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Zanotelli: la Chiesa scelga la pace. Sempre
27 aprile 2003

“Come cristiani dobbiamo ricordare che uccidere è un gesto immorale contrario al Vangelo”, con questa frase forte il comboniano padre Alex Zanotelli ha fissato l'immagine di una Chiesa che sceglie la pace sempre e comunque. Come Don Tonino e ha chiesto un minuto di silenzio per le vittime di tutto il mondo: sono stati 60 secondi di un silenzio assordante in cui ognuno ha potuto immaginare le grida disperate di tanti uomini uccisi da altri uomini, in guerre senza senso e senza storia. E sul filo conduttore della pace si è sviluppato tutto l'appassionato intervento di Zanotelli, già direttore della rivista “Nigrizia” che ha ricordato l'attenzione di Don Tonino per gli ultimi e auspicando il ritorno alla chiesa dei poveri, ha detto che le guerre di oggi sono guerre contro i poveri, ne muoiono 30-40 milioni l'anno. “Per me è stato fondamentale aver vissuto 12 anni in Africa – ha aggiunto - per capire che viviamo in un sistema economico che uccide: ecco perché dobbiamo scegliere la pace, sempre. E don Tonino ci ha dato un esempio con la chiesa del grembiule e la sua battaglia per la pace (quanti insulti ha ricevuto per il suo “no” alla guerra del Golfo). L'attenzione ai più deboli, alle vittime innocenti di un sistema economico e finanziario che opprime anche la dignità di migliaia di persone rende urgente l'impegno di tutti i cristiani, secondo padre Alex, a divenire “un termostato della società e non un semplice termometro.” L'azione non violenta inventata dallo stesso Gesù di Nazaret, per padre Alex, ha affascinato lo stesso don Tonino inducendolo a prendere delle posizioni spesso scomode e incomprese anche all'interno della stessa Chiesa. Ma proprio su questi sentieri tutti gli operatori della pace devono sentirsi uniti in un corale rifiuto della logica di mercato e adoperarsi affinché la loro voce possa essere ascoltata anche dai grandi della terra in un contesto internazionale quale l'Onu. Zanotelli ha denunciato la continua produzione di armi e la recente modifica alla legge 185 del '90 (per la quale si battè anche don Tonino) da parte del Parlamento italiano, che imponeva il controllo della produzione e dell'esportazioni delle armi e che ora permette questo con più facilità; ha deplorato l'atomica (“abbiamo tante bombe atomiche negli arsenali, da poter distruggere la terra per quattro volte”) e ha invitato al Chiesa a parlare di disarmo. Dopo aver criticato la legge Bossi-Fini sull'immigrazione (“mi vergogno di essere italiano”), il comboniano ha messo in evidenza come stia crescendo una società civile contraria alla guerra, come hanno dimostrato le manifestazioni pacifiste di questi ultimi mesi. “Don Tonino diceva che in tempo di alluvione, bisogna mettere a coltura le sementi – ha concluso – sarebbe bello che come la marcia Perugina-Assisi, si facesse un'altra marcia Molfetta-S. Maria di Leuca, perché l'Europa non diventi un altro polo militare, anzi dalla punta dell'Europa deve partire il ponte verso il Medio Oriente per quella convivialità delle differenze tanto cara proprio a don Tonino”. Insomma, la chiesa del grembiule non è una favola, ma una stupenda realtà da coltivare e allargare per ché i poveri del mondo si sentano meno poveri.
Adelaide Altamura
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