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Anche una tesi di laurea sulla Madonna venuta dal mare
15 settembre 2010

C’è anche una tesi di laurea sulla Madonna dei Martiri. Il 6 luglio 2010, Teresa Racanati di Molfetta ha brillantemente conseguito la laurea in Lettere Moderne nell’Università degli Studi di Bari, discutendo con la prof.ssa Anna Maria Tripputi (Ordinario di Storia delle Tradizioni Popolari nella Facoltà di Lettere e Filosofi a) la tesi: “La Madonna venuta dal mare”. Credo sia la prima volta che la storia e la devozione popolare verso la nostra Compatrona entri in una seduta di laurea dell’Ateneo barese, per cui la città di Molfetta, nella persona del primo cittadino sen. Antonio Azzollini, ha espresso profonda gratitudine e riconoscenza alla neo dottoressa. Ma vediamo da vicino questo lavoro. La tesi si compone di sette capitoli così intitolati: 1 Brevi cenni sul culto mariano; 2 Il culto della Madonna dei Martiri di Molfetta; 3 La Madonna dei Martiri nel cuore della marineria molfettese; 4 I miracoli della Madonna dei Martiri e la “Médonne du tremelizze”; 5 Una festa esportata; 6 Un curioso episodio: il manto azzurro della Madonna; 7 La fi era di Molfetta tra tradizione e innovazione. Ogni capitolo contempla un’ampia dissertazione storico-documentale dalla devozione e folklore popolare in onore della Madonna dei Martiri, tanto cara ai molfettesi residenti e sparsi per il mondo. «Si può dire - scrive la dottoressa Racanati - che la festa della Madonna dei Martiri si è svolta nei secoli e continua a svolgersi, conservando gli aspetti più tradizionali che l’hanno sempre contraddistinta come la processione, il sorteggio della barca che ospita la statua della Madonna, l’imbarco, la ritirata, la fi era degli animali, le bancarelle, i fuochi d’artifi cio e tutte le altre performance più o meno folkloristiche di cui i molfettesi si rendono protagonisti. Le tradizioni come questa, sebbene vengano legittimate spesso da riconoscimenti religiosi, narrate da autorevoli voci storiche, ricordate da eminenti personalità politiche, traggono la loro maggiore forza dalla potenza della pietà e devozione popolari. Senza questi due fondamentali sentimenti non si sarebbe mai potuta perpetrare sino ad ora questa tradizione che non è rimasta circoscritta nei confi ni della città, anzi, è riuscita ad emigrare oltreoceano, in continenti lontani, divenendo una festa importante per chi è stato costretto a lasciare la propria terra e i propri cari. E soprattutto in quest’epoca moderna – conclude la Racanati – tutti possiamo conoscere il valore che può assumere nella vita sociale degli uomini una tradizione. Infatti, in un periodo in cui si è preda della comunicazione di massa e si è ormai schiavi dell’informatica e della tecnologia e del progresso in generale, coi suoi ritmi frenetici e le angosce grandemente diffuse, la gente tende spesso a non dare il giusto valore alle proprie origini o più semplicemente ai valori genuini che i nostri antenati, tramite le tradizioni, hanno cercato di tramandarci». Si tratta di un lavoro abbastanza interessante che comprova effi cacemente la pietà popolare mariana di un popolo devoto che ha inserito l’impronta della Regina Martyrum nelle preghiere, nelle lodi, nelle invocazioni, nei segni, nei canti, nelle barche, negli ex voto, diventando simbolo autentico della comunità, centro affettivo di tutti i molfettesi locali e sparsi per il mondo. Nella stessa maniera, il Concilio Vaticano II ha riaffermato l’importanza della devozione popolare, confermando la legittimità delle immagini sacre di Cristo, della Vergine e dei santi, per contrastare alcune tendenze miranti a eliminarle dai santuari. Perché la pietà, la devozione verso la Vergine non rilevano del sentimentalismo, ma l’amore verso Colei che è Madre e modello in grado di condurre gli uomini, i suoi fi gli, a incontrare Cristo. La pietà fi liale verso la Madre di Gesù suscita presso i cristiani, come ha osservato papa Giovanni Paolo II, «la ferma decisione di imitarne le sue virtù».

Autore: Cosmo Tridente.
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