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Oggi giornata decisiva per il rimpasto nella giunta di centrosinistra a Molfetta. Papabile è il capogruppo Pd Giulio Germinario, ma è difficile mantenere gli equilibri interni al partito Le intemperanze politiche del consigliere comunale Annalisa Altomare e i problemi del segretario Piero de Nicolo a quadrare il cerchio e a mantenere il controllo fra le correnti interne
27 agosto 2015

MOLFETTA – Dovrebbe essere oggi la giornata decisiva per completare la giunta di centrosinistra del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, dopo la ricomposizione della crisi provocata dalle dimissioni dell’assessore del Pd, Tommaso Spadavecchia. Ed è proprio il Pd locale che deve risolvere i suoi problemi interni, chiamato a verificare se le buone intenzioni espresse con la segreteria regionale e con il vice segretario nazionale Debora Serracchiani si concretizzeranno a partire dalla nomina del nuovo assessore (oltre allo stesso Spadavecchia che dovrebbe rientrare) e all’assetto del consiglio comunale.

In questi ultimi giorni, infatti, il segretario cittadino Piero de Nicolo, ha cecato di quadrare il cerchio fra le tre componenti interne: quella che fa capo a lui, quella dei giovani democratici e quella della consigliera comunale Annalisa Altomare, il vero nodo del rimpasto, a causa delle sue ultime intemperanze politiche.
In realtà era proprio l’Altomare a rivendicare il posto di assessore e anche la delega ai Lavori pubblici e/o all’Urbanistica, ma sul suo nome è arrivato lo stop da parte delle segreterie provinciale e regionale del Pd, che, non volevano introdurre una mina vagante all’interno della giunta, dopo aver faticosamente ricomposto la crisi, anche con l’intervento del segretario nazionale Matteo Renzi che aveva affidato proprio alla Serracchiani il ruolo di mediazione a Molfetta, perché non voleva la caduta del sindaco Natalicchio.
Il consigliere Annalisa Altomare era stata la prima oppositrice interna del primo cittadino, con i suoi strani comportamenti, gli interventi e le sue discutibili assenze nel consiglio comunale ed infine con le dimissioni dalla presidenza della commissione lavori pubblici. A questo punto il Pd aveva offerto all’Altomare l’incarico di capogruppo al posto del papabile assessore Giulio Germinario, ma Annalisa avrebbe rifiutato per evitare di essere “ingabbiata” in un ruolo di disciplina, che non le avrebbe lasciato campo libero per i suoi interventi critici.
Ad Annalisa il sindaco Paola Natalicchio rimprovera la sua partecipazione al comizio contro l’amministrazione comunale del suo amico politico di sempre, Lillino Di Gioia, un comizio pesante nei confronti del sindaco con affermazioni false e pesanti, anche in merito ad alcune delibere di giunta. Un atteggiamento di condivisione che, se dovesse continuare, porrebbe l’Altomare (che, nella sua storia politica è transitata per varie formazioni compreso il centrodestra candidandosi a sindaco di Forza Italia) al di fuori del Pd. In questo, i vertici del partito sarebbero stati chiari.
Ma l’obiettivo dell’Altomare potrebbe essere un altro: quello di alzare il prezzo per mirare ad un altro obiettivo che qualcuno avrebbe individuato nel suo ritorno alla direzione sanitaria dell’ospedale di Molfetta, da sempre un ottimo bacino di consensi elettorali.
Il problema, insomma, è tutto interno al Pd. Dopo che si è bruciata la candidatura di Erika Cormio, il Pd non voleva rischiare lo stesso pericolo con Giulio Germinario, la cui nomina, non è sgradita al sindaco e che, quindi, appare il più probabile candidato alla successione di Giovanni Abbattista, attuale assessore ai Lavori Pubblici (ma il sindaco non dovrebbe dare le deleghe dei Lavori Pubblici e del porto al nuovo assessore, mantenendole per sé), ma incontra qualche difficoltà, che dovrebbe essere superata oggi. Infatti, con la sua nomina nella giunta, Germinario dovrebbe dimettersi da consigliere comunale e al suo posto entrerebbe Sergio De Pinto, abbinato con Annalisa nelle ultime elezioni amministrative. E il segretario del Pd locale Piero de Nicolo non vorrebbe regalare un altro consigliere alla inquieta Altomare, che rafforzerebbe così la sua presenza in consiglio, a danno della compattezza del centrosinistra. Obiettivo del segretario è quello di cercare di tenere unito il partito e le sue tre correnti che rivendicano tutte un assessorato, che non può essere uno e trino. La soluzione potrebbe essere la nomina di un tecnico di area Pd, ma la sostituzione di Abbattista richiede una nomina politica, che solo Germinario potrebbe garantire.
Per Annalisa, in compenso, ci sarebbe l’ingresso di De Pinto in consiglio e forse l’agognato incarico all’ospedale di Molfetta. Ma il segretario De Nicolo avrà più di una gatta da pelare per garantire la stabilità del suo gruppo in consiglio comunale, condizione indispensabile per la ripresa del cammino amministrativo. Eppure lo stesso segretario, quando ha aperto la crisi che ha portato alle dimissioni della Natalicchio, si era affrettato a dire che per il Pd non era un problema di poltrone.

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