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Presentato a Molfetta “Il segreto di Chelidonia” di Gianni Palumbo scrittore e giornalista di “Quindici” Alla Sala Turtur su iniziativa dell'Associazione degli ex alunni del Liceo Classico, "Studenti sempre". Presentazione di Marisa Carabellese, lettura dei brani di Tania Adesso
20 maggio 2014

MOLFETTA - Raccolte sotto il nome de “Il segreto di Chelidonia” (Secop 2014), la collezione di novelle del versatile e talentuoso Gianni Antonio Palumbo, apprezzato scrittore e redattore di “Quindici”, ha visto la luce nella presentazione nella Sala Turtur a Molfetta nell'ambito delle iniziative dell'Associazione degli ex alunni del Liceo Classico, "Studenti sempre".

Alla presentazione erano presenti l’editore Giuseppe Piacente e Tania Adesso, l’ormai familiare lettrice e narratrice che da voce ai lavori dello scrittore molfettese, nonché la nota pittrice molfettese Marisa Carabellese che, in veste di madrina, ha felicemente messo a disposizione due dei suoi bellissimi dipinti che ben interpretano il significato della raccolta di novelle: I gemelli” e “Verso il sole” affinché fungessero da copertina, rispettivamente anteriore e posteriore, del libro.

Gianni Antonio Palumbo ha deciso di presentare in modo informale la sua creatura, raccontando lui stesso alcuni dei Segreti di Chelidonia e avvalendosi dell’ausilio di Tania Adesso. Partendo da un’analisi dell’opera “I gemelli” di Maria Carabellese, che bene spiegano il tema della doppiezza che è alla base di molte delle novelle di questa silloge e che viene sottolineata nella prefazione a cura di Angela de Leo, l’autore ha spiritosamente raccontato di come non si fosse accorto di aver scritto ben 17 novelle e di aver avuto un attimo di titubanza. Essendo molto scaramantico non sapeva, quindi, se toglierne una o aggiungerne un’altra, poi però pensandoci bene quel numero, che era il suo numero sul registro di classe al liceo, non gli aveva mai portato sfortuna ragion per cui ha deciso di mantenere questo numero di novelle proprio per una scelta scaramantica.

Come da tradizione, tutte le novelle sono caratterizzate dalla brevitas, questo però non vale per tutti i testi della raccolta. Ce ne sono due, infatti, che hanno una lunghezza maggiore e sono il Segreto di Chelidonia, a cui l’autore è fortemente legato, e il testo finale La Pleiade Storna che ha per protagonisti Nora e Mattia i quali vengono risucchiati in uno strano mondo all’interno del quale la bellezza è bandita.

Ma chi è Chelidonia? Chelidonia è una giovane che vive a Subiaco, cittadina laziale, scelta dall’autore come teatro di buona parte delle vicende. Non è subito chiara la funzione della ragazza, si dice che sia una vergine e che è l’unica giovane donna che porta il nome della Santa patrona della città. Il suo nome deriva dal greco ‘Χελιδον’ (Chelidòn) ovvero ‘Rondine’ e nonostante non sia bello all’apparenza, è un nome che allude al volo, alla ricerca di libertà e di nuovi spazi aperti.

Questa ragazza vive isolata da tutti e custodisce un grande segreto che è immediatamente comprensibile a partire da metà del racconto. Il racconto, però, si svolge su due piani: da un lato vediamo le vicissitudini di Chelidonia che si muove in un ambiente ancora fortemente superstizioso e dall’altro invece troviamo altri personaggi che, citando le parole dell’autore, portano avanti la loro personale inchiesta all’apparenza folle, nata dalle pagine di un’enciclopedia magica del 1500: “La magia naturale” di Giovanni Battista dalla Porta.

Al racconto si sono dunque intrecciati anche gli studi rinascimentali di Gianni Palumbo che lo hanno, per l’appunto, portato ad occuparsi di questo filosofo, alchimista e scienziato italiano del 1500 e della sua opera, un’enciclopedia magica nella quale sono descritte, in una piccola nota, le virtù magiche e curative di un uccello, il caradrio. La potenzialità di questo animale, catturerà l’attenzione del protagonista Michelangelo Poli, docente precario, che è tormentato da un grave problema familiare. La sua bambina, Eleonora, è affetta da una grave forma di anemia che la costringe a subire trasfusioni continue.

