Recupero Password
Tornare a credere nell’Uomo
15 dicembre 2024

Lenta agonia, coma irreversibile, consorteria politica tipica della destra (quella al governo, ad esempio), familismo, clientele, traffici politici, trasformismi, idolatrismi, sindaci ombra, con tanti voltagabbana che hanno contagiato anche i nuovi consiglieri comunali, quelli che avrebbero potuto rappresentare il cambiamento ma si sono adeguati al sistema, con cambi di casacca, ricatti politici e minaccia di lasciare la maggioranza per ricavare incarichi e prebende. Che grande delusione, ancora una volta! Soprattutto per chi ha creduto in loro, quelli elettori che speravano in un cambiamento e si sono ritrovati di fronte a politici che hanno imparato il passo del gambero, per ritornare in squadra con una medaglia e qualche gettone in più. Così assistiamo al protagonismo degli inutili, all’egolatria imitativa e alla rincorsa del peggio, perfino nelle imitazioni di modelli negativi in quanto a competenza, a spessore politico, a capacità amministrativa. Per dirla con una parola: a valore. Sembra una rincorsa al peggio. Tutti a vantare le opere del “regime” (inaugurate e abbandonate a se stesse) con l’ipocrita chiosa del “lavorare in silenzio”. Opere senza futuro, senza valore e soprattutto senza senso, se non quello di cementificare ancora di più per rispondere non ai bisogni dei cittadini (che si riscoprono tra i più sportivi in Italia, visto il record di impianti realizzati, come piace dire al sindaco Minervini, con la scelta di un teatro in meno e una palestra in più), ma a quelli degli amministratori per garantirsi consensi solo elettorali non politici (intesi nell’accezione migliore, cioè promozione della dignità della persona). Siamo all’egocentrismo, all’opportunismo, alla miseria morale venduta al profitto dei voti. Senza preoccuparsi di far tornare i conti dei bilanci, perché anche quelli saranno in deficit e a rischio dissesto. Utilizzare i fondi Pnrr, non per reali necessità, ma per opportunità politica e chissà se anche clientelare (lo si capirà dopo)? La voglia di utilizzare questi soldi piovuti dal cielo europeo, attribuendoseli come propri, ma spendendoli male senza una visione: un silenzio è proprio il caso di dirlo. Le autocelebrate capacità del sindaco, attorniato da una classe dirigente di scarsa qualità (con qualche eccezione), si perdono alla verifica dei fatti: privilegiare il cemento al verde significa attuare politiche degli anni 60-70 quando il mattone e le opere pubbliche erano prioritarie. Ma oggi appare evidente la prevalenza di una politica vecchia (che mostra età e incapacità di rinnovarsi da parte di chi governa la città) quella delle opere pubbliche. Una logica, se vogliamo, anche fascista: di quell’epoca restano le monumentali costruzioni dal lungomare di Bari all’Eur di Roma. E, in quest’ottica, si costruiscono case e scuole in una città dalla popolazione fantasma, dove disuniscono le nascite, fuggono i giovani, restano i vecchi e qualche privato fa fortuna con le residenze per anziani. Molfetta è una città vecchia come i suoi abitanti e come chi è incapace di governare il presente. La politica amministrativa è stata definita “Tommasismo”, l’ultimo amministratore Narciso. In questo scenario, per Molfetta si aggira un vecchio Diogene alla ricerca della città e dell’uomo. Ma nella sua disperata indagine incontra solo una sinistra divisa, incerta, incapace di fare sistema, mettendo insieme energie e risorse già scarse. Rifondazione, ormai scomparsa in Italia, resiste a Molfetta per una sua specificità ammirevole, ma incapace di fare gruppo; Il Movimento “Rinascere” sempre alla ricerca di un leader e viziato da una rivendicata “verginità originaria”; “Molfetta libera” efficace nei contenuti, ma scarsa nei numeri, la stessa cosa potrebbe dirsi di “Sinistra italiana”; il Pd viziato da qualche convitato di pietra e da un’area giovanile scarsamente autonoma. Non parliamo dei 5 Stelle che a livello locale (ma anche nazionale) si affidano a personaggi di scarsa credibilità e spessore, oltre a una politica che oscilla tra un confusionario grillismo e un incerto contismo (“il signor quasi”, la bella definizione del giornalista Francesco Merlo). Troppo difficile capire che l’alternativa si costruisce con l’unione degli interessi come l’attuale governo “ciambotto” oppure con l’unione delle idee, delle risposte ai bisogni reali della gente e quant’altro? “Il mondo è bello malgrado tutto” scriveva Charles Baudelaire. Vorremmo pensarla così anche noi, affidando la speranza di un mondo migliore agli uomini liberi che sognano una società più giusta che si fa realmente comunità, allontanando le divisioni in nome di una visione del bene comune, senza interessi. E’ l’augurio che facciamo alla nostra Molfetta alla vigilia del Natale e di un nuovo anno che si apre con foschi scenari. Sta a noi riportare la pace in un orizzonte la cui serenità appare ancora lontana. Ma dobbiamo crederci tutti quanti senza divisioni, perché nessuno si salva da solo. Bisogna tornare a credere nell’Uomo, ci avrebbe detto il caro don Tonino. L’essere umano può trovare cammini di sapienza, di amore, di verità in questa società dominata dal postmoderno e dalla società liquida di Bauman. Con Marco Mengoni “credo negli esseri umani che hanno coraggio di essere umani”. Auguri di Buon Natale di un anno nuovo un po’ migliore di quello tragico che ci lasciamo alle spalle. © Riproduzione riservata

Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet