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Quando è tempo di Puglia
15 febbraio 2014

La scena di spavento del diavolo nella cantina degli Asperti, sfociata in una fragorosa risata, fa da prologo movimentato e inquietante alle vicende di Petrello Asperti, il giovane uomo introverso e ribelle, testardo e solitario, mercante per costrizione, protagonista del romanzo di Antonia Abbattista Finocchiaro Quando il tempo è Puglia. Abbandonato ancora in fasce nel convento di Matris Domini era stato adottato da Giangiacomo Asperti, mercante di stoffe bergamasco, per un voto fatto a san Rocco durante la peste del 1531. Questi gli aveva dato il nome del capostipite della famiglia, Pietro, e lo aveva allevato con i suoi figli legittimi, ma è evidente, fin dall’inizio della storia, che Petrello è in realtà figlio naturale di Giangiacomo. Nell’aria malata di calore, le folate di vento sempre più violente annunciano il temporale che fa da sottofondo al dialogo fra Giangiacomo e Petrello, decisivo per le sorti di quest’ultimo. Giangiacomo, mercante di lana, - ci sono migliaia di telai in giro per la bergamasca – vuole inviarlo al Sud, terra di lana e di olio, per incontrare mercanti e acquistare e vendere mercanzie, ma come intuisce amaramente Petrello, anche per poterlo mandar via di casa, allontanando così da Bergamo il figlio tanto voluto, ma che sua moglie e il fratello maggiore non volevano più e che pertanto non poteva più tenere in casa. Il giovane dagli occhi bruni e i capelli corti un po’ rossicci che vuole studiare, forse diventare medico o scienziato, studiare le scritture e le stelle o diventare monaco, sarà accompagnato per tutta la sua vita di mercante da questa sete di conoscenza. Inizia così il viaggio avventuroso di Petrello Asperti verso la Puglia, con l’approdo definitivo a Molfetta, dove il protagonista diventerà Petrello Esperti, nome più facile da ricordare, capostipite della famiglia le cui vicende si intrecceranno con la storia della città. Romanzo storico dunque, questo di Antonia Abbattista Finocchiaro, ma anche romanzo di formazione, romanzo di avventure che diventa thriller, che sconfina nell’esoterico, fra eresie e intrighi criminali, da non leggere possibilmente di sera, perché avvince il lettore al punto di fargli fare le ore piccole. La scrittrice è nata a Molfetta, laureata in storia dell’Arte all’Università di Bari e in Scienze della Educazione presso l’Università di Bergamo dove risiede col marito, Marcello Finocchiaro. Ha svolto e svolge attività di giornalista per varie testate di quotidiani e periodici e per stazioni televisive in qualità di cronista e critico d’arte e svolge attività di informazione, comunicazione e ufficio stampa. Viene invitata a tenere conferenze a tema prevalentemente storicoartistico e letterario e insegna Italiano e Storia al Liceo delle Scienze Umane di Bergamo. Fra le tante sue pubblicazioni recenti citiamo quelle che si riferiscono alla nostra storia e al nostro patrimonio artistico come quella su San Corrado di Baviera nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo o sulle Domenicane a Molfetta, il monastero e la distrutta Chiesa di Santa Teresa, il portale e la chiesa di San Domenico. “Quando è tempo di Puglia” è il suo primo romanzo, accuratamente documentato consultando diversi archivi pugliesi e numerosi testi del XVII e XVIII sec. che attestano l’esistenza di Petrello Asperti, nativo di Bergamo, sul fiume Serio, che si stabilisce a Molfetta nel XVI secolo e dove è sicuramente morto nel 1587 e inumato nella tomba di famiglia conservata nella distrutta Chiesa di San Francesco, vicino al porto. Il romanzo ne racconta la storia, ricca di avventure e di valori: la salda fede che non impedisce la ricerca, l’amicizia, i legami familiari. I personaggi del romanzo sono resi con una plasticità e un “colore” rinascimentali, perché la scrittura di Antonia è una scrittura che si potrebbe definire “visiva”, i personaggi, i costumi gli ambienti evocano davanti ai nostri occhi le opere di grandi artisti che tornano prepotenti alla memoria. Il corteo di casa Asperti, con il maestoso Giangiacomo a cavallo fra i suoi figli, seguito dalla carrozza con le donne di casa, il carro colmo di masserizie da donare alle monache del convento di Santa Marta, ha i colori smaglianti del corteo dei Magi del Ghirlandaio; le strade strette dalle cui finestre Giangiacomo spera che si affaccino i nobili che lo snobbano, essendo un mercante, per invidiare la sua magnificenza, possono essere quelle dipinte da Lorenzetti; i tessuti degli abiti hanno i riflessi e luci tizianesche. Tutto il libro, con la scrittura elegante e raffinata, ma agile e scorrevole di Antonia Abbattista, potrebbe essere la sceneggiatura di un film. Gustosissime, è il caso di dirlo, le descrizioni dei pranzi, come quello di magro che comprende una grandissima varietà di portate, tipiche del Nord, o la semplice, sapida cena molfettese. I riferimenti a Molfetta, cittadina sulla costa Adriatica, compaiono sin dalle prime pagine del libro: la Madonna dei Martiri, - La Vergine miracolosa che resuscita i morti - , Isabella di Capua, sposa di Ferrante Gonzaga, principessa di Molfetta, il tesoriere, Galante Gadaleta, membro di una casata che avrà grande importanza nel libro. Vivacissima la descrizione dei mercati e dei traffici dei mercanti. Dopo un raccapricciante fatto di sangue, Petrello Asperti vedrà trasformarsi il suo viaggio in una fuga, fra agguati e incontri con personaggi di vario genere, accompagnato da Sperindio degli Innocenti, il fidatissimo servitore che suo padre gli mette accanto, che lo protegge per vent’anni, custode di segreti che gli rivelerà prima del suo matrimonio, quando gli chiederà di lasciarlo tornare a Bergamo, rivelando la sua struggente e mai confessata nostalgia per la sua terra. I personaggi minori sono importanti nell’economia del racconto e restano impressi nel ricordo, positivi o negativi che siano, come la gelida Madama Lucina, o la perfida madre di Penelope Gadaleta, il generoso medico De Judicibus, o resi con rapidi schizzi, come le due anziane, querule donne sedute vicine al pozzo dell’atrio della casa di Penelope che filano grosse nuvole di lana e tessono intrighi, e i frati generosi, gli amici fedeli, e indimenticabili come il misterioso giovane frate dai capelli rossi depositario dell’ultimo segreto della sua vita, che chiude l’avventura umana del mercante bergamasco trapiantato a Molfetta. Fondamentali i personaggi femminili: la madre – la donna intravista nei suoi sogni – , la bellissima Angelicchia, la dolce e volitiva Penelope. A Molfetta, al suo arrivo durante la cena offerta al popolo molfettese da Isabella di Capua per la festa della Madonna dei Martiri, Petrello incontra Angelica, detta Angelicchia, la conturbante ragazza dai capelli rossi della comunità albanese di via Sebenico, che lo coinvolgerà in una appassionata relazione dai risvolti esoterici. Penelope è la bella e forte ragazza molfettese, figlia di Aurelio Gadaleta, che gli donerà la sua fiducia e il suo amore e gli riempirà l’anima e la casa. Petrello Asperti, diventato Esperti, o Messer Negotta, chiamato così a Molfetta dal suo intercalare, si afferma con i suoi commerci, è ricco e stimato, ottiene il titolo di Marchese, viene coinvolto in una terribile avventura a causa dei suoi rivali che continuano a tramare contro di lui, è preso di mira dall’Inquisizione, ma è bene non rivelare altro, perché l’attesa della svolta finale è ampiamente compensata dai sorprendenti colpi di scena che si susseguono nel romanzo. Nello stemma di Petrello Esperti, Marchese, il caprone che fugge (ricordo di quello fuggito tanti anni prima dalla cantina di casa Asperti?) sembra chiudere un cerchio, ma tutto si placa e trova ragione di essere nel bel palazzo proprio di fronte al porto, come lo aveva sognato, a due passi dal mare, e a fianco del convento dei suoi sogni.

Autore: Maria Carabellese
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