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Sinistra Italiana Molfetta: riprendiamo il cammino del 2013, bruscamente interrotto. Indietro non si torna
12 settembre 2016

MOLFETTA – Dopo la pausa estiva, torna il dibattito politico a Molfetta. Una prima analisi della situazione la propone Sinistra Italiana.

«Dopo un’opportuna pausa estiva, che per molti di noi ha rappresentato una fase di riflessione, analisi, approfondimento, studio e confronto,  proviamo a ravvivare il dibattito pubblico in città riportando al centro dell’attenzione una traccia di proposte progettuali, idee, metodi di elaborazione per ricercare soluzioni ai tanti disagi che quotidianamente investono i cittadini.

La sensazione è che dopo la caduta dell’amministrazione nel maggio scorso, sia repentinamente partita la corsa alle improbabili autocandidature, con conseguente valzer dei riposizionamenti, le eterne riproposizioni, i calcoli delle sommatorie algebriche, le nostalgie verso stagioni definitivamente tramontate. Torna nuovamente in auge quella indistinta zona grigia nella quale si invoca l’azzeramento delle differenze “destra/sinistra”, indefiniti progetti civici nei quali è più agevole ricollocarsi, fantomatici “grandi centri”, primarie prive di progetto, partecipazione e perimetri di coalizione, intese solo come conta interna tra cordate. Una sorta di “zona franca” politica nella quale far confluire indistintamente vecchi e nuovi trasformisti con la presunzione di potersi ripresentare agli elettori come “il nuovo”. Riaffiora l’idea di affidarsi alla solita cricca ristretta, con l’illusione che possa elargire favori e privilegi a tutti i propri sodali. Restiamo fermamente convinti che non sia più tempo dei ristretti comitati d’affari che si suddividono le ormai esigue risorse pubbliche, in cui si continuano ad alimentare clientele,  prebende e centri di potere.

Durante il governo di questi tre anni il nostro approccio è stato e sempre sarà quello di mettere al centro principi e valori condivisi, una visione del futuro e un progetto per la città che migliori le condizioni di vita della nostra comunità. Ripartire dalla riqualificazione delle periferie urbane, dal rispetto e la tutela ambientale, con particolare urgenza rivolta agli interventi di riduzione della pericolosità idraulica che questa estate e in questi primi giorni piovosi di settembre ha interessato pesantemente la nostra zona produttiva. Adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano paesaggistico regionale, difesa del diritto alla salute con la riorganizzazione del nostro presidio ospedaliero, completamento e miglioramento del sistema di raccolta differenziata col metodo “porta a porta”, mobilità sostenibile, politiche abitative rivolte a chi vive nel disagio, integrazione, un rinnovato rapporto della città col suo mare, riportare al centro del dibattito pubblico gli intollerabili livelli di disoccupazione e le tematiche legate al lavoro.

Non sarà sufficiente appellarsi all’orgoglio di campanile, ai personaggi illustri, al consueto “amore per la città” per affrontare una tale sfida della complessità, né l’affidarsi ciecamente a sedicenti “tecnici” o “esperti” ai quali demandare il compito di farci uscire da una crisi così duratura.  Serve al contrario il coraggio e la determinazione di cambiamenti profondi e radicali, frutto di una mobilitazione ampia che inneschi risorse umane e nuove competenze diffuse nella società, capaci di interpretare collettivamente la difficile situazione di crisi che stiamo attraversando.

Con questo spirito intendiamo rinnovare il nostro impegno, nel solco già tracciato nel 2013 e da cui riteniamo impensabile tornare indietro. La conclusione traumatica di quella esperienza ha impedito di attuare fino in fondo quel cambiamento su cui abbiamo ricevuto un ampio consenso da parte dei cittadini. In definitiva riteniamo nostro compito rilanciare quel patto con gli elettori, dando vita a processi democratici sempre più partecipati e innovativi che siano in grado di far uscire i tanti dalle difficoltà delle proprie solitudini, per liberare fiducia e capacità di elaborazione. Un approccio diametralmente opposto rispetto a chi ritiene di concentrare potere decisionale attraverso inconfessabili accordi sottobanco dei soliti noti, che tanti danni hanno causato alla collettività nei decenni passati.

Coordinamento Sinistra Italiana - Molfetta».

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IL FUTURO? - Un tedesco chiese a Dio: "Signore come sarà il futuro della Germania?" Dio sorridendo rispose: "Saranno anni difficili. La crescita sarà debole a causa dell'incertezza dell'Eurozona. Diminuiranno le esportazioni soprattutto verso i paesi in crisi. Lotterai per conservare intatto il tuo stipendio." Il tedesco disperato e inconsolabile, si accasciò a terra, piangendo come un bambino. Un francese chiese a Dio: "Signore come sarà il futuro della Francia?" Dio serio rispose: "Saranno anni in cui i sintomi della crisi saranno ben visibili. Il deficit pubblico crescerà ancora e la crisi industriale, soprattutto nel settore auto, diventerà molto preoccupante. Lotterai per non andare in cassa integrazione." Il francese disperato e inconsolabile, si accasciò a terra, piangendo come un bambino. Un italiano domandò a Dio: "Signore come sarà il futuro dell'Italia?" Dio si accasciò a terra e piangendo come un bambino rispose: "Purtroppo i politici, con il sistema clientelare del "mangia e fai mangiare", hanno distribuito inutili posti di lavoro e finanziamenti pubblici a pioggia e questo ha prodotto un debito pubblico enorme. Per rispettare i parametri europei saranno quindi costretti ad aumentare le tasse. Gli italiani con meno soldi in tasca spenderanno meno e le imprese, vendendo meno, metteranno in cassa integrazione oppure addirittura chiuderanno. Lotterai per non perdere il posto di lavoro e non potrai andare in pensione perché nel frattempo ti allungheranno l'età pensionabile per compensare il fatto che in passato ci si poteva andare a 40 anni. In ultimo dovrai mantenere anche i tuoi figli perché la disoccupazione giovanile raggiungerà dei livelli da record." L'italiano disperato e inconsolabile per tutte quelle parole, dopo aver guardato l'orologio, tirò un sospiro di sollievo. Nulla era perduto, faceva ancora in tempo a vedere la partita. Con passo veloce e la bandiera in mano s'incamminò deciso verso lo stadio mentre borbottava: "Quanto gli piace de chiacchierà!" G. D'Angelo

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