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Tra la gente in attesa: tutti partecipi di un evento storico
15 maggio 2018

Batte il sole a Molfetta dopo 25 anni nella giornata del 20 aprile: è il segno di una piccola città che si è preparata ad un grande evento. Abbiamo ascoltato la gente in attesa dell’arrivo di Papa Francesco per raccogliere impressioni, sensazioni, emozioni «E’ un evento grande quanto la responsabilità incombente che ho sentito in qualità di soccorritore» racconta un volontario del SerMolfetta, emozionato quanto soddisfatto. «Fa un certo effetto ospitare nella propria città una persona così importante a livello mondiale, ed è per questo che Molfetta e le zone limitrofe hanno dato il massimo, esprimendosi con chiarezza sin dal primo momento, per garantire supporto sanitario e sicurezza». Sicurezza percepita a tutti gli effetti, come testimoniano quanti, colpiti dal messaggio di don Tonino Bello, hanno sfidato il caldo e la folla per assistere alla celebrazione del Santo Padre. «Ragionata la divisione in settori, probabilmente più punti di accesso avrebbero reso l’organizzazione ancora più ottimale, ma niente da dire, tutto è proceduto tranquillamente »; «Non si sono riscontrati problemi di alcun tipo e quelle lievi emergenze sorte, sono state gestite con calma, prontezza e serietà», dicono altri partecipanti. D’altronde non poteva che essere altrimenti, visto il coinvolgimento e la partecipazione riscontrati. «Credo fermamente negli ideali che caratterizzano questa giornata di festa e di gioia» dice una ragazza che è su Corso Dante dalle prime ore del mattino. «Don Tonino è stato un grande uomo e merita di essere ricordato dignitosamente», dice una signora anziana seduta ad uno sgabello di cartone. «È un evento imperdibile che segna la storia della nostra città e che vede protagonisti due figure distintesi per la loro umanità e per la loro semplicità», afferma un signore cinquantenne. Gli stessi valori in nome dei quali i fedeli hanno vissuto questo momento di festa, che è riuscito a riunire i più grandi, spinti dal ricordo dell’indimenticabile servo di Dio, e i più piccoli, desiderosi di rendersi partecipi di un evento senza precedenti, e probabilmente senza conseguenti. «Siamo qui perché il Papa a Molfetta non torna più», affermano due bambine, resesi conto con tenerezza della portata di questo avvenimento. In fondo è dedicato anche a loro, ai piccoli, alla loro genuinità e alla loro voglia di camminare sulle stesse orme, indelebili, tracciate da don Tonino Bello. Ajna e Marnhusc, 40 e 50 anni, collaboratrici domestiche musulmane: «Siamo arrivate alle transenne per le ore 7 di mattina, prima di recarci a lavoro, volevamo partecipare ad un evento così importante. Siamo musulmane, non crediamo nella Chiesa Cattolica, ma essendo cittadine molfettesi, volevamo vedere l’impatto di un evento storico che ha coinvolto e mobilitato tutta la città. Siamo eccitate e curiose, il Cristianesimo è una religione che non condividiamo, ma siamo rimaste stupefatte da quanti credenti e laici siano accorsi in massa solo per poter salutare papa Francesco da lontano. Non conosciamo don Tonino Bello, perché siamo a Molfetta da soli 5 anni, ma evidentemente è stato un buon sacerdote e un uomo che è rimasto nei cuori dei molfettesi». Margherita, 40 anni, mamma e freelance: «Sono originaria di Molfetta, ma non vivo più qui perché sono andata via 20 anni fa per trovare lavoro. Ho sposato un milanese e ora il frutto del nostro amore, ha dato vita a Giulia, la nostra piccolina di 6 anni che ho ritenuto di portare con me. Essendo una freelance, il mio lavoro mi ha portato a potermi concedere 3 giorni a Molfetta per venire a salutare papa Francesco. Io e Giulia siamo arrivate ieri sera e dopo qualche ore di riposo, siamo accorse alle prime luci dell’alba. Giulia è entusiasta di poter vedere dal lontano “il sacerdote tutto vestito di bianco più importante del mondo”, io da cattolica praticante sono emozionatissima! Anche perché uno dei vescovi migliori della città e uomo splendido come don Tonino Bello sarà valorizzato dalla personalità più eminente della chiesa cattolica!». Suor O.C. Assunta, 50 anni, carmelitana: «Sono una suora carmelitana da quando io ne abbia memoria, sono contenta di aver assunto questo ruolo e aver dedicato la mia vita alla preghiera! Sto seguendo l’iter di beatificazione del vescovo don Tonino Bello, figura emblematica per la preghiera “Dammi signore un’ala di riserva!” e per il suo motto “insieme, costruttori di pace” e sono veramente contenta che la città in cui ha svolto il suo sacerdozio, sia accorsa per onorarlo insieme alla figura del Santo Padre. Non conoscevo don Tonino di persona, ma mi sono informata sul suo modus agendi e ritengo che i principi della Chiesa siano stati messi in atto da lui in maniera veramente umile ed autentica!». Marina, 24 anni, studentessa, volontaria del servizio d’ordine: «Sono veramente emozionata per la venuta del Papa nella mia città, visto che è la prima volta nella storia! Nonostante non abbia preso una posizione ben definita per quanto riguarda la mia religiosità, da laica, sono stata veramente coinvolta emotivamente da questo evento storico. Ho pianto quando ho visto papa Francesco scendere dall’elicottero, vedere il suo sorriso e la sua serenità, ha proprio causato in me una grande emozione! Facendo parte del servizio d’ordine, ho prestato soccorso a chi ne avesse bisogno, dando indicazioni ed informazioni a chi me lo chiedesse; ho portato balle d’acqua nei settori in cui mancava, nel più piccolo mi sento di aver prestato servizio anche io alla comunità molfettese. Sono davvero orgogliosa di aver partecipato all’evento di commemorazione di Don Tonino Bello, vescovo della mia città ma soprattutto uomo di Dio dalle grandi vedute, nonostante, per ragioni anagrafiche, non l’abbia conosciuto personalmente. Ho partecipato all’evento perché rimanga nella mia memoria un’idea di papa semplice, umano, che reincarni le prerogative di Gesù Cristo». Sara Fiumefreddo Marina Francesca Altomare © Riproduzione riservata

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