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Case via Fontana, sindaco sotto accusa Il sindacato inquilini Uniacep, chiede la revoca del provvedimento
15 giugno 2003

Sindaco sotto accusa per aver concesso alcuni alloggi comunali di Molfetta vecchia a qualche famiglia di sfollati dalle case pericolanti di via Fontana. Il sindacato inquilini Uniacep ha inviato un esposto al presidente della Regione, all'assessore regionale all'urbanistica, al prefetto, al Procuratore della Repubblica di Trani, al Giudice unico del tribunale di Trani, al Questore, ai comandanti dei vigili del fuoco e dei vigili urbani, oltre che allo stesso sindaco Tommaso Minervini. Nell'esposto si mette in evidenza come non sussistano i requisiti di pubblica calamità (l'evento si è verificato oltre 5 mesi fa), che gli assegnatari hanno dichiarato di possedere un reddito superiore a quanto previsto dalla delibera Cipe per l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica e che gli aventi realmente diritto alla casa, essendo la graduatoria aggiornata ogni due anni, perdono il diritto all'alloggio. Pertanto pur comprendendo il disagio che hanno subito e stanno ancora subendo le famiglie di Via A. Fontana costrette ad abbandonare l'abitazione che con tanti sacrifici hanno realizzato, chiedono la revoca del provvedimento di concessione degli alloggi n.6 del centro storico, case recuperate con fondi regionali. Alla revoca deve seguire, secondo l'Uniacep, l'assegnazione agli aventi diritto. “Certamente queste famiglie meritano tutto l'aiuto e la comprensione che una pubblica amministrazione può fornire – dice Mauro De Robertis, segretario cittadino della Uniacep e consigliere comunale dell'Udc, bene ha fatto il sindaco in primis e l'intera amministrazione comunale di conseguenza a porre in essere tutti quei provvedimenti che, di fatto, hanno permesso il superamento dell'emergenza primaria. Se poi quanto verificatosi sia riconducibile o meno a calamità naturali, quindi a provvedimenti di Protezione civile, non spetta a noi giudicarlo. Il dato fondamentale oggi resta l'Ordinanza sindacale che, di fatto, “ha privilegiato” alcune famiglie a discapito dì altre! Poteva il sindaco operare una scelta oppure, quale pubblico amministratore, avrebbe dovuto attenersi solo ed esclusivamente alle leggi vigenti? La risposta, a nostro avviso, non può che essere la seconda ed è per questo che abbiamo intrapreso questa iniziativa. Non si può ignorare l'esistenza di una regolare graduatoria per l'assegnazione di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica in base alla quale le famiglie in essa utilmente collocate hanno già maturato giuste aspettative. Come pure non si può ignorare che le famiglie che occupano i primi posti della citata graduatoria sono quasi sempre famiglie con portatori di handicap, colpite da sfratti esecutivi e con situazioni di grave indigenza”. Insomma, è una “guerra tra poveri” che il sindaco avrebbe potuto evitare se, così come previsto dall'articolo 14 della Legge Regionale n.54/84, avesse riservato per le famiglie di A. Fontana solo il 25% degli alloggi da assegnare. “In questo modo – prosegue De Robertis - avrebbe certamente “accontentato” gli uni e gli altri. Questo è il nostro parere, di questo ne siamo convinti ed è per questo che abbiamo assunto queste determinazioni. Non ce ne vogliano coloro che, per questa nostra posizione, forse si sentiranno danneggiati. Quando si fa politica e si crede nelle idee che si rappresentano, bisogna avere il coraggio di uscire allo scoperto”. Una guerra tra poveri, insomma, che rischia di scatenare ulteriori polemiche in un mercato della casa sempre più selvaggio e costoso. Eugenio Tatulli
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