Sui tagli all'ospedale imbarazzante silenzio del Pd e j'accuse del sen. Azzollini ai suoi fedifraghi del centrodestra. Peones allo sbando
MOLFETTA – Sui tagli all’ospedale di Molfetta previsti nel piano di riordino predisposto dal presidente della Regione Puglia e assessore alla sanità Michele Emiliano le forze politiche a Molfetta appaiono divise. Da un lato c’è il centrosinistra nel quale il Partito Democratico mantiene un imbarazzante silenzio, forse per non irritare Emiliano, silenzio anche da parte di chi potrebbe sentirsi in conflitto di interesse essendo dipendente di una struttura privata. Ma la prudenza è dettata anche dalla vicinanza del congresso cittadino che dovrebbe eleggere il nuovo segretario (e qui non faremo nomi, assolutamente sballati, come quelli già messi in giro da qualcuno, per fare un po’ di gossip politico).
Dall’altro lato troviamo un centrodestra (o quello che ne rimane) dove i recenti passaggi del gruppo di Forza Italia capeggiato da Saverio Tammacco nell’area di Emiliano e quindi centrosinistra, impediscono a questi politici di prendere posizione a favore dell’ospedale, per non irritare il presidente della Regione, che li ha accolti a braccia aperte, come ha accolto gli ex di destra del sindaco di Bisceglie Francesco Spina (e guarda caso, l’ospedale di Bisceglie non subisce tagli, ma viene rafforzato, per il pagamento di una cambiale politica, come accusa il consigliere regionale Guglielmo Minervini). Non manca in questo silenzio il consigliere comunale Mariano Caputo, sempre più confuso e senza canzoni adeguate nel suo repertorio canoro consiliare. Silenzio anche da parte di Luigi Roselli che cerca di interpretare il pensiero del suo capo il sen. Antonio Azzollini: quest’ultimo appare sempre più isolato e arrabbiato.
Lo conferma un articolo pubblicato qualche giorno fa sul suo giornale on line di riferimento, da parte del suo addetto stampa.
«Caputo Mariano: assente. Mastropasqua Pietro: assente. Pisani Antonio: assente. Spadavecchia Vincenzo: assente. Minuto Anna Carmela: assente. Tammacco Saverio: assente. Ninni Camporeale: non pervenuto», si apre così l’articolo, con chiaro riferimento ai consiglieri di centrodestra, accusati di essere un’opposizione che «tace. Non proferisce parola. Non ha nulla da dire. Nulla.
Sì è vero, anche il Partito Democratico sta zitto zitto, ma se in questo caso è per via del guinzaglio tenuto ben stretto al collo da parte di Michele Emiliano, il silenzio dell'opposizione è qualcosa di incredibile. O forse è qualcosa di indicibile», aggiunge l’articolo.
Viene salvato solo Roselli, mentre si critica sia Caputo sia la stessa Minuto, evidentemente non considerata di stretta osservanza dal sen. Azzollini: forse non sono sufficienti i suoi numerosi atti di reverenza.
«Tutti gli altri se ne stanno in religioso silenzio. Non solo i soliti consiglieri comunali abituati a non dire nulla su nulla, ma anche quelli che normalmente si fanno notare per le urla hanno scelto questa volta il profilo basso. E pazienza se si parla della salute della gente», continua l’incredibile articolo, che ha tutta l’aria di un forte j’accuse e di una conferma dell’isolamento dell’ex sindaco e senatore del centrodestra, che ha disorientato anche il suo cantor servile, il voltagabbana per eccellenza, passato dal centrosinistra al centrodestra, in controtendenza mercenaria. Non sa come schierarsi il poveretto, quello del giornalismo spazzatura (infatti pubblica solo cassonetti ricolmi e buste dell’immondizia per terra): mettersi contro quelli che ha difeso fino a ieri, pubblicando tutti gli sproloqui possibili? Oppure lanciare l’ennesimo panegirico del senatore, dipinto come il dio in terra, autore di tutti i miracoli (e gli scandali)?
Così Azzollini perde la pazienza, è proprio arrabbiato e vuole mangiarseli tutti. Perciò mette all’indice i suoi ex amici, richiamandoli all’ordine, per scongiurare il pericolo che la sua prossima manifestazione pubblica (da qualche tempo il senatore è tornato attivo, per evitare che i peones lo releghino nell’angolo, in un inevitabile dimenticatoio) possa andare deserta. Cosa faranno i fedifraghi, che stanno cercando di smarcarsi dall’ingombrante senatore, per provare a creare una sorta di minestrone politico, senza leader o figure carismatiche, ma fatto solo dai peones, una classe politica mediocre che, mettendo insieme figure di destra e sinistra (gli agitati noti dinosauri), cerca di avere una propria visibilità per proporsi come improbabile alternativa amministrativa?
Dopo il richiamo del senatore, vedrete che saranno tutti in prima fila al suo prossimo comizio. Peones allo sbando, insomma.
SULLA SITUAZIONE POLITICA LOCALE VI RIMANDIAMO AGLI ARTICOLI, APPROFONDIMENTI E ALL’ATTESO EDITORIALE DEL DIRETTORE FELICE DE SANCTIS SUL PROSSIMO NUMERO DELLA RIVISTA MENSILE “QUINDICI” IN EDICOLA ALLA FINE DELLA PROSSIMA SETTIMANA.
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