“Circe: le origini”, la rilettura del personaggio omerico alla Rassegna “Sotto il cielo dei miti” a Molfetta
MOLFETTA - “Siamo al giro di boa della rassegna e devo comunicarvi che ogni tentativo di prenotare per le rappresentazioni successive, è vano poiché tutti gli spettacoli, passati e futuri, sono sold out. E’ la conferma che c’è la necessità di crescere, di ampliare la platea che ci riconosce questo consenso”. Il direttore artistico di Teatremitage e promotore della rassegna “Sotto il cielo dei miti. Teatro tra mitologia e contemporaneo”, Vito d’Ingeo, apre il terzo appuntamento di prosa in programma.
“Circe: le origini” intende dare spunti per una rilettura del personaggio omerico, da lui descritta come donna astuta, ammaliatrice, disposta a tutto per amore.
La compagnia Zerkalo, con drammaturgia di Alessandra Fallucchi e Marcella Favilla che ne ha curato la regia, ha reinterpretatolo la figura, lanciando input per una visione meno mitologica ma più reale e umana di Circe, donna fragile, schiacciata dal peso delle aspettative di chi l’ha messa al mondo e dall’inevitabile paragone con i suoi fratelli.
“Circe: le origini” è una produzione di una compagnia apprezzata e conosciuta che affida il personaggio Circe ad Alessandra Fallucchi, che è doveroso omaggiare, perché ampiamente condiviso, un’artista appassionata, coinvolgente, che ha saputo spogliare il mito per dare forma ad una donna, dare voce alle sue ansie, paure, fragilità, nonostante le quali non smette di cercare la felicità nell’amore.
Circe, colei che trasforma gli uomini in porci, dilaniata dall’amore per Ulisse, dal quale sarà lasciata, è condannata all’esilio ed il suo vagare è un viaggio doloroso anche all’interno della sua anima, alla ricerca di quella quiete che per lei è un miraggio.
E sicuramente, Teatremitage ha colto nel segno, considerati i consensi ricevuti da un pubblico eterogeneo. Una rappresentazione che ha raccolto entusiastici consenti da estimatori di generazioni diverse.
Nessuna meraviglia, nessuna novità, solo conferme di scelte artistiche difficili ma giuste, ricercate ma popular.
Segni tangibili di impegno e amore per la cultura.
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Autore: Beatrice Trogu