "Vi consegniamo questa Croce con la speranza che anche questa Croce sia il segno di una collocazione provvisoria!", sono le parole che Mons. Angelo Raffaele Panzetta Arcivescovo di Crotone, ha detto a Gabriele Vilardi di Molfetta, che fa parte dell’organizzazione umanitaria onlus ResQ, l’associazione che si affianca alle ong per i salvataggi dei migranti in mare.
La Croce di Cutro, fatta realizzare da don Francesco Loprete, sacerdote dellarcidiocesi di Crotone-Santa Severina, grazie alla collaborazione del Ser, arriverà domani a Molfetta, dopo essere stata ospitata nelle altre città della diocesi Ruvo di Puglia, Giovinazzo e Terlizzi e verra utilizzata per la via Crucis diocesana.
La croce è stata realizzata con i pezzi di legno residui dell’imbarcazione naufragata tra il 24 e il 25 febbraio a Cutro in Calabria e assurta a simbolo di quella tragedia che il governo Meloni non ha voluto evitare e che è costata la vita ad 89 persone fra cui 35 minori.
“Il progetto ResQ, nasce nel 2019 da un piccolo gruppo di amici, professionisti di varia natura che, stanchi di vedere morire migliaia di migranti nel tentativo disperato di attraversare il Mediterraneo, cercando per sé e per i propri figli un domani migliore, hanno deciso di rompere il muro dell’indifferenza e provare a mettersi in gioco, con un unico obiettivo: restare umani”.
Questa iniziativa della croce di Cutro serve a sensibilizzare i cittadini sul dramma dei migranti e si lega con lo spirito e gli insegnamenti di don Tonino Bello, del quale si celebra quest’anno il 30° anniversario della morte.
La croce resterà in diocesi fino al 23 aprile.