Arrivano nelle acque di Molfetta le “piccole meduse”, impressionano, ma sono inoffensive
MOLFETTA – Non c’è allarme, perché non sarebbero pericolose per la salute, ma preoccupazione e qualche timore non manca fra i bagnanti dell’Adriatico per quello che è stato definito un nuovo “intruso” nel nostro mare.
Si presentano come piccole meduse e la loro moltiplicazione, dovuta anche al cambiamento climatico (che molti ottusi destrorsi continuano a negare) e al riscaldamento delle acque, sta compromettendo la fauna marina e la riproduzione ittica, perché questi “intrusi” si cibano di uova e larve di pesce.
A Molfetta queste “bestioline” sono state avvistate alla seconda e terza cala e nelle acque del Belvedere, come segnalano alcuni cittadini.
La Responsabile Struttura Oceanografica Daphne dell'Arpae Carla Rita Ferrari ha detto che si tratta di organismi globosi, gelatinosi, trasparenti simili alle meduse (appartengono agli Ctenofori), il cui nome scientifico è “Mnemiopsis leidyi”.
Sono stati descritti di dimensioni di qualche centimetro sprovvisti di cellule urticanti con il corpo caratterizzato da costole lungo le quali si notano una serie di ciglia vibranti dotate di organelli adesivi con cui catturano lo zooplancton di cui si nutrono.
Ecco perché, a differenza delle meduse, questa specie marina sarebbe inoffensiva per l’uomo.
Ecco altre informazioni scientifiche diffuse in merito al Mnemiopsis leidyi dal Cesena Today (a Cesenatico ne sono stati avvistati centinaia, ndr): «è originario delle coste atlantiche del continente americano, ma durante gli anni '80 fu introdotto nel Mar Nero tramite acque di zavorra di petroliere, trovando un ambiente favorevole al suo sviluppo, soprattutto grazie all’abbondanza di cibo e alla scarsità di competitori e predatori e iniziò a produrre grandi aggregazioni che, alimentandosi soprattutto di uova e larve di pesce, nel giro di pochi anni decimarono i già traballanti (a causa della sovrapesca) stock ittici del Mar Nero.
Nel 1999, sempre attraverso acque di zavorra, fu introdotto nel Mar Caspio, dove in alcune aree fece registrare una riduzione dello zooplancton di circa l’80%. Nel 2001 fu avvistato nel Mar Egeo dove però non ebbe effetti così drammatici, forse a causa della maggiore presenza di competitori planctofagi, e nel 2006 fu segnalato anche nel Mar Baltico. Dopo alcuni avvistamenti sporadici nel Mar Adriatico, probabilmente di esemplari provenienti dall’Egeo, è arrivata la prima segnalazione anche nel Mediterraneo occidentale.
La grande tolleranza di questa specie ai diversi fattori ambientali (sopporta salinità variabili da 4 a 38 e temperature comprese fra 4 e 32°C) lo rende capace di adattarsi alle condizioni del Mediterraneo compromettendo gli stock ittici sia attraverso una competizione per le risorse sia a causa della dieta costituita prevalentemente da uova e larve di pesce. Tutto questo fa sì che Mnemiopsis leidyi sia in grado di modificare fortemente interi ecosistemi e ridurre drasticamente l’ittiofauna delle aree che riesce a colonizzare. Ecco perché questa specie è già da tempo un “sorvegliato speciale” le cui segnalazioni sono molto importanti».
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