Ormai l’occhio sinistro se n’era “andato” ma mi hanno ridato la luce
Non riuscivo più a vedere dall’occhio sinistro e per paura di perdere l’altro mi recai dall’oculista Fabio Massari che si trova col suo studio per la strada che va dalla chiesa del Cuore di Gesù ai Cappuccini. Dopo l’attesa, mi fecero sedere su una sedia molto scomoda, facendomi poggiare il mento su una specie di vaschetta. Poi mi fecero guardare attraverso un binocolo dove in fondo c’era una luce accecante. Infine sentenziò: ‘‘Devo operare prima l’occhio sinistro, poi si pensa all’altro’’ concluse il dott. Massari. E fu così che entrai di buon mattino nell’ospedale di Andria, dove ebbi a che fare con alcune infermiere molto elettrizzate, decise a far perdere la pazienza al. paziente. Poi fui buttato su una sedia a rotelle facendomi attraversare un lungo corridoio e alla fine in sala operatoria. C’era ad attendermi il dott. Massari che mi accolse parlandomi in puro dialetto molfettese. Questo mi diede coraggio. Disteso su un catafalco (si chiama così?) il Massari cominciò ad armeggiare intorno all’occhio. Imprecando e sbuffando perché non riuscivo a tenere ferma la testa, portò a termine l’impresa. Mi licenziò e mi disse di ritornare dal suo studio nel primo pomeriggio. Con l’occhio tappato e guidato da mia moglie, alle 15 ero già seduto sul ‘‘trabiccolo’’. Il medico mi tolse la benda, mi scrutò nell’occhio, sempre col ‘‘binocolo’’ e mi congedò. Uscito dallo studio rividi la facciata dei Cappuccini come non l’avevo mai vista prima. La chiarezza dei dettagli, S. Francesco sul portale della chiesa, Vito Fornari nonostante l’altezza. Rividi mia moglie sotto un’altra luce. La fissai bene negli occhi tanto che lei si infastidì dicendomi: ‘‘ce dé, ne me chenusce…”. Grazie dott. Fabio Massari