Successo della manifestazione degli studenti a Molfetta. Quindici dà voce al dibattito dei giovani
Oggi sciopero generale contro la Gelmini. L'onda non si ferma
MOLFETTA - Gli studenti molfettesi che hanno scelto la via di una protesta legale al decreto Gelmini ieri sera hanno vinto la loro ultima sfida. Erano ancora centinaia, nonostante non ci fossero lezioni da saltare e nonostante la speranza di cambiare una legge “sbagliata” si fossero infrante già in mattinata con il voto del Senato che ha dato corso alla Legge 133.
I ragazzi in questi giorni hanno messo da parte l'idea di occupare gli istituti scolastici, preferendo manifestare il proprio dissenso per le strade, cercando di sensibilizzare la cittadinanza e ci sono riusciti visto che c'erano anche adulti, non solo provenienti dal mondo della scuola ieri al loro fianco.
Ritrovarsi di sera prima per una fiaccolata per le vie della città e poi per un approfondimento e un dibattito con gli esponenti delle forze politiche locali all'Auditorium Madonna della Pace è andato contro i luoghi comuni e contro l'indifferenza anche di certa stampa che in questi giorni ha espresso soltanto giudizi affrettati e non ha seguito da vicino le tappe della contestazione giovanile.
I ragazzi si sono autotassati, hanno prenotato la sala e chiesto a noi di “Quindici”, che da sempre abbiamo offerto ampio spazio alle scuole e anche in questa occasione abbiamo raccolto passo dopo passo la voce degli studenti, di moderare un dibattito che si annunciava “acceso” per la presenza anche degli esponenti del Pdl, che si sono espressi in difesa della riforma.
Il confronto è stato serrato ed è partito dal tema dei tagli all'università, argomento vicino agli studenti delle scuole superiori che nei prossimi anni dovranno fare i conti con gli effetti di questi cambiamenti. Giacomo Piepoli, di Azione universitaria e Giacomo Rossiello di Alleanza Nazionale, hanno in prima battuta spiegato le ragioni dei tagli “necessari” agli sprechi e la positiva “libera apertura degli Atenei alle fondazioni private che creano un ponte con il mondo del lavoro” (Nella foto Giacomo Piepoli, Giacomo Rossiello, il moderatore Michele de Sanctis di "Quindici", Francesca Lunanova e Gianni Porta).
Francesca Lunanova, del Partito Democratico, ha contestato questa impostazione sottolineando che gli investimenti privati soprattutto al Sud sarebbero ridotti per la mancanza di grandi imprese in grado di finanziare la ricerca universitaria, che comunque finirebbe per penalizzare gli studi umanistici che non offrono un immediato profitto.
Poi è stata la volta di Gianni Porta di Rifondazione che ha contestato prima nel “metodo” e poi nel “merito” il decreto Gelmini ma soprattutto i tagli operati dalla Finanziaria di Tremonti che “ha finito per penalizzare sempre le voci di spesa dello stato sociale”.
E' stato difficile tenere a freno gli interventi dei ragazzi che, dimostrandosi preparati sugli articoli del testo di legge, hanno contestato punto per punto le argomentazioni dei sostenitori del decreto e sono stati i veri protagonisti della serata non solo con domande ma anche con interventi articolati.
In sala erano presenti studenti universitari ma anche docenti e maestre così il dibattito è scivolato sui temi della riforma riguardanti la scuola primaria: il maestro unico, la contrazione delle ore di lezione e le classi “ponte” per gli alunni stranieri. Ne sono stati contestati i principi, “l'assenza di un modello pedagogico di riferimento” che giustifichi il ritorno al maestro unico, la componente ideologica che passando per “grembiulini e voti di condotta vuole educare un popolo di scolari obbedienti”.
Tante le voci e tanti gli argomenti che alle 22 quando era tutto finito gli ultimi ancora si animavano in discussioni.
Oggi sciopero generale, poi chissà qualcuno ha evocato il referendum. Ma una cosa anche a Molfetta è apparsa chiara: la nuova generazione ha smesso di essere “quieta” e “l'onda anomala” non accenna a fermarsi.
Autore: Michele de Sanctis