Recupero Password
Presentato alla casa editrice la meridiana di Molfetta il romanzo “La ferocia” di Nicola Lagioia
25 gennaio 2015

MOLFETTA - “Chi lavora in una casa editrice e ha scelto, quindi di attraversare il mondo della cultura nel proprio lavoro, sa benissimo che aprirsi ad una visione più ampia di ciò che dicono i libri lui stesso ha editato, è doverosa”. Con questo spirito di confronto e di apertura al dialogo è stata pensata dalla responsabile de “la meridiana” Elvira Zaccagnino la presentazione del libro “La ferocia” nella stessa sede della casa editrice molfettese. L’ultimo romanzo di Nicola Lagioia, edito da Einaudi, è uscito pochi mesi fa, a quasi quattro anni di distanza dal precedente “Riportando tutto a casa”. Il libro è stato presentato a Molfetta nella sede della casa editrice da Guglielmo Minervini, direttore editoriale della meridiana e Monica Filograno, che ha letto alcune pagine del romanzo (nella foto: filograno, Lagioia, Minervini).

“La ferocia” racconta la storia della famiglia Salvemini, arricchitasi grazie all’attività edilizia del capofamiglia, non sempre devota alla legalità, ha accumulato un capitale davvero molto consistente, che consentirebbe di vivere in agiatezza per generazioni. Tuttavia, il capofamiglia Vittorio Salvemini è ossessionato dal fantasma dell’impoverimento repentino e del tracollo che potrà portarlo alla rovina; ne deriva una fame insaziabile di denaro. I Salvemini parlano ormai la lingua del potere, ma ad un certo punto nascono due figli “sbagliati”: Michele e Clara, personaggio che esce di scena molto presto, dando seguito ad atmosfere noir del romanzo. Entrambi con lucidità davvero insolita riescono a capire il contesto familiare in cui vivono e si autosabotano: anziché provare un sentimento d’affetto, provano una anaffettività nei confronti della loro famiglia e vanno controcorrente. In una famiglia così chiusa e rigida, l’anaffettività di Michele figura come il primo indice di speranza, in un libro il cui titolo non sembra lasciar spazio a dubbi.

Leggendo della storia dei Salvemini sembra di risentire le parole conclusive del film di Paolo Virzì “Il capitale umano”: “avete scommesso sul fallimento di questo Paese e avete vinto”. I Salvemini sono una famiglia verosimile per il nostro Paese. Basta ricordare che nel 2013, nel cuore della crisi, il 30% degli italiani più poveri possiede una ricchezza pari a 96 miliardi di euro (ha perso oltre il 20% rispetto al 2008), mentre le dieci famiglie più ricche incrementano la loro ricchezza di oltre il 70%, arrivando a 98 miliardi di euro. Dieci famiglie oggi sono diventate più ricche di 18 milioni di italiani. Questa feroce situazione sociale è l’esito dell’ubriacatura di soldi che ci ha colpiti negli anni Ottanta. Mentre sentivamo parlare di ‘boom’, inconsapevoli suonavamo come “l’orchestra del Titanic”, spensierata e felice e ignara dell’iceberg che ci avrebbe colpito.

È vero, il romanzo di Nicola Lagioia è ambientato a Bari, non a Roma o a Milano, ma non per questo è una scrittura meno in grado di allargare il suo sguardo ad uno scenario più ampio. Se vogliamo, alla base dell’attività di scrittori pugliesi che ambientano i propri romanzi nel capoluogo pugliese c’è proprio la consapevolezza che anche attraverso Bari si può raccontare dell’Italia intera. La profondità dello sguardo di Nicola Lagioia sulla realtà che ci circonda è penetrante. Una scrittura con cui bisogna confrontarsi.

© Riproduzione riservata

Autore: Marina Mongelli
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet