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Riaprite il Pulo! Sei associazioni all'attacco contro il Comune La stazione neolitica abbandonata ai vandali, dopo i lavori per cinque miliardi di lire terminati del 2003. Sotto accusa la latitanza delle istituzioni
15 febbraio 2007

Una storia infinita, quella del Pulo di Molfetta e del suo utilizzo. Inutile ricapitolare la successione di lavori ed inaugurazioni, il denaro pubblico speso ed i trionfalismi delle varie istituzioni al momento in cui si tornava a poterlo visitare, per qualche settimana in genere, non di più. La dolina è ancora lì, chiusa, eppure disponibile a tutti, soprattutto a coloro che provino il perverso piacere del vandalismo. Basta infilarsi in un accessibilissimo varco nella recinzione e chiunque può constate quello che è diventato il sito archeologico. Lo abbiamo fatto anche noi, in un'inusuale conferenza stampa organizzata da sei associazioni molfettesi: Archeoclub, Ictiùs, Legambiente, ProLoco, Terrae, WWF. Giù per la dolina, camminando su un sentierino invaso da attrezzi abbandonati, sterpaglie, spazzatura varia e macerie; una specie di discesa all'inferno della stupidità umana, che con nessun altro termine può esser resa la situazione del Pulo. Lavori per cinque miliardi di lire terminati del 2003, una delle tante inaugurazioni, breve stagione di apertura e poi l'abbandono, di cui hanno approfittato i vandali, che hanno rubato tutto quello che poteva apparire rubabile: la centralina elettrica, i fili, il sistema di allarme, il computer dell'ufficio, perfino le chianche delle vasche della nitriera borbonica. Quando non c'è stato più nulla da portar via hanno distrutto, si suppone puro gusto di farlo, divelto porte e tettoie, sradicato i servizi igienici; il resto poi lo ha fatto semplicemente l'incuria, così che la vegetazione lasciata a se stessa ha ripreso il dominio del sito, invadendo il sentiero che ne permetteva la visita, ma anche le fornaci riportate alla luce e rese visibili da una sorta di passerella di legno e che ora sono di nuovo nascoste dall'erbaccia. “Vogliamo che il Pulo riapra”, questa, in estrema sintesi la motivazione che ha spinto le associazioni a convocare la stampa ed a lanciare un grido di dolore prima ancora che di allarme. Circa un anno fa erano state contattate dai responsabili della Provincia che, ricordiamolo, è proprietaria del sito, ed invitate a costituire un consorzio per la tutela e la gestione del “sistema Pulo”, considerando non solo la dolina, ma anche il costituendo museo e il “fondo Azzollini”, cosa che è stata puntualmente fatta. Tutto questo all'interno di un accordo di massima con il Comune, che possiede l'area contigua al Pulo, il Lazzaretto, sede del futuro museo archeologico, ed il “fondo Azzollini”. Antonello Zaza, assessore provinciale ai Servizi sociali, interpellato da Quindici, ricostruisce la vicenda. “Innanzitutto – sottolinea l'assessore Zaza – quando questa amministrazione provinciale si è insediata ha sottoscritto un protocollo di intesa con il Comune di Molfetta per l'attribuzione a quest'ultimo della gestione del Pulo fino al 31 dicembre 2005. Successivamente abbiamo intrapreso un percorso con il Comune per cercare una soluzione organizzativa. Ma quando stavamo per sottoscrivere la convenzione, nell'aprile 2006, l'amministrazione guidata da Tommaso Minervini cadde e il progetto subì una brusca frenata”. L'assessore Zaza ricostruisce anche i rapporti con la successiva giunta: “Non appena si è insediato il nuovo primo cittadino abbiamo avuto costanti contatti per portare a buon fine l'iter avviato e credevamo di esserci riusciti dal momento che lo scorso 9 gennaio siamo andati in Comune convinti di firmare l'Accordo di Programma che prevedeva la costituzione del Sistema Pulo, nel quale la Provincia metteva a disposizione la dolina carsica ed il Comune il Fondo Azzollini e la Casina Capelluti. In quella sede i rappresentanti dell'amministrazione hanno inaspettatamente richiesto un ulteriore approfondimento per verificare la fattibilità tecnica dell'operazione ed il quadro economico-finanziario. Per questo la firma è saltata”. Le sei associazioni, preoccupate per l'avanzare del degrado, hanno voluto riportare l'attenzione generale sulla questione, sollecitare una soluzione che porti all'esecuzione di quei lavori di manutenzione straordinaria indispensabili dopo gli anni di abbandono e poi quella ordinaria. Il sindaco, Antonio Azzollini, s'è fatto sentire tramite un comunicato stampa in cui dichiara: “Ribadisco un concetto fondamentale: vogliamo collaborare per rendere fruibile quanto prima la dolina carsica, ma riteniamo che sia ineluttabile dover creare le condizioni di opportunità affinché essa possa effettivamente funzionare nell'ambito di una offerta turistica integrata e quindi evitare che dopo qualche tempo venga di nuovo abbandonata al degrado. Questo è ciò che vogliono anche i cittadini di Molfetta. Per queste ragioni consideriamo necessario un attento approfondimento delle condizioni tecniche e del quadro economico-finanziario in cui avviare il progetto del Sistema Pulo insieme alla Provincia”. Un approfondimento dei lavori di nuovo necessari per porre riparo ai danni e rendere visitabile il complesso che è stato affidato nelle scorse settimane a tecnici della Provincia e del Comune, secondo quanto dichiarato a Quindici da Antonello Zaza, cui dovrebbero seguire le decisioni. “Il presidente Enzo Divella, – ci ha fatto sapere l'assessore Zaza – ha telefonato personalmente e più volte al sindaco, volendo arrivare a definire un accordo sulle opere da fare e sulla gestione, ma il sen. Azzollini non è rintracciabile, né sul telefono cellulare né tramite la sue segreteria”. Insomma, per il Pulo è ancora il tempo dell'attesa.
Autore: Lella Salvemini
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