“Ci sono tutte le componenti politiche nella nuova banca”
Intervista a Gianni Mulinelli, uno dei promotori del nascente istituto di credito
Abbiamo chiesto a uno dei promotori della nuova banca, il dott. Gianni Mulinelli, i motivi di questa iniziativa e le possibili prospettive del nascente istituto di credito locale.
Gianni Mulinelli, da dove nasce l'idea di una banca locale?
“L'iniziativa è scaturita dalla percezione dell'esigenza di una piccola struttura bancaria fortemente radicata nel territorio, interessata a sostenere, con spirito solidale e non speculativo il sistema delle famiglie e quello della microimpresa, sofferenti nel rapporto con un sistema bancario ingigantito dai processi di ristrutturazione degli ultimi anni”.
Perché una Banca Cooperativa di Credito anziché una Banca Popolare?
“Per un progetto simile si doveva scegliere un modello di banca non fondato su un gruppo ristretto di investitori ma su una ampia platea di soci, che dovranno costituire anche la naturale clientela della nascente banca. Persone interessate molto più ai vantaggi provenienti da uno sviluppo del territorio che agli utili da distribuire (una banca di credito non può distribuire utili, ndr). La normativa delle banche cooperative è inoltre l'unica ad imporre che i soci siano residenti o operativi con continuità sul territorio di competenza della banca e a dettare che quest'ultima eserciti il credito prevalentemente a favore dei soci. Anche per questo ci è sembrata la più adatta all'occasione”.
Una Banca Cooperativa può svolgere tutte le operazioni di una comune banca?
“Sì. E' totalmente autonoma sul piano operativo, ma ha il grande vantaggio dell'inserimento in un sistema integrato costituito dalla rete delle BCC presenti sull'intero territorio nazionale: 500 banche, 3000 sportelli, 650.000 soci, 4.000 miliardi di impieghi e 10.000 miliardi di patrimonio. Questo garantisce ai soci-clienti la fornitura di tutti i servizi bancari, anche i più sofisticati, alle migliori condizioni”.
Nel comitato promotore della banca ci sono molti personaggi politici, alcuni ben noti. Si è portati a credere che per qualcuno di voi l'iniziativa sia un trampolino di rilancio. Cosa c'è sotto?
“Il comitato promotore presenta tutte le posizioni politiche. Riesce difficile pensare che qualcuno possa usare l'iniziativa per rilanciarsi. E poi c'è uno statuto che tutela da questa eventualità. Forse è più facile pensare che la nostra è una città che da sempre ha visto attivarsi pochi rispetto ai molti che potrebbero farlo. Questa è un'occasione che può contribuire al risveglio generale. Per quanto mi riguarda, considero che la banca locale possa costituire un tassello importante per lo sviluppo della nostra città e se l'iniziativa avrà il consenso dei molfettesi sarà difficile per chiunque snaturarne le finalità”.
Pa. Nat.