Recupero Password
Anoressia e bulimia: due malattie da combattere, convegno al Professionale "Bello" di Molfetta
13 marzo 2015

MOLFETTA - “Mia figlia non è malata. È soltanto un po’ in sovrappeso e l’ho messa a dieta”. Spesso, genitori che credono di prendersi cura dei propri figli, possono lasciare che un’ossessione nascosta dilaghi e sia origine di una malattia potenzialmente mortale. Anche con frasi di questo tipo. Non si tratta di esagerazioni, ma di malattie legate a disturbi alimentari, come l’anoressia e la bulimia. Malattie che agiscono a livello psichico e fisico, causate anche dall’ingresso di stereotipi di bellezza ben lontani dalla realtà.

Rifiutare la prigione degli stereotipi, avere il coraggio di scegliere liberamente chi essere e informarsi sulla pericolosità dei disturbi alimentari, per poterne riconoscere i sintomi magari anche su di una persona molto vicina a noi. Questi i principali obiettivi del dibattito svoltosi nell’Auditorium dell’IISS “Monsignor Bello” di Molfetta. Ospiti d’eccezione la dottoressa psichiatra Laura Dalla Ragione, responsabile dell’Unità Ospedaliera Palazzo Francisci e la filosofa Paola Bianchini, entrambe attive nel Centro Disturbi del Comportamento Alimentare di Todi presso Palazzo Francisci, uno dei più efficienti d’Italia. Grazie alle dottoresse Dalla Ragione e Bianchini, molti ragazzi e ragazze riescono ad attraversare il dolore della malattia, ad affrontarlo e ad uscirne… vivi. Hanno beneficiato del dialogo con le esperte gli studenti delle scuole superiori di Molfetta, convocati tramite la rete delle scuole.

Per introdurre il tema, alcune ragazze dell’IISS “Mons. Bello” hanno recuperato letture e spot del progetto fotografico “Mis(s)timo” dello scorso anno scolastico, in cui si sceglie di indossare magliette colorate e diverse l’una dall’altra, piuttosto che adeguarsi all’omologazione della figura femminile voluta dai mass media. Immagini di veline, fotomodelle e soubrette si proiettano sul corpo delle ragazze senza intaccarne l’identità, che resta autentica.

Quando si parla di disturbi come l’anoressia e la bulimia, bisogna tener conto che è la spinta verso un ideale che diventa perfezionismo clinico a generarli, sottolinea la dott.ssa Dalla Ragione. La prima fase (hooney moon) consiste nel raggiungimento di un apparente benessere, conseguente alla perdita di peso e alla collezione di complimenti da parte di amici e parenti per la forza di volontà dimostrata nel migliorare il proprio aspetto fisico, ma segretamente s’impone un meccanismo aut-aut secondo cui o si raggiunge il massimo risultato oppure non si è niente al confronto con gli altri. Deficit di autostima, senso di inadeguatezza a stare in compagnia e isolamento da parte di compagni e fidanzati sono gli ulteriori passi verso la degenerazione della malattia. Anoressia e bulimia sono disturbi in aumento nella nostra società causati da un cambiamento dei costumi e degli stili di vita e non colpiscono più solo le donne, ma anche molti ragazzi. La pericolosità di queste malattie è sotto gli occhi di tutti: non esistono limiti di età, dagli adolescenti fino ai sessantenni tutti possono essere colpiti; non ci si accorge di essere malati e soprattutto, non esistono casi di guarigione da autonomi.

Come educare i ragazzi e le ragazze a non cadere in questa trappola? La risposta la fornisce la dott.ssa Bianchini: genitori ed educatori non devono sostituirsi ai ragazzi nel tentativo di dar loro un’identità, ma devono solo fornire una cassetta degli attrezzi, lasciandoli liberi di costruirsi da soli. “Cercate la Bellezza come squarcio nel velo della miseria, come la capacità di stupirvi di ciò che da soli non avreste mai potuto notare e non lasciate mai che la bruttezza entri nella vostra vita, neanche sotto forma di compromesso, perché, come dice Goethe, il diavolo entra sempre in maniera silente, vestito da gentiluomo e da seduttore. L’interiorità verrà divorata se la lascerete entrare”.

Un dialogo di grande spessore e attualità, ma che non mira a infangare il mondo della moda, dove il diktat del 90-60-90 vige ancora inalterato: “non si muore perché si ha il sogno di diventare una modella, ciò che uccide è l’ossessione che spinge a far coincidere la ricerca della magrezza con il raggiungimento della felicità e del successo in amore e nella vita”.

A volte si ha timore di parlare dei propri problemi, soprattutto in età adolescenziale, perché solo il pensiero che qualcuno possa venirlo a sapere potrebbe farci morire di vergogna. Ecco perché il Sindaco Paola Natalicchio ha ricordato, a fine incontro, la disponibilità di due psicologi a Molfetta, Maria Pia e Cesare, impiegati nel centro di ascolto dell’Istituto Apicella, che, con riservatezza e attenzione possono prendersi cura di chi può avere qualcosa da confidare.

© Riproduzione riservata

Autore: Marina Mongelli
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet