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Rifondazione Molfetta: basta alla cementificazione selvaggia della città e alla distruzione del verde, a causa di una dissennata politica di Tommaso Minervini e della sua amministrazione Si continua a costruire per una inesistente popolazione di 75mila abitanti a fronte di una reale di 58mila al servizio della lobby dei costruttori
22 luglio 2024

 MOLFETTA – Dura e giusta presa di posizione del partito di Rifondazione comunista sulla cementificazione di Molfetta. Che l’edilizia sia il cancro della città, “Quindici” lo scrive da anni: la lobby dei vecchi e nuovi costruttori (molti di loro imprenditori improvvisati senza alcuna competenza nel settore) condiziona l’amministrazione “ciambotto” di Tommaso Minervini è un dato di fatto incontestabile. Si costruisce e si cementifica in modo selvaggio, senza alcuna programmazione si vanno a coprire tutti i buchi disponibili, togliendo spazio al verde e desertificando il centro urbano, anche per l’ignoranza di alcune fasce di popolazione che preferiscono le case nelle zone nuove, senza servizi piuttosto che ristrutturare l’esistente. E a questo proposito l’amministrazione comunale non ha messo in atto una politica di tutela del centro urbano.

Ignoranza colpevole? Si costruisce per quasi 20mila abitanti che non ci sono.

Certo che Molfetta diventa sempre più brutta e invivibile a dispetto delle dichiarazioni ufficiali del sindaco e dei suoi assessori che si vantano di una città bella e… impossibile.

I danni di questa politica dissennata si vedranno in futuro, quando questa amministrazione “ciambotto”  da inciucio sarà dimenticata, ma avrà lasciato le macerie. Per salvare il salvabile occorre un nuovo piano regolatore generale, quello che oggi si chiama PUG.

Ecco il comunicato diffuso da Rifondazione, che condividiamo in pieno e sottoscriviamo convintamente perché noi, a differenza dell’amministrazione ciambotto, amiamo la nostra città:
«Molfetta è una città in costante decrescita demografica ormai da 20 anni, con un numero di abitanti poco al di sotto dei 58.000 da ultimo rilievo fatto a fine 2023.

Nonostante questa palese evidenza, l'amministrazione comunale di Tommaso Minervini continua a concedere permessi edilizi e a edificare interi comparti come se nulla fosse, in coerenza con un piano regolatore (PRGC) obsoleto. Quel PRGC è figlio degli anni '90 e calcolato per una popolazione di 75.000 abitanti, completamente fuori dalla realtà dei nostri tempi e il suo completamento sta di fatto comportando un abbandono inesorabile delle zone centrali della città e un ulteriore consumo di suolo in una città soffocata dal cemento. 

Bisogna avere il coraggio di dire che questa città che sta divorando sé stessa è ostaggio degli interessi di pochi costruttori e dei loro portavoce politici. Incapaci di offrire una visione ed una progettualità che ponga al centro il benessere e la felicità di ogni cittadino e cittadina.

Per questo come Partito della Rifondazione comunista siamo convinti che non si possa continuare così, serve immediatamente elaborare e approvare un piano urbanistico generale (PUG), che superi il piano regolatore e tenga conto delle nuove esigenze demografiche, ambientali, sociali e di traffico di Molfetta. 

No ad ulteriore consumo di suolo, Sì all'edilizia popolare nei comparti già realizzati, in cui si è costruito di tutto, meno che le case popolari che tante e tanti molfettesi aspettano da anni. 

 Pensiamo poi che sia urgente redigere un Piano del Verde, che tuteli il verde in città in maniera sistematica. 

In questa estate rovente, la Città non è più disposta ad accettare che si abbattano alberature pubbliche e private, come sta avvenendo nel quartiere di Levante (via don Minzoni, parco di Levante, via Gobetti/piazza I Maggio) e alla 167 in via Allende o che si congestioni di cemento quartieri già privi di verde (Corso Fornari, via S. Francesco d'Assisi, Comparto 18, Viale dei Crociati - Madonna dei Martiri), né che si trasformi Lama Martina in un parco giochi. 

Immaginiamo una città più vivibile, a dimensione di persona, in cui l'urbanistica sia al servizio dei molti e non succube degli interessi dei pochi».

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