Ancora un successo a Molfetta del Collettivo teatro popolare “Dino La Rocca”
Con la commedia “Mètremonie alla Melfettèise” scritta da Dino Regina e adattata per la regia di Giorgio Latino
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MOLFETTA - Ancora un successo per il Collettivo teatro popolare “Dino La Rocca”, il gruppo più longevo del panorama teatrale di Molfetta che celebra i suoi primi 50 anni con la commedia con “Mètremonie alla Melfettèise” scritta da Dino Regina e adattata per la regia di Giorgio Latino.
Sono passati 50 anni dalla prima commedia in vernacolo tenutasi al Cineteatro Supercinema, scritta e diretta da Felice Altomare, al quale è stata assegnata una targa ricordo, prima dell'inizio dello spettacolo.
La storia, ambientata in un preciso momento storico/sociale si svolge nel 1962/63 e narra le vicende di una normale famiglia dell’epoca alle prese con un fenomeno, tipico dell’epoca, del matrimonio della loro figlia Cèlsine destinataria di una ambasciata da un giovane americano, figlio di oriundi molfettesi.
Non è un matrimonio per procura, frequente in quegli anni, ma un matrimonio che desta parecchie perplessità nella famiglia della sposa (soprattutto nel padre vecchio stampo), una ragazza poco fortunata in amore, non avendo incontrato la sua anima gemella in loco, va a cercarla oltre Atlantico.
Non è la commedia degli equivoci, alla quale ci hanno abituato il gruppo teatrale molfettese e l’impareggiabile Giorgio Latino, ma è una storia leggera, raccontata con una punta di ironia, sul filo delle tradizioni dure a morire e la resistenza a “cedere” la figlia per il matrimonio, figurarsi poi a perderla quando emigrerà negli Usa al seguito dello sposo e qualche piccolo espediente, di un’amica di famiglia, fanno sì che la cosa vada in porto.
Come ama ripetere Giorgio è una commedia per ridere, sorridere, ma soprattutto riflettere su come son cambiati i tempi e la nostra società.
Non c’è la solita morale, ma la rassegnazione di perdere la figlia e di vedere il nipotino solo in fotografia, che è stato il destino amaro di tanti molfettesi costretti a scegliere la strada dell’emigrazione, dolorosa e inevitabile nella speranza di un futuro migliore che in Italia non era possibile.
Si ride e si sorride alle battute delle donne protagoniste di questa storia, la cui abilità recitativa, ormai consolidata nel tempo, ha avuto un’ulteriore conferma.
Ma anche il personaggio del padre, ben tracciato da Giovanni Saltarelli, è apparso abbastanza convincente, anche… troppo.
Il cast è composto da tutti gli attori del gruppo, che ha saputo amalgamare esperienza e novità.
Ammirevole la passione di Giorgio Latino e dei suoi compagni di scena (tutti bravi nei loro ruoli) per il teatro dialettale che è un atto di amore verso il pubblico che li segue instancabilmente da 50 anni e noi fra questi.
Auguri per altri 50 anni di successi e grazie per donare al pubblico molfettese momenti di spensieratezza, di ricordi (come eravamo) e di riflessioni su un futuro che si spera migliore. Quando le cose si fanno col cuore, il successo è sicuro e meritato.
Questi i bravissimi interpreti: Giovanni Saltarelli, padre della promessa sposa; Mariella Facchini, madre; Jolanda La Rocca, figlia promessa in matrimonio; Caterina Tattoli, commara, sensale del matrimonio; Francesco La Rocca, parroco; Donato De Bari, sagrestano, Giorgio Latino, padre americano dello sposo; Mena Pischettola, madre dello sposo; Antonio Giovine, figlio sposo; Isa Sgherza, sorella molfettese della madre americana; Ely e Maria De Trizio, vicine di casa. Regia di Giorgio Latino.
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