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Corso Umberto. I Palazzi - X
15 aprile 2019

Palazzo de Lago, Corso Umberto I, 1-3-5-7-9. Il fabbricato è il primo a sinistra, salendo verso la stazione, ed è uno dei primi costruiti. Il Comune il7 agosto 1869 censuò 1432,26 m2 di suolo per aprire la nuova strada, compresa l’area del fabbricato, al muratore Sergio Balacco fu Ignazio e a Giuseppe de Lago di Raffaele. Il prezzo del suolo fu valutato in £. 7640,70 non versato ma con interesse del 5% (£. 382,55) da pagarsi ogni anno e con l’obbligo di costruire entro 4 anni. Il 30 novembre 1869, il de Lago affrancò il censo versando tutto il costo del suolo. Il 3 gennaio 1899 Giuseppe de Lago donò a suo figlio Raffaele il palazzo situato a Piazza Garibaldi, 56 costituito da 35 vani. Il fabbricato limitato fino al primo piano fu progettato dall’ing. Corrado de Judicibus e costruito dal muratore Sergio Balacco. Su Corso Umberto I si affacciano ben 5 ampi locali una volta adibiti a deposito di merci in quanto i de Lago era commercianti di olio e granaglie. Il fianco del fabbricato su Corso Umberto I ha una semplice facciata, spartita da un cornicione marcapiano e da due lesene angolari con base, colonna e un semplice capitello. I balconi sulla parte superiore hanno ciascuno un frontone con la funzione di grondaia; ogni balcone ha un’inferriata con colonnine in ghisa con disegno decorativo. In alto il fabbricato termina con un ampio cornicione aggettante. Nel 1950-1965 all’angolo di Piazza Garibaldi e Corso Umberto I vi era l’Esattoria Comunale di Molfetta gestita dalla Banca Cattolica Coop. di Credito di Molfetta. Palazzo n. civico da 9a a 13b. I giardini di proprietà degli ex Padri Osservanti di S. Berardino, comprendevano grosso modo parte di Corso Umberto, Via F. Cavallotti, Via Lacertis e Via La Vista. Nel 1808 questi terreni furono annessi dal Demanio. Nel 1885 furono divisi e assegnati metà all’Ospedale di Molfetta e metà al Comune. Il giardino di proprietà dell’Ospedale di Molfetta era gestito fino al 1970 dall’Opera Pia Monte di Pietà Spedale e Confidenze. Nel 1980 l’impresa edile Spadavecchia acquistò il suolo e costruì l’attuale fabbricato. Fu l’ultima area libera, non occupata da fabbricati, rimasta su Corso Umberto I. Al piano terra si aprirono i negozi: Natalicchio Boutique Donna, Elite borse e pelletterie, negozio di Ottica, Natalicchio Boutique Uomo, parrucchiere Giancaspro, gioielleria, Caputo Viaggi e Bottier scarpe. Istituto Liceo Ginnasio, Corso Umberto I I giardini di proprietà degli ex Padri Osservanti di S. Berardino comprendevano in grosso modo parte di Corso Umberto, Via F. Cavallotti, Via Lacertis e Via La Vista. Nel 1808 questi terreni furono annessi al Demanio. Nel 1885 furono divisi e assegnati metà all’Ospedale di Molfetta e metà al Comune. La parte assegnata al Comune era compresa tra Corso Umberto, Via F. Cavallotti e le future Via De Lacertis e Via Maranta. Su questo suolo e su un altro pezzo di suolo ceduto dall’Ospedale nel 1898 si costruì l’attuale edifico del Liceo Classico. Progettista dell’edificio fu l’ing. Domenico Valente. Si preventivò in £. 70.000 la sua costruzione. L’appalto per la costruzione dell’edificio fu diviso in lotti a seconda del tipo di lavori da eseguire: - I lotto: lavori di muratura del solo piano terra; Impresa Gioacchino Cappelluti Altomare con il 29,51% di ribasso. - II lotto: asfalto e lavori di impermeabilizzazione; Impresa Michele de Gennaro e Sergio Daliani Poli con il 2% di ribasso. - III lotto: lavori d’intonaco; Impresa Domenico Poli con il 2% di ribasso. - IV lotto: lavori di falegnameria; ditta Celestino Germinario con il 21% di ribasso. - V lotto: lavori di pavimentazione: ditta ing. Michele Marroccoli di Bari con il 25% di ribasso. Le iscrizioni da applicare sulle porte delle aule di vetro pressato le fornì la ditta H. Hausbrandt di Trieste. Diamo l’elenco delle dette iscrizioni: Presidenza, Bidello, I Ginnasiale, II Ginnasiale, III Ginnasiale, IV Ginnasiale, V Ginassiale, I Liceale, II Liceale, III Liceale, I Tecnica, II Tecnica, III Tecnica, Sala Disegno, Gabinetti, Sala dei Professori, Segreteria. Queste iscrizioni vennero a costare £.392,51. Dalla stessa Impresa di Gioacchino Cappelluti Altomare nel 1904 fu rialzato il primo piano. Avanti all’edificio, al termine della costruzione del piano terra, fu impiantata su un cordolo di pietra una ringhiera in ferro battuto per proteggere le piante da giardino da impiantare. Appaltatore della costruzione della ringhiera fu Gioacchino Cappelluti Altomare che su £. 3.080 fece un ribasso del 2%, venne a costare £. 3.018,40. Durante la guerra di Spagna (1936-1939), che vide la partecipazione degli italiani, il Comune offrì allo Stato tutte le ringhiere dei giardini pubblici tra cui questa. Dopo la II Guerra Mondiale per dar lavoro ai fabbri si ricostruirono le ringhiere dei giardini tra cui quella del Liceo. Su alcune cartoline raffiguranti il Liceo a seconda dell’epoca si nota la prima ringhiera, il solo cordolo di appoggio e la seconda ringhiera. Accanto al Liceo e sul suolo di Via Maranta con ingresso da Corso Umberto, il Comune nel 1928 impiantò il garage comunale dove si depositavano il compressore stradale, le macchine per innaffiare le strade e varia attrezzatura di giardinaggio. Fu dismesso nel dopoguerra. Da una cartolina d’epoca all’inizio di Via Maranta si nota un chiosco per la vendita dei gelati della famiglia Cipriani.

Autore: Corrado Pappagallo
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