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Pub e locali in crisi in una città che si illude di essere “turistica”
15 settembre 2003

Una estate difficile quella dei gestori dei locali pubblici molfettesi: tra chiusure forzate, inesistenti sostegni da pare dell'amministrazione comunale e migrazioni sempre più massicce dei giovani verso le città limitrofe, i proprietari dei pub e dei ristoranti cittadini chiedono a gran voce interventi in grado di invertire una tendenza negativa che perdura ormai da anni. “Molfetta - dicono - è lontanissima dall'essere una città turistica”. Mancano strutture ricettive adeguate, il porto turistico è una promessa che stenta a diventare realtà, procede a rilento la riqualificazione del centro storico. C'è poi la questione delle iniziative messe in campo dal Comune per animare l'estate dei molfettesi: qualche serata di qualità e poi il nulla, poca roba rispetto al folto carnet di appuntamenti di vario genere proposto dalle città vicine. “Questa - commenta, amaro, Vito Farinato, titolare di bar Al Duomo - è una città in cui è diventato impossibile investire nel settore turistico-ricettivo”. Si è ormai creato un circolo vizioso in cui la città si svuota sempre di più nelle calde serate d'estate, gli imprenditori non investono per creare nuove iniziative in grado di attirare visitatori e così le velleità turistiche di Molfetta sono ormai un ricordo bello quanto effimero. In questo clima i giovani fuggono in massa verso le altre città del litorale nord barese, più calienti e frequentate, e a Molfetta rimangono poche famiglie con bambini, alcune delle quali decidono di “accamparsi”, con tanto di sedie e tavolini pieghevoli, in qualche zona della città vicina al mare, sperando in un po' di fresco. Così ai ristoratori molfettesi non rimane che occuparsi della guerra dei decibel che, in presenza di un quadro normativo carente in materia, vede contrapposti i proprietari degli appartamenti prossimi ai pub, che definiscono “troppo alta” la musica che proviene dai vicini locali pubblici, e i gestori che rifiutano con forza l'etichetta di disturbatori della quiete pubblica. In tutto ciò l'amministrazione comunale sta alla finestra, a guardare lo sviluppo turistico che non c'è e le file di auto dei tanti molfettesi che hanno smesso di credere che in città ci sia ancora “l'estate molfettese”. Francesco Dell'Olio
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