MOLFETTA - «Per i santi che sono sulla terra, uomini nobili, è tutto il mio amore». I versi del salmo 15 racchiudono la presentazione del documentario storico «Don Tonino Bello. Biografia di un profeta» di Alessandro Torsello (edito dalla "Meridiana" di Molfetta), tenutasi nell’auditorium Regina Pacis e moderata da Francesco Strippoli, giornalista del Corriere del Mezzogiorno. Documento elaborato «per coinvolgere il telespettatore e descrivere l’uomo don Tonino - ha spiegato Torsello - oltre a rappresentare un motivo di crescita personale». Una «docufiction», la precisazione di Silvio Maselli, direttore dell’Apulia Film Commission, che indaga la formazione di don Tonino dalla nascita nel 1935, passando per i lutti dell’adolescenza e la povertà, sino agli studi (formazione a Bologna, vicerettorato al Seminario di Ugento) e al parrocato di Tricase, per concludersi con la prima messa episcopale. Una biografia che ha il sapore della profezia, che «ha radici nella sua terra e nel suo tempo, una terra solare e accogliente come il Salento», si legge nell’introduzione al volume di Claudio Ragaini.
Strumento, dunque, per conoscere le origini della santità di don Tonino, «che non si allontana dal mondo, ma lo abbraccia e dialoga con lui», secondo il teologo Vito Mancuso, perché con il dialogo si «costruiscono ponti con il diverso». Grande fede nell’uomo, quella di don Tonino, «non l’uomo che circola per le strade, ma quello che germoglia da Dio»: certezza spirituale che nasce a Bologna dove «la semplicità della sua santità si rafforza - ha aggiunto Mancuso - e incontra le angosce, le ansie, le ipocrisie del mondo». A Ugento, invece, quella santità si concretizza nella formazione dei ragazzi, tesa alla «promozione dell’uomo anche nello sport», ha rimarcato Mancuso, perché «nella fatica si possono raggiungere traguardi insperati».
Don Tonino, umanità e santità feriali. Emblema della speranza, della solidarietà che non è semplice compiacimento, ma tensione al bene, quella «umanità che non c’è più»: questo il don Tonino raccontato da Nando Blasi, frontman dei Sud Sound System, band salentina.
Naturalezza, dunque, come «creaturalità», ovvero «primato dell’uomo», ha chiarito Mancuso: perciò don Tonino era molto critico verso il cristianesimo contemporaneo, quando «manca il brivido e la capacità di osare da parte dei sacerdoti». «La chiesa e l’umanità di oggi hanno bisogno di figure come don Tonino - ha aggiunto - che amano la terra perché amano il cielo e più amano il cielo e più amano la terra». Santità feriale, perché «il santo non è chi fa le cose strane, si astrae dal mondo e lo disprezza - puntualizza Mancuso - ma chi lo ama fino in fondo». Insomma, don Tonino è il sacerdote e il santo del Concilio Vaticano II, «attuale e capace di parlare al mondo».
Don Tonino, figura senza rilievo nazionale. Don Tonino «non è sufficientemente noto per essere trasformato in un film»: questa la replica di una nota casa di produzione cinematografica contatta da Maselli per la realizzazione di questo documentario filmico. Eppure la risposta del pubblico, non solo a Molfetta, ma in ogni città in cui si è tenuta la presentazione del documentario, dimostra il contrario: don Tonino Bello è una delle figure più amate del Sud Italia, per la densità del suo messaggio permanente, che si oppone alla spoliazione attuale dei valori.
Intanto, continua il processo di beatificazione, già alla sua seconda fase diocesana: raccolti i documenti, tra cui anche quelli privati, ora l’ascolto dei testimoni sulla biografia e sul vissuto di santità di don Tonino (attestazione delle virtù teologali). Ma «ci vorranno quattro o cinque anni per concludere la fase diocesana - ha spiegato don Mimmo Amato, vice-postulatore della causa di beatificazione - poi il materiale sarà consegnato alla congregazione delle cause dei santi».
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Presenti anche i fratelli di don Tonino, Marcello e Trifone Bello, e Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione «Don Tonino».
(Il bel Dvd è realizzato dalla casa editrice "la meridiana" ed è in vendita a 15 euro)
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