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Calcio : A Molfetta le famiglie allo stadio: il miracolo della Libertas
15 dicembre 2012

Pay tv, partite a mezzogiorno, Osservatorio, Tessera del tifoso. Tutto congiura per tenere la gente lontana dal calcio. Il calcio, da spettacolo popolare, rischia di diventare uno sport per vecchi ricchi e pantofolai. Maroni dichiara di voler riportare le famiglie negli stadi. A queste condizioni, e con i prezzi attuali dei biglietti, non è certamente possibile. A Molfetta il ritorno della Libertas Molfetta nel calcio che conta ha riportato gente allo stadio Paolo Poli, come sottolineato da molti tifosi. Era da ormai troppo tempo che i molfettesi non ricalcavano i gradoni dello stadio che è stato per molti anni teatro di mille battaglie. Troppi anni erano passati dall’ultima volta che la Liberty Molfetta non aveva presentato domanda d’iscrizione per la stagione agonistica del campionato di Eccellenza. Pochi anni. Tanto è bastato per dimenticare la storia di un gruppo di ragazzi, autentici lottatori, e del loro abile condottiero. Da Nicola Canonico era ripartito il movimento calcistico molfettese: ma la mancata promozione in Serie D e le promesse non mantenute da parte dell’Amministrazione comunale e di alcuni imprenditori locali lo convinsero a mollare per trasferirsi ad Andria (acquisì il 50% della società biancazzurra, allora guidata dal farmacista biscegliese Pasquale Musci). A farne le spese fu proprio la “Molfetta”, com’era chiamata di solito dai tifosi biancorossi. La speranza con cui molti tifosi e semplici appassionati avevano lasciato il Paolo Poli il pomeriggio dell’ormai lontanissimo 11 maggio 2010 e il desiderio di tornare a vedere una squadra competitiva sono adesso una realtà e non più un miraggio. Tempo fa il popolare scrittore inglese Nick Hornby, autore del libro cult Febbre a 90° (Fever Pitch, 1992) e grande tifoso dell’Arsenal, ha osservato che il calcio moderno è ormai uno spettacolo riservato agli adulti. Niente di più vero. Almeno guardando ai costi. La Libertas Molfetta ha, invece, pensato esclusivamente a portare o meglio a riportare l’entusiasmo tra i tifosi ormai da anni depressi e delusi dalla possibilità seria di vivere un’altra stagione senza il grande calcio nella nostra città. I risultati nel calcio contano e non poco, ma quello che più conta e tornare a guardare gli spalti e a rendersi conto che il calcio serve anche a portare una boccata d’ossigeno e di svago in un momento economicamente difficile. Giancarlo Abete, presidente Figc, ha dichiarato di non avere dubbi sul fatto che la crescita del calcio italiano dipenda necessariamente dalle tribune degli stadi. Sono, però, necessari interventi di ammodernamento degli impianti sportivi per accrescerne anche la sicurezza. Quando Abete afferma che «dobbiamo curare l’idea dell’ospitalità» si riferisce proprio alla necessità di un cambio di mentalità secondo il quale andare allo stadio deve diventare la stessa cosa che recarsi a vedere uno spettacolo, a teatro o al cinema, senza preoccupazioni sulla sicurezza né tanto meno sull’incolumità dei tifosi sugli spalti. Ecco perché è necessario migliorare gli stadi rendendoli più confortevoli e polifunzionali. «Servirà per riportare le famiglie e i giovani allo stadio. Perché le società devono capirlo: è importante attirare i giovanissimi allo stadio - ha spiegato Abete -. Se un ragazzo si appassiona agli spalti dall’età di 10-12 anni, è molto probabile che ci vada per tutta la vita».Questo è forse l’unico modo per tornare ad innamorarsi di questo sport meraviglioso, in un mondo che offre altri mille tipi di svaghi molto più a buon mercato. La passione per il calcio invecchia, mentre il futuro è nelle mani dei giovani. La Libertas Molfetta ha rinvigorito l’ambito calcistico ed ha portato i costi a quote sostenibili, ricordando che la crisi incombente erode a dismisura i bilanci delle famiglie. In Italia, invece di lottare per far tornare le famiglie la domenica agli stadi, si sta facendo spudoratamente il gioco delle televisioni pay per view. Il vero cancro di tutto il sistema. Il calcio, evento popolare per eccellenza, è diventato in Italia uno sport per vecchi ricchi e per pseudo tifosi in pantofole. A Molfetta finalmente il Paolo Poli è tornato ad essere pieno a discapito del solito calcio guardato in tv. Inoltre, visti gli ottimi risultati che la compagine molfettese sta raggiungendo e il primato in classifica i tifosi non possono fare altro che essere soddisfatti, anzi hanno un motivo in più per riempire la gradinata del Paolo Poli ogni domenica per far sentire la propria voce e la loro passioni per i colori bianco rossi.

Autore: Andrea Saverio Teofrasto
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