La ricerca di questo uccello leggendario, che con uno sguardo sarebbe in grado di stabilire la vita o la morte dei malati, poeterà Michelangelo prima a Brindisi e poi a Parigi in una disperata ricerca per salvare la sua amata figlioletta.

Un altro genere che viene affrontato è quello a metà strada tra il fantastico e il giallo, genere che ritroviamo nella seconda novella “Hotel Perseo”. Il protagonista della novella è un giovane studente di architettura che si reca a Firenze perché vuole studiare e copiare dal vivo la Medusa del Caravaggio e prende alloggio proprio in questo Hotel Perseo, dove si accorgerà presto che qualcosa di strano è presente nell’aria a cominciare dal dipinto nella sua stanza che raffigura il ragazzo dai capelli rossi incontrato alla stazione di Santa Maria Novella.

O almeno così crede finché non gli verrà detto che quel dipinto risale alla metà dell’Ottocento e che Sebastiano Randi, noto modello dell’epoca, è morto a causa di un’epidemia di colera nello stesso periodo, ragion per cui è praticamente impossibile che si tratti della stessa persona.

All’interno della raccolta, troviamo anche due novelle di carattere completamente diverso dalle precedenti. “La sposa del tiglio” è una novella lirica, una sorta di monologo di un uomo che si rivolge a sua moglie, la quale ha dimenticato tutto poiché affetta dal morbo di Alzheimer. Attraverso questo monologo, l’uomo cerca di rievocare in lei il ricordo del loro amore.

Oltre a questo monologo, ce ne sono altri: uno è “Nudità”, il monologo di Adamo che descrive la tentazione che continua a perseguitarli dopo che il serpente tentatore si manifesta a lui e ad Eva. L’altro è “Parola di Barabba”, monologo in cui lo stesso Barabba dimostra a se stesso di essere degno di essere stato preferito a Cristo.

C’è anche un dialogo tra Isabella Morra, poetessa del 1500 assassinata dai suoi fratelli perché sospettata di avere una relazione con un uomo già sposato, e un brigantaccio presso il fiume Siri e infine ci sono novelle di carattere diverso come la “Pleiade Storna”, un fiaba che ha per protagonista Nora, ispirata alla figlia dell’autore, incentrata sulla descrizione delle marachelle di questa bambina che si trova in questo strano regno dove la bellezza è bandita perché la regina è una Pleiade dal manto a macchie che si sente brutta a causa di questa sua diversità.

Ne “L’incantamento” il giovane Cecco, promesso sposo di Armida, la ragazza più bella del paese, ad un certo punto e senza alcun motivo apparente, comincia a corteggiare Serafina che è “Brutta come un pitale scoperchiato”, per citare il libro.

Ultima, ma non ultima è la novella: “Il sogno: ALCESTI 2013” il cui titolo è stato dato per antifrasi riprendendo le vicende di Alcesti, che decide di morire eroicamente al posto di suo marito. Il marito egoisticamente accetta il suo sacrificio dopo aver rimproverato i genitori che non hanno accettato di morire al suo posto, ma la giovane sposa viene salvata da Ercole, raggiungendo comunque il lieto fine.

L’ambientazione della novella di Gianni Palumbo, però, è molfettese a tutto tondo. Difatti racconta di Tiberio, giovane universitario, che vive con sua sorella Maddalena, detta Maida e con Pietruccio che ha un dono straordinario, ovvero di riuscire a trovare gli oggetti perduti con la forza della concentrazione. I tre fratelli sono orfani e vivono con le tre zie e lo zio: Zia Innocenza, Zia Consiglia, Zia Carmina e Zio Antonio il quale è sacerdote. La tranquilla vita familiare ad un certo punto viene meno quando Zia Innocenza dice di aver fatto un sogno, un sogno molto strano. Tutti i membri della famiglia a quel punto cercheranno colui che deve immolarsi per salvare tutti gli altri e, come nel caso di Alcesti, ognuno di loro cercherà una scusa per non essere lui/lei a lasciare questa terra.

Al termine della presentazione di questa bellissima raccolta di novelle, Gianni Antonio Palumbo ha sentitamente ringraziato tutti i presenti e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del libro che, come ha detto l’editore Giuseppe Piacenza, è stato orgogliosamente messo in esposizione nel padiglione dedicato alla Regione Puglia al Salone Intenzionale del Libro di Torino.

© Riproduzione riservata

Autore: Lucia Leovino
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