Primarie, non mi sento rappresentato
Caro Direttore,
ci conosciamo da molto tempo. Ti scrivo a proposito delle elezioni primarie per il candidato sindaco del centrosinistra. Non scrivo in quanto ex segretario di un partito: quell'esperienza è chiusa come lo è la mia vita politica pubblica. E non si riaprirà. Ti scrivo invece da normale cittadino, contento di esserlo. Voglio fare due considerazioni perché non posso farne a meno. E voglio farle pubblicamente perché una delle due considerazioni riguarda un personaggio pubblico.
La prima: il risultato delle primarie mi pare pienamente legittimo e democratico e dimostra ancora una volta che la politica non è mai stata una scienza morale, come sanno bene quelli che l'hanno fatta, quelli che la fanno e quelli che devono chiedere a chiunque una raccomandazione per vivere.
La seconda: faccio i miei complimenti da privato cittadino, per quello che valgono, alla capacità politica del candidato sindaco Lillino di Gioia. Sono complimenti sinceri, senza un'ombra di ironia, che hanno a che fare con la sua capacità di radicamento sociale e di consenso. È possibile che diventi sindaco di questa città, usando forse l'argomento che mi pare più adatto: la competenza amministrativa. Non discuto: gliela riconosco.
Ma a me, come cittadino elettore del centrosinistra, questo non basta. Non intendo dare giudizi su nessuno. Non intendo discutere il passato e il futuro. Non intendo neppure lontanamente aprire alcun dibattito. Voglio solo dire, da normale cittadino, per correttezza, che non avrà il mio voto al momento dell'elezione a sindaco. Non mi sento rappresentato. Non è certamente l'uomo Lillino di Gioia, che rispetto, ma è la sua cultura politica che non mi rappresenta.
Per il rispetto che ho per lui e per il mio diritto di voto, voglio che lo sappia, per quel poco che vale: non mi sento rappresentato. Ne faccia ciò che crede meglio.
Gianfranco Petruzzella