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Sergio Rubini incanta Molfetta con la narrazione de "Le città invisibili" Il reading teatrale ha conluso la rassegna "Teratro e Musica", promossa dalla Fondazione Valente
11 giugno 2023

MOLFETTA – Come previsto, sold out per la prima assoluta nazionale di “Le città invisibili”, l’omaggio che Sergio Rubini ha tributato a Italo Calvino, in occasione del primo centenario dalla nascita del grande scrittore.

Uno spettacolo che ha concluso brillantemente la rassegna “Teatro e Musica”, promossa dalla Fondazione “Vincenzo Maria Valente”, presieduta da Marcello Carabellese, con la direzione artistica di Sara Allegretta.

È proprio il direttore artistico Allegretta a sottolineare «Concludiamo con successo una rassegna che ha analizzato temi contemporanei come la felicità, il pregiudizio e le città». Il riferimento è agli altri appuntamenti inseriti nella rassegna, ossia “Comizi d’amore contemporanei” con Paolo Crepet e “Chiamatemi Mimì” con Lisa Manosperti.

«Quello di Calvino – prosegue Sara Allegretta – è un poema d’amore sulle città, in cui ci invita ad essere viaggiatori visionari, a pensare a “città di cui non godi le sette o le settanta meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”».

Sergio Rubini ha proposto una intensa rilettura teatrale (realizzata con Cosimo Damiano D’Amato e ideata da Elena Marazziti per AidaStudioProduzioni) di uno dei più bei testi di Calvino, pubblicato nel 1972. È il primo libro ad essere legato alle esperienze francesi del suo autore con l’Oulipo (acronimo di Ouvroir de Littérature Potentielle – opificio di letteratura potenziale), gruppo, fondato nel 1960 da R. Queneau e F. Le Lionnais, compost da scrittori cultori delle scienze esatte e matematici appassionati di letteratura, tutti impegnati nella ricerca delle potenzialità creative di strutture e schemi da utilizzare anche nella trasformazione di un testo.

Ne “Le città invisibili” Calvino immagina vari incontri tra il re dei Tartari Kublai Kan e Marco Polo, al quale l’anziano imperatore ha affidato il compito di esplorare l’immenso impero tartaro e di riferire ciò che ha osservato.

Il reading teatrale proposto da Rubini è stato incentrato su alcuni dei cinquantacinque agglomerati urbani descritti da Calvino, tutti identificati con nomi femminili ma che hanno un denominatore comune: sono luoghi inesistenti.

Sono città immaginarie e immaginate che, attraverso l’essenza ambigua dei racconti, le metafore, la narrazione allegorico-fiabesca, diventano strumento per riflessioni sulla vita, sulla morte, sull’uomo con le sue azioni e i suoi sogni; “Ogni sogno – si sottolinea nella performance – è un desiderio o il suo contrario”.

Nei dialoghi, magistralmente proposti da Sergio Rubini, accompagnato dal talentuoso pianista jazz Michele Fazio, si intrecciano opinioni e commenti che contribuiscono alla riflessione sul significato delle città come desiderio di vita da parte dell’uomo, intreccio di attese nel futuro ma anche di tristi memorie.

Dialoghi scritti cinquant’anni fa ma ancora tremendamente attuali.

Come non associale al nostro territorio “Cecilia”, la “città illustre” da cui un pastore, dopo un peregrinare di anni durante i quali ha perduto il suo gregge a causa dell’assenza di foraggio, non riesce ad uscire poiché “Cecilia è dappertutto”: la città ha continuato ad espandersi, gli abitanti hanno continuato a costruire, cancellando i pascoli.

Il senso ultimo della narrazione rimanda al riscatto dalle sofferenze; non a caso Marco Polo dichiara «l'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

Lunghi, meritatissimi applausi sono stati tributati alla performance. Un plauso va sicuramente alla Fondazione Valente per aver proposto un reading raffinato e colto, che, si auspica, conduca alla riscoperta di un autore e di un testo che possono aiutarci a comprendere qualcosa di più di noi e del nostro mondo.

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Autore: Isabella de Pinto
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