Solidarietà dell'Azione Cattolica diocesana di Molfetta alla Polizia muncipale
MOLFETTA - L’Azione Cattolica Diocesana esprime solidarietà al Corpo di Polizia Municipale del Comune di Molfetta, oggetto, qualche giorno fa, di un atto intimidatorio da condannare senza esitazione alcuna.
«L’episodio, seppur fortunatamente senza conseguenze nei suoi effetti, appare da
stigmatizzare e denunciare fortemente, perché evidenzia in maniera chiara ed
inequivocabile due elementi sui quali l’intera città dovrebbe riflettere – dice un comunicato -.
Da un lato, il fatto che a compiere questo gesto siano stati minori e altri poco più
che maggiorenni. Se a questo aggiungiamo la denuncia apparsa su Facebook di
un grave episodio di bullismo avvenuto qualche giorno prima in pieno Corso
Umberto o di altri episodi simili, che sempre più spesso affliggono le nostre città, lo
scenario che ne emerge è inquietante ed emergenziale. Come agenzie
educative, siamo chiamati a riflettere sulla necessità di esperienze formative che
educhino i nostri adolescenti e giovani alla formazione di un’identità forte, sana e
responsabile, di se stessi, dell’altro e del contesto in cui si vive la propria esistenza;
tuttavia lascia anche da pensare la realtà di una generazione di adulti poco
significativi e molto indifferenti, incapaci di dare testimonianza della propria
maturità di persone e di cittadini corretti, autorevoli, vigili.
Dall'altro lato, l’attacco posto in atto ad Istituzioni della città è riprova del basso
senso civico che stiamo vivendo, della lacerazione nelle relazioni tra istituzioni e
comunità, della mancanza del pur minimo senso di corresponsabilità civica,
spesso alimentato da “silenzi” istituzionali, che certamente non aiutano la gente a
capire, anzi facilitano l'allargarsi di fossati entro cui le polemiche dei disfattisti
trovano facile appiglio, aumentando il discredito delle istituzioni.
Crediamo pertanto che sia arrivato il momento che le nostre istituzioni escano dai
loro palazzi ed entrino nelle scuole, nei comitati di quartiere, nelle parrocchie,
nelle piazze, per dialogare con la gente e per far sentire a tutti i cittadini la
prossimità dello Stato e di chi, ad ogni livello, ci amministra».