Susanna Camusso a Molfetta: “Rimettiamo al centro lavoro e diritti. Il 5 dicembre sciopero generale per dire no a libertà di licenziamento”
La segretaria nazionale della Cgil inaugura una pietra di inciampo dedicata a Giuseppe di Vittorio e attacca Renzi: “progresso è garantire i diritti dei lavoratori e creare nuova occupazione, non libertà di licenziare”. Dura anche Paola Natalicchio: “dal presidente del consiglio parole inaudite sul sindacato. Molfetta sta dalla parte dei lavoratori”
MOLFETTA - Una “pietra d'inciampo” e un corona d'alloro deposte dalla Segretaria della Cgil Susanna Camusso e dal sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, presso la Villa Comunale, ai piedi del cippo dedicato a Giuseppe Di Vittorio lo storico sindacalista che ha fatto dei diritti dei lavoratori la propria ragione di vita.
“Come Di Vittorio anche noi non ci tiriamo indietro dal dire quando le cose non vanno per il verso giusto e quando non condividiamo le scelte del governo alziamo la voce. Non per puntiglio ma perché sappiamo che la priorità è creare lavoro investendo, partendo dal “pubblico”: opere da far partire, trasparenza, progettualità. I diritti, quelli per i quali Di Vittorio ha dedicato una vita intera, sono diventati privilegi e si preferisce mettere in discussione i primi invece dei secondi” ha sottolineato Susanna Camusso che salita sul palco allestito dalla Cgil, insieme a Pino Gesmundo (Segretario Cgil Bari), Mario Ciuccio (coordinatore Cgil Molfetta) e Mimì Spadavecchia (espressione storica del sindacalismo molfettese), ha lanciato un chiaro messaggio al governo guidato dal segretario del Pd Matteo Renzi: “il 5 dicembre sarà sciopero generale e con questo diciamo chiaro e tondo che noi non ci fermeremo. Non condividiamo queste leggi sul mondo del lavoro. La libertà di licenziare è una libertà che non crea progresso ma che anzi ci riporta indietro. La libertà coincide col progresso perché solo gli uomini liberi possono far sì che il lavoro non si trasformi in schiavitù. Di Vittorio chiese a gran voce lo Statuto dei lavoratori, perché sapeva quale era la strada da intraprendere. Oggi responsabilità politica vuol dire avere un disegno chiaro del paese che porti a ridiscutere anche le regole dei “privati” perché se è vero che bisogna tornare a investire sul “pubblico” è anche vero che serve discutere di nuove politiche con la Confindustria. Così come bisogna intervenire su scandali e soprusi come falso in bilancio, blocco delle opere, corruzione”.
Appassionato anche l'intervento del sindaco Paola Natalicchio: “Molfetta è una città amica del sindacato, una città che lavora e fatica. Mia madre è stata commessa della Standa e io sono una giovane che conosce i tormenti del precariato. Per questo le parole del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha definito il sindacato “inutile” sono inaudite e terribili per noi cittadini, per noi giovani lavoratori. Negli ultimi anni abbiamo assistito allo smantellamento dei diritti del mondo del lavoro; no tutele, no tempo indeterminato. Ricordiamo tutti a Renzi, che la difesa dei diritti dei lavoratori è un diritto inviolabile. E noi stasera da Molfetta lo diciamo a caratteri cubitali: per questa città il sindacato è un punto di riferimento irrinunciabile. Noi sappiamo bene da che parte stiamo, non ci piacciono le larghe intese. La riforma del lavoro deve tenere presente i lavoratori, non si può fare per decreto”.
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Autore: Onofrio Bellifemine