Recupero Password
Vorrei voler bene al Sud e a Molfetta ma…
15 novembre 2007

Vorrei vivere in un posto dove si respira aria pulita, dove non ci sono immondizie di ogni genere buttate ai bordi delle strade, nelle scarpate, sotto i ponti, nelle campagne; dove i sacchetti non vengono gettati per terra ai piedi dei bidoni vuoti, dove le spiagge non siano un tappeto di fondi di pizza, piatti di plastica, bottiglie e lattine vuote, fazzoletti igienici infi lati persino nelle fessure degli scogli. Vorrei vivere in un posto dove non si distruggono alberi bellissimi, anche nei condomini privati, perchè a qualcuno “fanno troppa ombra” o si bruciano ulivi secolari perché magari si deve fare un parcheggio. In un posto dove non si offende l'intelligenza della gente dicendo che le tortore o altri piccoli animali fanno danni e quindi vanno sterminati dai cosiddetti “amanti della natura” armati di fucili, protetti da leggi regionali che si preoccupano più degli interessi di qualche associazione venatoria e di fabbricanti di armi (che portano tanti voti) che della salvaguardia del patrimonio naturale, incuranti di quanti animali e boschi gli incendi innescati da criminali imbecilli ed autolesionisti hanno già ammazzato e distrutto. Anche a Molfetta abbiamo avuto i nostri bravi incendi di alberi, guarda caso a pochi metri da palazzi in costruzione e non mi pare che qualcuno si sia sbracciato a tentare di spegnere il fuoco. Ho telefonato ai Vigili urbani, mentre passavo per caso di sera sulla complanare della statale 16 bis, in prossimità di un sottopasso, e decine di ulivi continuavano a bruciare alla base lentamente, senza fi amme, come tanti lugubri bracieri, e mi è stato riferito che si trattava di “autocombustione”(!) e che i Vigili del fuoco erano già intervenuti. Non occorre andare lontano a leggere trattati sull'effetto serra o sulla desertifi cazione della nostra terra o sull'inquinamento dell'aria e dell'acqua; cominciamo a fare un inventario nella terra che amiamo, guardandoci intorno qui a Molfetta, rifl ettendo su come è cambiata: quanti ulivi sono scomparsi, distrutti o venduti al nord, nelle zone di espansione, nella zona industriale ed artigianale e nei mega-centri commerciali? ”Olivi secolari vendesi a prezzo trattabile, oppure scambiasi…”, recitava testualmente un annuncio pubblicitario di un anno fa! Quante fontane pubbliche ormai danno ancora buona acqua, per quante ore al giorno e soprattutto hanno i rubinetti non strappati, manomessi o insozzati da chi li usa per fare autolavaggio? Passo spesso dalla fontana della Madonna della Rosa e vedo sempre meno persone che riempiono damigiane e bottiglie e sempre più il rubinetto a secco, il contatore manomesso e lo sportello di ferro aperto e piegato. Vorrei vivere un posto dove si usano le frecce per svoltare, si danno le precedenze, si rispettano le strisce pedonali (quando si vedono), dove non si chiamano le nonne dell'ultimo piano restando seduti in macchina e strombazzando all'impazzata ma usando il citofono. Un posto dove le strade pubbliche sono pulite, libere da cassette di frutta, paletti multicolori, cric, treruote e camioncini di traverso e dove i segnali stradali non vengano coperti e usati per appendere i sacchi di patate: andate a vedere con occhio attento cosa accade nelle strade e stradine di piazza Paradiso, o di Corso Fornari o nella via “privata” Massimo D'Azeglio. Vorrei anche una città dove non si costruiscono palazzi in mezzo alla strada, non si rubino o si vandalizzino persino i segnali stradali, dove le lettere e le segnalazioni fatte dai cittadini al Comune vengano degnate di una qualsiasi risposta. Vorrei una città in cui poter circolare in bicicletta sulle piste ciclabili ormai scomparse, dove i motorini viaggino senza le marmitte sfondate, con le luci accese di sera e con i caschi ben allacciati. Non voglio fare la retorica del “Nord” civile e del “Sud” privo di senso civico e di rispetto per se stesso, per gli altri e per l'ambiente, ma è purtroppo una realtà amara questa differenza, pur con le dovute eccezioni. Salta all'occhio di chi è innamorato della propria terra e ha un minimo di spirito critico, fi guriamoci per chi viene da fuori a trascorrere anche solo qualche giorno di vacanza. L'accorata lettera della moglie del Maestro Riccardo Muti, pubblicata su Quindici e ripresa dal Corriere della Sera, non deve e non può essere ignorata! Credo infi ne che le agenzie pubbliche, le scuole soprattutto e anche, perché no, le strutture religiose, possano e debbono fare molto nel senso del recupero dell'educazione civica, del rispetto dell'ambiente e della natura. Può essere molto più effi cace l'insegnamento e l'azione di una maestra o di un professore in classe, o di un sacerdote dal pulpito, che non mille ordinanze comunali o diecimila guardie.
Autore: Mauro Binetti
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet