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Ricordo di Salvemini attraverso le immagini della Rai. Grande partecipazione all'iniziativa del Buon Governo
21 novembre 2007

MOLFETTA - Storico e rivoluzionario innovatore della storiografia moderna, politico e antifascista, uomo dal profondo rigore morale, fine analizzatore dei suoi tempi e convinto meridionalista: questi sono solo alcuni degli aspetti che hanno reso unica la figura complessa del nostro Gaetano Salvemini. Nella gremita sala del Cine-teatro Odeon è stato, ieri, possibile avvicinarsi di più a una delle figure portanti del pensiero storico politico del novecento, non solo a Molfetta, non solo nell'Italia, ma anche nel mondo intero. Una proiezione di un documentario della RAI del 1967 ha fornito questa immagine quasi tangibile di Salvemini, con quel gusto tutto particolare della vecchia produzione televisiva della tv di Stato. La proiezione è stata preceduta da una breve introduzione di Angela Amato, portavoce degli organizzatori, Movimento del Buon Governo e della Democrazia partecipata e Cantieri di Sinistra, che ha illustrato il lavoro svolto in questi mesi per le tre giornate Salveminiane, una provocazione intellettuale che si affianca alle doverose celebrazioni istituzionali del Comune di Molfetta e che si dedica a metodologie alternative per la riscoperta dei valori che lo stesso Salvemini ha contribuito a creare. Sentiti ringraziamenti sono andati ai presenti sindaci di Molfetta, Antonio Azzollini, di Giovinazzo, Antonello Natalicchio, di Bitonto, Nicola Pice, tutti Comuni che, assieme a quello di Terlizzi, alla Provincia di Bari e alla Regione Puglia, hanno patrocinato l'evento (nella foto: Nicola Pice, Guglielmo Minervini, Angela Amato, Antonio Azzollini). Nei loro significativi interventi i sindaci hanno seguito un filo comune: Salvemini è un molfettese, che abbraccia la storia della Puglia intera, anzi, dell'Italia tutta. Nella breve riflessione di Guglielmo Minervini, assessore regionale alla trasparenza e cittadinanza attiva, si è affermato che il Sud avrebbe tuttora bisogno di una figura come quella di Salvemini, di una curiosità intellettuale senza pari, dalla brillante e acuta vena polemica, e dalla ineguagliabile rigorosità morale. Ed è stato ricordato un episodio: un contadino che guardando negli occhi Salvemini gli dice: “Tu non ci hai mai ingannato”; il Sud ha proprio bisogno di questo: di uomini giusti, grandi teorici, ma, allo stesso tempo, dotati del pragmatismo che Salvemini mostrava nelle questioni locali. Si è lasciato, poi, spazio alla proiezione e il racconto della vita di Salvemini è stato ripercorso con foto della famiglia, degli amici, con immagini del tremendo terremoto di Messina nel quale lo storico antifascista perse gli affetti, le foto dei luoghi in cui aveva vissuto e scritto, gli interventi degli amici e le immagini della Molfetta a lui sempre cara. Ma il racconto più significativo è sicuramente quello legato al periodo del Fascismo: scorrono le immagini del regime e la voce narrante elenca gli amici perduti da Salvemini, tutti assassinati vigliaccamente da sicari fascisti, il dramma del trasferimento prima a Londra e poi in America per sfuggire ad un destino infame e la cancellazione della cittadinanza italiana perché mai Salvemini si sarebbe piegato a compromessi col regime. Col racconto si giunge agli anni della morte, ma non prima di aver goduto di una intervista ad un Salvemini ottantenne, provato dall'età, ma sempre lucido e sicuro nella parlata, con i suoi occhialini inconfondibili e il lieve accento meridionale. Un successo importante questa iniziativa, che regala la possibilità di apprezzare fino in fondo e in maniera immediata molti aspetti dell'opera di Gaetano Salvemini, ricordando al contempo quanto la storia d'Italia sia bistrattata dai canali di comunicazione. Prossimo appuntamento il 21 novembre alle 18 presso la sala Finocchiaro nella Fabbrica di San Domenico.
Autore: Alessia Ragno
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