25 aprile, operazione rimozione a Molfetta
CORSIVO
Mentre a livello nazionale sul “25 aprile – Festa di Liberazione” è montata un'acida polemica tra chi la vuole abolire e chi si sforza, come il presidente della Repubblica, Ciampi, di riaffermarla coma la “Festa degli italiani”, a Molfetta si già andati oltre. Festa sì ma con rimozione storica, con l'appropriazione indebita della nuova destra emergente tutta conformismo e doppiopetto governativo, di una ricorrenza che i fascisti ante, neo e post non hanno mai digerito.
E' paradossale ma a questo è stata ridotta la celebrazione che si è svolta a Molfetta alla presenza del sindaco Tommaso Minervini, del presidente del Consiglio comunale Pino Amato, attorniati dalle autorità militari, qualche consigliere comunale e da un gruppo di curiosi e cittadini affezionati a questa ricorrenza.
Ma i protagonisti inediti sono stati i giovani dell'associazione “Eredi della Storia” che precedevano il corteo istituzionale con una grande bandiera tricolore. Questo gruppo si sta distinguendo nel raccogliere cimeli e documenti relativi a vicende di molfettesi negli anni bellici, generalmente di tipo militare. Un'operazione meritoria se non fosse per la presunzione di riscrivere gli eventi con un malcelato spirito di rivalsa fortemente ideologico, invece di un'analisi storica di ampio respiro.
In questo scenario di oscuramento della memoria anche il sindaco Tommaso Minervini ha voluto dire la sua. Nel discorso commemorativo ha parlato del valore della libertà e della democrazia, del sacrificio generico di chi ha pagato con la vita la conquista di questi ideali, il valore delle istituzioni democratiche, sintesi dell'unità di popolo. Nessun riferimento alla lotta contro il nazifascismo e alla Resistenza, sementi della Costituzione Repubblicana.
Insomma, una vera e propria rimozione storica sulle ragioni e i valori del 25 aprile. Ma il sindaco è andato oltre parlando genericamente del piombo degli intellettuali e di certa stampa che semina odio e discredito verso le istituzioni, con tanto di riferimento all'assassinio del sindaco Carnicella. Frasi gravissime. In pratica, più che un discorso celebrativo è stato un comizio.
Alla fine a ricordare ai cittadini presenti cosa si stava celebrando ci ha pensato un sparuto gruppo di militanti comunisti con qualche bandiera rossa che ha intonato “Bella Ciao”.
Francesco del Rosso