Recupero Password
“Apriamo un cantiere politico per l'alternativa al centrodestra” INTERVISTA - Il neo segretario di “Rifondazione comunista”, Gianni Porta: poco interessati al partito unico della sinistra
15 ottobre 2003

Il dibattito politico nelle ultime settimane si è acceso in maniera incredibile e anzitempo rispetto alle scadenze elettorali amministrative. C'è fermento all'interno dei partiti e dei movimenti. Proviamo a capire cosa si muove nell'area di sinistra parlando della situazione interna al partito e della politica cittadina con Gianni Porta (nella foto), 25 anni, da poco laureato in Filosofia, iscritto al partito dal '98, nuovo segretario cittadino di Rifondazione Comunista. Come le è stato conferito quest'incarico? “Durante il congresso del 2001 fu eletto un direttivo, quest'ultimo, secondo statuto, nominò segretario Nino Mastropierro, che scelse anche me fra i componenti della segreteria. Recentemente si è sentita l'esigenza di un naturale avvicendamento e lui stesso, dopo aver dato le dimissioni, ha proposto il mio nome, accettato dal partito. Lo definirei un turnover fisiologico, in continuità con la linea decisa dal congresso e che tiene conto dei contenuti sia nazionali che locali del circolo e della sua composizione, faccio riferimento alla folta presenza dei Giovani Comunisti. Sapere che alle spalle ho comunque compagni di grand'esperienza, che non vanno certo via dopo aver lasciato una carica, mi consente di lavorare con molta più tranquillità”. Quali sono gli obiettivi che si pone come segretario? “Innanzitutto il rafforzamento del partito all'interno di un contesto cittadino non del tutto positivo. Rifondazione deve riuscire a svolgere un ruolo propulsivo per ricostruire le ragioni di un progetto unitario, ad agire come elemento catalizzatore di processi che devono ripartire. Mettere assieme un'alternativa in città è difficile, si corre il rischio di imboccare scorciatoie o organizzative o di semplici interlocuzioni fra partiti o di costruire coalizioni eventuali sulla base di rapporti fra singoli, quando non decisamente fra pacchetti di voti. Si tratta di ridare credibilità alla politica, come partecipata dai cittadini in ogni loro configurazione, associazioni, movimenti, comitati, traendo la lezione, chiamiamola così, di Genova, del Social forum. E' questa, secondo me, la sfida più grossa per cui Rifondazione si deve mettere a disposizione. Ovviamente noi possiamo anche rallegrarci del fatto che il partito c'è, funziona, riesce a fare la festa di Liberazione, sa essere opposizione, ma non basta”. Questo cosa comporterà in merito ai rapporti con gli altri partiti di centro sinistra? “A me è piaciuto quanto detto al dibattito organizzato alla Festa dell'Unità da Nino Sallustio, sia la posizione espressa da Cosimo Altomare nella sua relazione introduttiva al congresso della Margherita. E' necessario che si ricreino le condizioni per uno spazio politico comune, chiamiamolo pure, com'è stato già fatto, un cantiere politico, le cui forme e tecniche di funzionamento si decideranno tutti assieme, sulla base della convinzione diffusa che è necessario ricostruire un progetto alternativo. Senza che sia un discorso preclusivo verso altre forme di agire politico, sociale e di organizzazione. Rifondazione a Molfetta, anche alle ultime amministrative, ha corso assieme agli altri partiti dello schieramento, non ci sono quindi ostacoli”. Ha fatto cenno alle ultime occasioni pubbliche cittadine, nelle quali l'ing. Lillino di Gioia ha avanzato la proposta di una collaborazione che apra al “centro”. Cosa ne pensa Rifondazione? “Se per centro intendiamo quello economico e sociale della città, settori produttivi che ci sono e di cui bisogna tener conto per mettere in piedi un rapporto sano, non più distorto da consorterie o da congreghe affaristiche, è ovvio che ci deve essere la disponibilità di tutti i partiti per un nuovo progetto, che tenga conto di discriminanti come la trasparenza, la questione morale, la legalità, la novità del personale politico. Se poi intendiamo l'allargamento come una somma di sigle o di pacchetti di voti, Rifondazione non può pensare che sia questa la strada migliore. Quando è il momento di costruire un progetto sembra quasi che la cosa fondamentale sia il fatto di arrivare ad una consultazione e di vincere. Sarebbe come affermare che la scorsa volta si sia perso il 13 maggio del 2001 e non molto prima, quando si è smarrito il radicamento nella città, i legami non solo con le fasce deboli, ma anche con i ceti produttivi, che rispetto all'inefficienze della attuale giunta cercano comunque delle risposte. Si deve ricostruire un rapporto sano con i ceti produttivi, alcuni dei quali sono danneggiati dalle scelte di quest'amministrazione. Rifondazione, quindi, certo non si rifiuta di discutere con chiunque oggi possa portare un contributo ad un ricambio, ma bisogna tener conto di cosa è portatore. Ci sono delle difficoltà a confrontarsi con chi dà un giudizio lusinghiero della politica della prima repubblica in questa città, con chi ha detto che dal '94 la politica è morta a Molfetta, non si può pensare di unirsi a qualunque costo, per poi trovarsi in difficoltà dopo un'eventuale vittoria. O la mediazione è veramente politica, non soltanto fra partiti, ma fra le forze sociali di questa città, oppure rischiamo di accelerare la sfiducia che i cittadini hanno nei confronti dei partiti e delle istituzioni. E ancora, se la corsa al centro contempla l'apertura a determinati personaggi, io sono convinto che non saremmo ancora allo stato delle cose numericamente consistenti per vincere, mi chiedo allora chi altro bisognerà imbarcare?” Passando a questioni di politica nazionali. Qual è la posizione del circolo locale di “Rifondazione” verso la prospettiva del partito unico della sinistra? “Il progetto del mio partito, almeno da due anni a questa parte, è quello di far crescere una sinistra alternativa a quella che comunque, riformista o moderata che la si voglia definire, accetta la globalizzazione, pensando di poterla governare. Una sinistra alternativa che ovviamente non rifugga dal cimentarsi da prove di governo, tanto più ora che ci sono fattori oggettivi di crisi nello schieramento di destra. L'ipotesi del partito unico della sinistra ci vede, quindi, poco interessati”. Lella Salvemini
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet