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Continua la polemica fra Mimmo Favuzzi e il sen. Azzollini "La sua è un risposta evasiva per giustificare un atto intimitatorio”
21 maggio 2006

MOLFETTA - Continua la polemica a distanza fra Mimmo Favuzzi, ex senatore e presidente della sezione cittadina dei Democratici di sinistra, ed il sen. Azzollini. Mimmo Favuzzi non è stato soddisfatto della risposta di quest'ultimo ed interviene ancora con le seguenti dichiarazioni: "Per non ferire la nota sensibilità del sen. Azzollini con un “linguaggio da trucido” (“chi è rozzo, volgare o sporco” secondo il dizionario on line De Mauro), dopo aver citato le parole di Paolo Borsellino (che lui ha bellamente ignorato), a proposito dell'impegno del gen. Dalla Chiesa e sulla necessità di un'ampia azione di educazione alla legalità, gli risponderò con le parole dell'on. Giuseppe Pisanu di Forza Italia quando era ministro degli Interni: “Esemplare è il suo impegno a favore dei giovani quando, tornato a Palermo da Prefetto, visita le scuole per parlare agli studenti dei loro diritti e di come la mafia li calpesta, per testimoniare che all'illegalità esiste l'alternativa della legalità, l'unica in grado di garantire lo sviluppo democratico e le libertà dei cittadini. Il gen. Dalla Chiesa aveva colto appieno la complessità del fenomeno mafioso, la sua enorme forza intimidatrice, la sua capac ità di condizionamento del sistema pubblico e di inquinamento dell'economia legale; [...]In realtà la criminalità organizzata continua ad incombere come la più grande delle diseconomie esterne sulle possibilità di sviluppo della Sicilia e di gran parte del Mezzogiorno. Occorre dunque continuare a combatterla con grande determinazione, proprio secondo l'insegnamento del gen. Dalla Chiesa, tenendo alta la mira almeno sui seguenti obiettivi: [...] 6. sviluppare le forme di tutela delle vittime del racket e della mafia e diffondere in ogni possibile modo la cultura della legalità e dell'ordine democratico” (per chi voglia leggere l'intero discorso dell'ex ministro Pisanu cfr. http://www.interno.it/salastampa/discorsi/elenchi/articolo.php?idIntervento=106). Il sen. Azzollini ribadisce la bizzarra teoria per cui l'educazione alla legalità sarebbe “sociologia” e andrebbe lasciata ai sociologi. Ci troviamo in realtà di fronte a un reiterato attacco a una serie di manifestazioni dal titolo “Maggio della legalità”, promosse nella vicina Terlizzi dall'Associazione provinciale antiracket di Molfetta e dalle associazioni nazionali Libera contro le mafie e Federazione nazionale antiracket, con il patrocinio della Regione Puglia e del comune di Terlizzi. Possibile che il sen. Azzollini non si renda conto della gravità delle sue parole, che proprio perché pronunciate da un rappresentante così autorevole delle istituzioni si configurano come un inaccettabile atto intimidatorio? Ancor più grave e inquietante se si pensa che quelle parole furono pronunciate nello stesso giorno in cui Renato De Scisciolo, vice presidente nazionale della Federazione italiana antiracket, organizzatore di quella manifestazione, aveva subito una aggressione intimidatoria. E il nostro senatore invece di esprimere parole di solidarietà non trova di meglio che attaccare quella lodevole iniziativa. Come potrei non essere indignato? E preoccupato. Molto preoccupato. Ma non è tutto. Il sen. Azzollini nel tentativo di svicolare e di cambiare discorso ci propone un'altra perla del suo pensiero: “ogni azione di un politico ha la legalità non come limite ma come ispirazione della propria azione”. Davvero interessante. E perché non lo va a raccontare ai massimi vertici del suo partito? Che so, per esempio, a Marcello Dell'Utri o a Cesare Previti condannati in via definitiva per gravissimi reati? O allo stesso Silvio Berlusconi? Le consiglio, caro senatore, a mo' di esempio l'articolo di Marco Travaglio Mafia e corruzione: il mosaico nero di Berlusconi, Previti, Dell'Utri (http://www.uonna.it/mafia-corruzione-mosaico-nero.htm). Oppure consulti l'elenco dei parlamentari condannati e inquisiti (http://www.beppegrillo.it/archives/immagini/Parlamentari%20Condannati.pdf). E non mi venga a riproporre la solita solfa del garantismo peloso. A me non interessa aspettare i tre gradi di giudizio per esprimere un giudizio politico. Non mi interessa vedere se un personaggio politico riesce a non essere condannato per prescrizione o per una legge ad personam o per i cavilli dei suoi avvocati. Se assisto a una rapina o a uno scippo non ho bisogno di aspettare i tre gradi di giudizio per gridare “al ladro!”. E lei? Lei da garantista, immagino, non trova disdicevole continuare ad accompagnarsi con un personaggio come Palmiotti o fare strani accordi politici con l'ex assessore Amato. Anche se questa volta ha preferito non candidarli, ma limitarsi ad accettare i voti che le porteranno in dote. E non trova che tutto ciò sia vergognoso? A proposito di cose vergognose, ci dica, caro senatore Azzollini: cosa ha fatto lei in Senato mentre i colleghi del suo partito e della sua coalizione fischiavano e insultavano Ciampi e gli altri senatori a vita?".
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