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Rapporto Banche Imprese 2005: Molfetta cresce come le altre città ma non l'occupazione Il terziario sempre più ricco Le costruzioni trascinano l'industria Residenti: 60.295 Valore aggiunto: Euro 686 milioni Occupati: 14 mila (23,2%) Valore pro-capite: Euro 11.393
15 gennaio 2007

L'annuale rapporto “Banche–Imprese” è un interessante studio che ha l'obiettivo di valutare due indicatori economici: la capacità dei sistemi locali di assorbire occupazione e il valore aggiunto prodotto nel ristretto ambito locale, risalendo per aggregazione ai dati provinciali e regionale. Per Molfetta è l'unico studio disponibile che consente di capire cosa sta producendo il dinamismo economico in atto nella nostra città, almeno a guardare alla realtà delle zone artigianali, Asi ed espansione urbanistica, in rapporto allo stravolgimento ambientale. Contesto generale Nel 2005 la Puglia ha registrato circa 1 milione e 223 mila occupati, l'8,9% dei quali impiegati nell'agricoltura, il 26,9% nell'industria (di cui il 17,1% in quella in senso stretto e il 9,8% nelle costruzioni) ed il 64,2% nel settore delle attività terziarie. Il valore aggiunto si è attestato su un totale di 58.450 milioni di euro, creato per il 4,8% dal settore primario, il 20,3% da quello secondario e il 74,9% dalle attività terziarie. Nella regione lavorano 30 persone su 100 ed il valore aggiunto per abitante si attesta sui 14.359 euro. La provincia di Bari, con il 40,8%, concorre in misura notevole alla formazione del valore aggiunto regionale; seguono Lecce con il 18,9%, Foggia e Taranto con circa il 15,5% per ciascuna e, infine, Brindisi con il 9,2%. I valori aggiunti pro-capite oscillano tra un minimo di 13.256 ed un massimo di 15.626 euro; i tassi di occupazione si collocano nell'intervallo 27,9% - 31,9%. Sul versante “lavoro” Bari assorbe il 41,6% dell'occupazione totale della regione, mentre Lecce si assesta sul 19,3%, Foggia al 15,3%, Taranto al 14,6% e Brindisi si riduce al 9,2%. Il nostro metodo I dati del 2005 esprimono una fotografia, perciò li abbiamo rapportati con quelli del 2001, un periodo statisticamente sufficiente per valutare il trend storico. Inoltre li abbiamo confrontati con quelli delle altre città della Provincia, limitandoci alle città oltre i 25 mila abitanti, con l'eccezione di Giovinazzo, tanto per avere un quadro completo delle città limitrofe. Infine ci siamo permessi di valutare, in ogni parametro, la posizione di un'ipotetica classifica di Molfetta. Fattore Lavoro Il primo dato indicativo è che Molfetta continua a perdere residenti (5° posto), mentre nella altre città il dato o è stazionario oppure - in diverse misure - in crescita. Correlato al numero dei residenti è il numero dei residenti occupati pari al 23,08% (17°). E' da specificare che questo dato tiene conto solo di coloro che lavorano nel territorio comunale, quindi non tiene conto di coloro che lavorano altrove (pendolari, fuori regione ed estero). La prima osservazione è che, nonostante ciò che sta succedendo nel sito industriale (Artigianale e Asi), la capacità di creare nuova occupazione è ancora marginale. Si può anche dedurre che sono ancora moltissimi i molfettesi, per scelta o per necessità, costretti a cercar fortuna altrove. Il valore aggiunto pro-capite riflette questa situazione. Infatti, su questo elemento Molfetta si colloca con 11.393 euro al 13° posto, un balzo di 4 posti rispetto agli 8.143 del 2001 (17°). Una performance significativa, ben 21% d'incremento. Ciò significa che la ricchezza che si produce in loco si distribuisce in maniera diseguale, perché l'occupazione, elemento di distribuzione diffusa, non cresce. Certo si sarà anche del lavoro illegale ma quest'abominevole pratica é diffusa dappertutto. Fattore Ricchezza Queste osservazioni trovano riscontro nell'analisi del Valore Aggiunto, inteso non come reddito, ma come saldo tra ciò che il sistema produce in termini monetari (beni e servizi prodotti x prezzi medi provinciali) e le risorse economiche consumate. Lo studio esprime i dati nei vari settori: Agricoltura (compresa Zootecnia e Pesca), Industria, Costruzioni e Terziario. Il dato che suscita qualche perplessità è quello concernente l'Agricoltura, in cui è compresa la Pesca. Due settori in perenne crisi strutturale. Il raddoppio del valore del 2001 (dal 14° al 7° posto) non ci convince. Magari fosse vero! Purtroppo la realtà percepita dagli operatori dei settori è ben altra, salvo che il dato 2001 fosse sottostimato. Un'ipotesi plausibile perché le differenze nel 2001 risultano troppo marcate rispetto alle altre città. Nel settore Industria i confronti si possono fare solo sul dato totale, perché il dato 2001 non comprende la differenziazione tra industria e costruzioni. Su questo fronte Molfetta passa dal 14° al 10° posto, con le costruzioni che incidono del 42,5% sul totale. La parte più consistente riguarda la variegata realtà del Terziario (commercio, Pubblica Amministrazione, attività ricettive e turistiche, banche, finanza, attività professionali ed artigianali, etc.): questo è il settore che esprime il più alto valore aggiunto sia in termini assoluti (533 milioni) che percentuali (77%). Rispetto al 2001 Molfetta guadagna 3 posizioni (+ 128 milioni). In totale il valore prodotto ammonta - secondo “Banche–Imprese” - a 686 milioni, e colloca Molfetta all'8° posto (12° nel 2001) nella nostra graduatoria. E lo chiamano sviluppo In conclusione questi dati affermano che Molfetta cresce, ma come tutte le altre città. I molfettesi, oggi come ieri, continuano a trovare altrove le risorse del proprio benessere. Infatti, in tutti i parametri Molfetta è sotto le medie provinciali. Sinceramente ci aspettavamo di più, almeno in relazione allo stravolgimento urbanistico ed ambientale perpetrato negli ultimi anni.
Autore: Francesco Del Rosso
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