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Rassegna “In 4”: Lunanova, Paloscia Addamiano e Zaza
15 novembre 2020

Ha riscontrato gradimento e apprezzamenti notevoli la bella collettiva “In4”, allestita nella Galleria 54 Arte contemporanea dal 10 ottobre al 10 novembre, fortemente voluta dall’artista Franco Valente. Il titolo allude alla presenza di quattro artisti, Paolo Lunanova, Michele Livio Paloscia, Natale Addamiano e Michele Zaza, non solo riuniti idealmente a condividere in questa circostanza lo spazio espositivo, ma accomunati da un legame di sodalità, che l’allestimento mira a mettere in luce. La sodalità tra gli artisti che animano la vita culturale della nostra città, fucina di talenti apprezzati sul piano nazionale e anche all’estero, è, infatti, un elemento che non dovrà mai essere trascurato. In tal direzione, è d’obbligo ricordare il ruolo importante di figure come il già citato Valente. Alla base dell’allestimento un’idea di fondo, diversamente declinata dai vari artisti: l’alternanza del piccolo al grande formato nelle opere esposte e la presenza della dominante solare, liberamente interpretata, anche in chiave allusiva, in alcune realizzazioni. Alla luce solare, infatti, Natale Addamiano contrappone il sidereus nuncius di uno dei suoi cieli stellati, tra i motivi prediletti dal percorso pittorico dell’artista. L’azzurro che sovrasta la marina ci ricongiunge idealmente al mistero dell’infinito, mentre il brillio degli astri, che rompe l’oscurità delle nubi, punteggia di chiarore la tela. Al colore del divino fa da contraltare il rosso furore di un tramonto di fuoco, segnacolo di una natura muta e formidabile, quella che Addamiano contempla e ricrea nelle sue opere, con la volta celeste nelle vesti di direttore d’orchestra. Michele Zaza sceglie la via del racconto archetipico. L’autoritratto conferma la sua dimensione di esplorazione del sé. Il volto femminile fotografato è, invece, in linea con la tendenza dell’artista a proiettare sul viso umano i colori degli elementi, precisamente, in questo caso, il blu del cielo, peraltro figurante in uno dei riquadri in cui il colore intesse il proprio racconto psichico e, in alcuni casi, anche nel modulo alare. Quest’ultimo appare simbolo dell’ebbrezza del viaggio spirituale che, per Zaza, si rinnovella in ogni tela. Paolo Lunanova elabora il medium pittorico in maniera tale da liberarsi dalle convenzioni dello stesso, pur rimanendo nell’alveo di una pittura solida, supportata da padronanza dello strumento tecnico. Il colore assurge a protagonista della percezione dell’artista, che poi potrà essere diversamente interpretata a seconda della soggettività dell’osservatore. Le forme sono essenzializzate, un po’ come Lunanova faceva nella sua rivisitazione del rembrandtiano La Ronda di notte, con la figura della fanciulla distillata nella pura luce che la baciava. Ne risulta, così, un tripudio del colore, che dà diletto allo sguardo, pacifica e riconnette, attraverso forme archetipiche, a volte (per quanto ossimorico possa apparire) modernamente ancestrali, al senso del cosmico mistero. Un “naturalismo lirico” connota le tele di Michele Paloscia, che, pur mantenendosi fedele al vero e non discostandosi nettamente dal dato retinico, ne registra le intime vibrazioni e risonanze nello spirito. Germoglia così un paesaggio stato d’animo, con un cielo e un mare della luce che forse rappresentano il vero Eden dell’homo faber. Anche la marina non immediatamente irrorata dal sole sembra recare in sé una promessa, in virtù di un rosato di nubi che pare pronto ad attivare la dimensione del sogno e del calore della solarità che fa capolino nella partitura celeste. E di sogni, bellezza, promesse di luce si avverte quanto mai la necessità nella trama sfilacciata delle cupe giornate di un principio novembre che non dimenticheremo. © Riproduzione riservata

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