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Sesta Provincia e Aree metropolitane: che fine farà Molfetta?
23 febbraio 2004

MOLFETTA – 23.2.2004 Notizie di stampa specialistica danno ormai per scontato il raggiungimento dell'accordo “trasversale” in sede di commissione costituzionale per l'avvio della proposta di legge istitutiva della Provincia di Barletta-Andria-Trani atteso che sono venute meno tutte le pregiudiziali poste in sede di lavori di Commissione, per cui presto approderà alla discussione in Senato. Contestualmente è sempre di attualità l'idea costitutiva delle Aree Metropolitane. A questo punto sarebbe opportuno offrire qualche spunto di riflessione sulle questioni che indiscutibilmente avranno dei riflessi sulla nostra comunità. Ad offrircene l'occasione è il consigliere provinciale della “Margherita”, Gianni Mastropierro. “Il Capo III del T.U. sugli Enti Locali (D.L. 267/2000) agli art. 22 e 23 introduce l'ordinamento delle Aree Metropolitane che il legislatore ha individuato in quelle di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Roma. Nelle Aree Metropolitane il comune capoluogo e quelli ad esso uniti da contiguità e integrazione territoriale possono costituirsi in Città Metropolitane – ricorda Mastropierro. Per rendere operativa l'attivazione dell'iter istitutivo della Città Metropolitana, che godranno di ordinamento differenziato, è fondamentale che i Consigli Comunali degli Enti interessati si esprimano in ordine alla perimetrazione dell'area, allo schema di statuto che ne indichi l'organizzazione, l'articolazione interna e le funzioni. Successivamente, la proposta di Città Metropolitana è sottoposta a referendum a cura di ogni comune partecipante. Se la proposta riceve il voto favorevole della maggioranza relativa dei Comuni partecipanti essa è presentata alla Regione e a una delle due Camere per l'approvazione con Legge della Stato. La Città Metropolitana acquisisce le funzioni della Provincia; attua il decentramento salvaguardando l'identità delle collettività locali. Nel caso in cui il territorio della Città Metropolitana non coincida con quello della Provincia si procede a una nuova delimitazioni delle circoscrizioni provinciali o alla istituzione di nuove Province. Fin qui l'iter legislativo. Ma nella nostra Provincia (nella foto, il palazzo della Provincia di Bari) che sta accadendo? Come si è già detto la proposta della 6° Provincia è già avanti nella discussione e, a meno della defezione di alcune amministrazioni, coinvolge 11 Comuni di cui 8 appartenenti alla Provincia di Bari (Barletta, Andria, Trani, Bisceglie, Canosa, Ruvo di Puglia, Minervino, Spinazzola, S. Ferdinando, Trinitapoli, Margherita di Savoia). Dall'altra parte, la Città Metropolitana di Bari, nell'ipotesi istitutiva, coinvolgerebbe i Comuni dell'interland barese con propaggini che si spingerebbero fino a Mola e Monopoli per un totale di altri 12 Comuni. La Provincia di Bari attualmente conta 48 Comuni. Nell'ipotesi che si porti a compimento l'istituzione dell'Città Metropolitana e della 6° Provincia i Comuni restanti si ridurrebbero a circa la metà degli attuali e situati pressoché in una fascia interclusa fra le due perimetrazioni. In questa fascia si ritroverebbe anche il Comune di Molfetta che rispetto ad altri in analoga situazione non avrebbe con questi nessun tipo di omogeneità territoriale a scapito di una proficua integrazione economica e sociale che il dettato legislativo tende invece a salvaguardare. Già questa considerazione mi farebbe propendere a non guardare positivamente alla istituzione della 6° Provincia che ha assunto più i toni di “campanile”che di politica amministrativa. Inoltre la mancanza di strette integrazioni in ordine alle attività economiche, ai servizi essenziali (vedi ospedale per es.), alla vita sociale nonché alle relazioni culturali e alle caratteristiche territoriali porterebbero ad un pericoloso sgretolamento di interrelazioni sociali ed economiche che va assolutamente scongiurato. Per questo ritengo – aggiunge Mastropierro - che la Città di Molfetta debba continuare ad appartenere alla Provincia di Bari e che all'interno di questa si debba riprendere invece un processo di erogazione di servizi più snella e capillare in relazione ai propri compiti istituzionali con la istituzione di Circondari ai sensi dell'art. 21 del precitato D.L. Infatti alle Province competono diverse funzioni anche se importanti deleghe le sono oggi di fatto negate in forza di decreti di commissariamento nel comparto idrico e ambientale in capo al presidente della Regione Puglia. La sommatoria dei Circondari, coincidente con l'intero territorio della Provincia, determinerebbe così l'Area metropolitana garantendo una più efficace integrazione fra i Comuni e una migliore erogazione di servizi senza causare soluzioni di continuità che altre irrazionali ipotesi lasciano invece trasparire. E' strano e incomprensibile che l'Amministrazione Comunale – conclude Mastropierro - sia stata del tutto assente nella valutazione di queste dinamiche che presto o tardi faranno risentire dei loro effetti”. Leonardo de Sanctis
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