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Sel Molfetta, inaccettabile nuova strage di migranti nel canale di Sicilia
21 aprile 2015

MOLFETTA - «E’ inaccettabile per un Paese che si professa civile assistere impotenti all’ennesima strage di migranti consumatasi nel canale di Sicilia, tanto quanto è assurdo come gli Stati dell’Unione Europea restino indifferenti alla disperazione che investe tutto il Mediterraneo – scrive Silvio Salvemini segretario Sel Molfetta in un documento - . Non è ammissibile il cinismo con cui esponenti politici nazionali solleticano un razzismo viscerale per trarne scampoli di consenso e proporre un irrealistico “blocco navale” al fine di illudere qualcuno che si possano impedire le partenze di disperati. In assenza di serie politiche di integrazione e accoglienza in questi anni di respingimenti, espulsioni e clandestinità non si è fatto altro che aggravare la situazione. Fingere di non vedere i tanti focolai di massacri etnici e guerre civili che spingono molte popolazioni africane a sfuggire da un destino segnato per tentare il viaggio della speranza, non assolve l’Europa dalle responsabilità. Un’indifferenza e un cinismo che non possono appartenere al popolo del sud, che ha attraversato in varie epoche storiche la medesima disperazione e necessità di sfuggire dalla miseria. Molfetta è una città di marinai, la cui cultura del mare impone a chi solca le acque di soccorrere qualsiasi natante si trovi in difficoltà e salvare vite umane indipendentemente dalla provenienza o dalle condizioni sociali. Decenni di propaganda fascio-leghista a reti unificate stanno cancellando la secolare cultura della solidarietà, in favore di un’assurda guerra della disperazione che impedisce di individuare le reali cause di una povertà sempre più diffusa. Serve sradicare le organizzazioni criminali che fanno della tratta di esseri umani fonte di guadagni, che hanno reso le acque del Mediterraneo un cimitero subacqueo e in quanto tale invisibile.

Senza cordoni umanitari che consentano ai profughi di raggiungere la salvezza, senza investimenti concreti in politiche di integrazione da parte di tutti i paesi dell’Unione europea, in assenza di opportunità di lavoro non potremo che assistere sgomenti al susseguirsi di tali tragedie». 

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