Spettro elezioni anticipate, tra timori e speranze a Roma e Molfetta
Elezioni sì, elezioni no. E’ il tormentone che ci accompagnerà chissà per quanto tempo. Ad agitarle prima Silvio Berlusconi e poi in modo fermo il leader della Lega, Umberto Bossi, convinto più del premier di poter fare incetta di voti in tutto l’arco alpino. Dopo l’ennesimo summit in casa del Capo, Bossi ha dissotterrato l’ascia di guerra. La palla, o meglio il cerino, è stato rimandato nel campo avversario presieduto dai finiani, i quali tra stilettate velenose, continuano a ribadire la fedeltà al governo, però solo temi scritti nel programma elettorale, mentre per il resto, soprattutto la giustizia cui tiene molto il premier, invocano mani libere. Ma abilmente Fini nel discorso di Mirabello, considerando sciolto il Pdl, ha ripassato il cerino a Berlusconi. A quanto pare, perciò, la fine anticipata della legislatura è molto di più di un’ipotesi. Il nocciolo è che nessuno vuole assumersi la responsabilità e quindi la minacciano, ma lasciando agli altri l’onere della rottura della corda. Sembra una manfrina, perché, tranne la Lega, gli altri attori hanno bisogno di tempo per organizzarsi. E gli italiani staranno a guardare questa sceneggiata. Affacciati al balcone anche i molfettesi, alcuni con tormento, altri speranzosi di una rivincita immediata. Stop alla stagione del doppio incarico? La stagione del doppio incarico sindaco- senatore Antonio Azzollini potrebbe interrompersi nuovamente per un evento nazionale. Due anni fa la “colpa” fu attribuita alla risicata maggioranza del governo Prodi, questa volta ad agitare lo spettro elezioni, lo stesso Premier e il solidale nordista Bossi, dopo l’uscita dall’ennesimo partito di plastica inventato da Sua Emittenza, della nutrita schiera parlamentari ex An che fanno capo al Presidente della Camera Gianfranco Fini. Anche se lo spettro delle urne si avvicina e si allontana a giorni alterni, secondo le dichiarazioni continue di tizio e di caio, l’opzione è al vaglio delle forze politiche che, sotto traccia, stanno lavorando per presentarsi con le carte migliori all’appuntamento col popolo sovrano. Certo, il nodo della legge elettorale è un freno per coloro che si oppongono all’asse B&B(Berlusconi-Bossi). “Prima la nuova legge e poi le elezioni”, quindi un esecutivo tecnico di breve durata, continuano a dichiarare gli anti B&B. “Non se ne parla proprio, la legge non si cambia”. Insomma, la legge “porcata” piace ai padroni pro-tempore del vapore Italia. Ma in politica bisogna essere vigili e prepararsi anzitempo ad ogni evenienza. A Roma come a Molfetta. Il destino di una città legata alle ambizioni del sindaco-senatore Il doppio incarico istituzionale ha saldato in un unico destino la legislatura e la consigliatura. Il fi lm lo abbiamo già visto due anni fa: dimissioni del sindaco Azzollini che libero dal fardello della fascia tricolore gareggiò sia per il seggio senatoriale, sia per la poltrona di primo cittadino. Un’operazione facile, perché questa legge elettorale che, come nei reality, produce nominati e non eletti, il “nostro” non si dannò più di tanto nel girare paesi e contrade del collegio elettorale, per cercare voti: bastava la lista del capo. Che farà questa volta Antonio Azzollini. Rifi lerà ai molfettesi lo stesso fi lm di due anni fa? E’ la domanda che si fanno in molti, come se il destino del nostro eroe fosse nelle proprie mani. In caso di elezioni si dà per scontata la ricandidatura di Azzollini (e 15 anni in Parlamento). Sarebbe la quinta consecutiva, un’opportunità solitamente riservata ai componenti dello stato maggiore del partito, e per quanto ci risulta Azzollini non appartiene a questa schiera. Il Senatore, però, ha dimostrato sapersi muovere dietro le quinte. Al riparo delle luci mediatiche ha saldato rapporti e intese, se non proprio con il Capo, sicuramente con esponenti di primissimo piano, tra l’invidia di molti suoi colleghi del suo stesso partito. Rapporti non solo personali, ma anche di casta. Come defi nire quella schiera di parlamentari benefi ciari del doppio incarico e che si spalleggiano tra di loro per non mollare il potere amministrativo? Una “cricca” che ha un punto di forza inattaccabile: fare lobby per il proprio territorio. Su questo aspetto Antonio Azzollini ci ha saputo fare e ha costruito una rendita di riconoscenza da parte di una folta schiera di molfettesi. Per questo si dà per scontato che Azzollini, in caso di elezioni anticipate, punti ancora ad un nuovo doppio incarico, anche perché a Molfetta in 10 anni di governo, una personalità di spessore politico in grado di proporsi per la carica di sindaco, deve ancora spuntare. C’è l’ipotesi di un ritorno di Tommaso Minervini, ma non tutto il centro-sinistra lo appoggerebbe e sarebbe un fl op. Le stagioni della politica però sono così imprevedibili che le certezze potrebbero vacillare, tra chiacchiere e voci lanciate nell’agone mediatico. Nei giorni scorsi è circolata la voce, rilanciata in anteprima da “Quindici” e smentita a caratteri cubitali dall’interessato che non poteva fare altro, di un Azzollini pronto ad accasarsi con chi gli garantirebbe la candidatura e ovviamente in una buona posizione di lista. Altro rumor racconta della promessa di un posto di sottosegretario, ma niente candidatura. E gli altri? All’indomani della rielezione di Vendola alla guida della Regione, nei partiti di centrosinistra si parlò di punto di partenza per preparare l’alternativa al centrodestra locale. C’era anche la consapevolezza che il tragitto non sarebbe stato breve, anche perché nessuno immaginava un’ipotesi di sfi da nel giro di pochi mesi. Anche se a livello locale, intese innaturali e liste civiche improvvisate, sono la norma, l’alternativa di governo ad Azzollini si giocherà sull’asse Democratici-Sinistra e Libertà, ossia Guglielmo Minervini e Tommaso Minervini, due ex sindaci che hanno sempre preferito, nel migliore di casi ignorarsi, ma sempre con lo sguardo da nemici. Una coalizione di centrosinistra, come la storia recente dimostra, potrebbe non bastare. Ecco che potrebbe aprirsi la strada di una grande coalizione, una sorta di Comitato di Salvezza Locale, tra tutti gli antiazzolliniani vecchi e nuovi, con un candidato sindaco esterno alla politica, ma dall’autorevolezza riconosciuta. Una ricetta che potrebbe ricalcare una possibile formula nazionale. E’ curioso che gli antiazzoliniani prima hanno gridato contro il doppio incarico e ora, invece, se lo augurano. Per ora le bocce sono ferme. Nelle prossime settimane i nodi saranno sciolti, prima a Roma e poi a Molfetta.
Autore: Francesco Del Rosso