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Commercianti sconfitti, via libera alla “Città delle Moda”
07 marzo 2003

MOLFETTA – 7.3.2003 Sconfitta al Consiglio di Stato per la Confesercenti di Molfetta che aveva proposto ricorso contro la realizzazione del mega centro commerciale outlet nella zona Asi. Dopo una serie di ricorsi e controricorsi, il massimo organo della giustizia amministrativa ha messo la parola fine a una vicenda che si trascina da qualche anno. Secondo i giudici la Confesercenti non era neanche legittimata a opporti all'apertura della “Città della Moda” perché “l'interesse della Confesercenti – è scritto nella sentenza – non è riconducibile a tutti gli associati o alla categoria dei commercianti unitariamente considerata, bensì a una parte di essi, sicché sussite un contrasto tra soggetti legati allo stesso vincolo associativo”. Soddisfatti gli avvocati della società “Alfa1”, Piero Augusto de Nicolo e Felice Eugenio Lorusso per la decisione del Consiglio di Stato di dare ragione oltre che all'impresa anche a Comune, Provincia e Regione che avevano dato il via libera al mega centro commerciale, contro il quale la Confesercenti aveva già proposto ricorso al Tar e, sconfitta anche in quella sede, si era appellata al Consiglio di Stato. La nuova struttura, “Fashion District” – che si estenderà su 400mila mq. di superficie, di cui 32mila di area commerciale – dovrebbe essere pronta entro aprile del prossimo anno e prevede la realizzazione di 108 negozi monomarca grandi firme, 12 multisale cinematografiche, un parco acquatico e uno terrestre su modello di Gardaland, con l'impiego di ben 1.200 lavoratori. Una realizzazione che darà lavoro a tanti giovani e permetterà uno sviluppo economico commerciale della nostra città, finora bloccata dall'ottusità di alcuni commercianti molfettesi, che, a differenza di quelli dei paesi vicini, sono ancora legati a una mentalità vecchia di 50 anni, senza promuovere i propri prodotti, senza confrontarsi con gli altri, ma solo ostacolando nuove iniziative. Per fortuna le giovani generazioni e alcuni imprenditori più moderni hanno superato quest'arcaica concezione del commercio e si aprono alle innovazioni, alla concorrenza e al mercato, unico metro di valutazione delle capacità, senza assurdi protezionismi che fanno solo danno all'economia complessiva. Ed è anche per colpa di questi commercianti che la città è rimasta indietro, senza creare lavoro e sviluppo, ma vivendo su un'assurda rendita parassitaria.
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