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Democratici di Sinistra, al congresso prevale la mozione Fassino  
15 marzo 2007

È la mozione Fassino quella per cui si schierano in larga maggioranza gli iscritti della sezione molfettese dei Democratici di sinistra, a seguire nelle preferenza quella presentata da Gavino Angius e infine la mozione di Fabio Mussi. Questo è risultato dal congresso cittadino svoltosi il 3 e 4 marzo, in vista del quarto congresso nazionale del partito. Un appuntamento preparato dalla sezione locale attraverso due affollate assemblee precongressuali, in cui sono state lette, commentate e discusse le tre mozioni, presentate poi, nella prima giornata del congresso, da esponenti provinciali. Per una volta relegati in secondo piano i temi locali, gli iscritti si sono confrontati soprattutto sul futuro dei Ds, in vista della nascita del Partito Democratico, ma per parlare di questo, per capire se e quando e soprattutto come dovrà essere, è stato necessario allargare lo sguardo a cambiamenti, sfide e problemi più ampi. La stessa relazione introduttiva del segretario cittadino, Mino Salvemini, ha dedicato solo pochi cenni alle vicende locali, per partire, invece, dall'analisi della situazione politica italiana, essa stessa incompleta se non contestualizzata volgendo lo sguardo al mondo in cui ci è toccato di vivere, un mondo che non è consentito di ignorare neppure quando si discute in quella periferia della periferia che è Molfetta. Visto che, è un dato emerso da molti degli interventi al dibattito, non è che si senta più di tanto l'esigenza di un nuovo partito, poiché ce ne sono già tanti, quanto di un cambiamento capace di dare risposte a problemi che diventano sempre più urgenti e che richiedono un nuovo approccio alla politica, con la speranza che il Partito Democratico, la cui nascita e natura è stata in discussione a Molfetta, così come lo sarà nel quarto congresso nazionale dei Democratici di Sinistra, possa garantire proprio questo. Per dirla con le parole del segretario cittadino diessino: “Ritengo a questo riguardo che vi sia il bisogno di elaborare un pensiero nuovo per rispondere alle sfide che il secolo da poco iniziato ci pone e che sappia leggere la nuova complessità che ci sta davanti”. Un pensiero nuovo che, si legge sempre nella relazione congressuale del segretario: “Richieda l'incontro tra tutte le diverse culture riformiste italiane e, cioè, quella socialista, quella cattolico-democratica, liberaldemocratica e ambientalista. Che superi gli angoli vissuti parziali delle singole esperienze per dare luogo ad una nuova sintesi di analisi e di proposte”. Una relazione cui è seguito un dibattito in cui alle certezze di pochi, per l'una e l'altra mozione, per l'una e l'altra possibile configurazione futura, partito riformista in tempi brevi, unità a sinistra oppure ripensamento del processo, si sono contrapposti i dubbi, le domande, i se ed i forse di molti, con qualche punto fermo. Quello che per ogni diessino, per Fassino o Mussi a Angius che si sia schierato, la nascita del Partito Democratico non può essere un processo di vertici, deciso ed attuato dalle segreterie, ma deve avvenire con la partecipazione della base, non solo quella dei due principali partiti coinvolti in questa operazione politica, ma del popolo di centro sinistra, soprattutto di quello delle primarie, più volte invocato, così massicciamente presente anche a Molfetta quando gliene è stata data occasione. Un confronto reale, senza posizioni precostituite, concluso come si è detto con il netto prevalere della mozione Fassino, cui sono stati assegnati quattro delegati al congresso provinciale del 23 e 24 marzo prossimi, mentre uno è andato a chi ha scelto di votare per la mozione Angius. Uno snodo sentito, in un in cui, come efficacemente sintetizzato dal segretario, Mino Salvemini, “bisogna avere il coraggio di gettare il cuore al di là dell'ostacolo, perché se ci si ferma intimoriti dal nuovo, o si fanno dei passi laterali per cambiare tutto affinché non cambi nulla, non si sopravvive, non si rimane lì dove si è, si può solo andare indietro”.
Autore: Lella Salvemini
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