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Passio et amor di Maria Addamiano
15 marzo 2014

Passio et amor di Maria Addamiano è una partecipe meditazione sul mistero della Passione, sul suo dispiegarsi vivido nelle tradizioni popolari molfettesi, sull’energia d’amore che questi momenti di fratellanza nella fede schiudono. La silloge lirica, stampata da Res Nova e curata da Daniela Calfapietro, che, nella prefazione, medita sul connubio d’arte e letteratura vivo nella figura dell’Addamiano, presenta in appendice pregevoli riproduzioni di sculture e bassorilievi dell’artista. Anche la copertina è dominata dal suggestivo polimaterico Passio, un caleidoscopio di cromatismi ed emozioni, in cui centrale, nel garbuglio esistenziale, s’erge la croce. Da sempre l’anelito al sacro è una delle sorgenti d’ispirazione dell’autrice molfettese; in “Presenza”, l’Addamiano avvertiva, accompagnata da profumi d’innamoramento, l’impronta divina nel creato, entrando panicamente in comunione col Tutto. Nei “Racconti di Mirka”, bel volume in prosa, il pudico volto della sant’Eufemia del Mantegna illuminava le giornate di una bimba alla scoperta della vita. Qui, la Sacra Rappresentazione della Settimana santa risveglia mai sopite istanze d’amore verso il Creatore e le creature. Domina un impressionismo ricco di cromie, che tradiscono la vocazione di pittrice dell’Addamiano; atmosfere rarefatte e cariche di sensi arcani vivono al diffondersi di profumi e di note di “bassa banda”. Le “lucine” onnipresenti divengono metafora del chiarore del bene, che vibra tremulo nel borgo. Le similitudini privilegiate emergono da un quotidiano neocrepuscolare: tra le più care all’autrice quella della giovane sposa in trepidante attesa, soggetto prediletto anche nelle sculture in terracotta bronzata, in cui l’Addamiano si rivela maestra nell’esplorazione di un femminino candido e pensoso. Storie germinano per via, come quella di un adolescente, orgoglioso della sua appartenenza alla Confraternita del Sacco Rosso. Inni si elevano carichi di fiducia nel divino. Su tutti colpisce “Profumo”, per la timida grazia con cui l’autrice pennella il suo confidente slancio verso la Vergine, in un fideistico abbandono, figlio della certezza di una presenza intangibile, ma inequivocabilmente percettibile. Tra le sculture e le altre creazioni artistiche in appendice spiccano “Verso l’alto”, un nitido volo psichico, pregno di tensione metafisica, e la “Crocifissione” in cartapesta bronzata, emblema della vocazione dell’Addamiano a plasmare bellezza da materiali di scarto. “Verso la croce” ha un impatto visivo notevole, in quel bianco librarsi verso la casa celeste; nella “Deposizione”, il dolore composto genera un’aura ieratica e serena. L’ “angelo bianco” ha il candore dei gigli e il lindore di un’anima pura, misticamente protesa verso il Cielo.

Autore: Gianni Antonio Palumbo
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