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Oggi convegno di Legambiente a Molfetta. Il valore della terra: istruzioni per l'uso dei suoli Negli ultimi vent'anni edificati 430 metri quadri al giorno. Speculatori e palazzinari sempre in agguato per devastare il territorio
16 aprile 2016

MOLFETTA – Una risposta ai palazzinari e ai devastatori del territorio e dell’ambiente, che ancora oggi pretendono di occupare aree di Molfetta, con l’appoggio di politici di entrambi gli schieramenti. Insomma, gli speculatori sono sempre in agguato per continuare a fare danni. La voglia di cemento è sempre preponderante rispetto ai veri interessi della città, anche se il centro cittadino si va svuotando e potrebbe essere invece recuperato (ma questo concetto è ignoto ai nostri palazzinari) e tante case restano invendute. Perché si costruisce ancora? Perché alcuni politici sono contro l’amministrazione comunale e l’assessore all’ambiente Rosalba Gadaleta che vuole mette un freno a questa devastazione edilizia?

Il circolo Legambiente di Molfetta ha promosso per questa sera alle 17.30 nella sala Finocchiaro della Fabbrica San Domenico un convegno in cui si parlerà di come usare correttamente i suoli e come trattare bene la terra, ridandole il valore che merita. Una pregevole iniziativa quella promossa dal circolo Legambiente di Molfetta, associazione Bio Germo e numerosi ordini e collegi professionali (architetti, geologi, ingegneri, agrotecnici e periti agrari).
«La risorsa suolo è un bene insostituibile e il suo spreco porta con sé conseguenze irreversibili», dichiarano gli ambientalisti. Non si tratta soltanto di preservare ambiente e paesaggi, ma anche di garantire il fabbisogno alimentare delle popolazioni.
Già compromesso dall’uso massiccio di prodotti chimici (con effetti ormai acclarati sulla salute), il virtuoso e secolare connubio tra agricoltura ed ecologia è infatti oggi minacciato dal progressivo arretramento dei suoli. A Molfetta, negli ultimi vent’anni, sono mediamente 430 i metri quadri che, ogni giorno, sono stati edificati e così sottratti per sempre non solo all’agricoltura, ma anche alle numerose benefiche azioni cui è chiamato il suolo: proteggerci dalle alluvioni, preservare la biodiversità, contrastare le alterazioni climatiche.
È ora, quindi, di discuterne: riunire intorno a un tavolo gli esperti per delineare prospettive di soluzione o, almeno, di limitazione del danno.
Al convegno interverranno l’ing. Domenico Perrini, Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari; l’ arch. Vincenzo Sinisi, Presidente Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Bari; il dott. Salvatore Valletta, Presidente Ordine dei Geologi della Puglia; dott. Ettore Zucaro, Presidente Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Bari. Relatori: dott. Marino Binetti, perito agrario, dottore in Scienze Agrarie, Associazione Bio Germo; ing. Francesca Pace, dirigente della sezione Assetto del Territorio, Regione Puglia; dott. Marco Piccarreta, ricercatore, Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università di Bari; prof. Vincenzo Simeone, Docente di Geologia Applicata, Politecnico di Bari; prof.ssa Elvira Tarsitano, Docente di Biologia e Biodiversità Animale, Università di Bari. Coordina: arch. Domenico Delle Foglie, Responsabile Regionale Urbanistica e Territorio, Legambiente Puglia.
Ai professionisti partecipanti saranno riconosciuti crediti formativi secondo le modalità disposte dai rispettivi ordini e collegi.

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L'Ortolano|lunedì 12 gen 2015 18:26:25 Un programma ambizioso quanto impossibile. Andare a ritroso e riprogrammare tutto? Un ripristino destinato solo e solamente a fallire, considerando le "distruzioni" avvenute in questo secolo di industrializzazione forsennata, alquanto improvvisata. Quello che succede e sta accadendo, ne è la dimostrazione, convinciamoci, forse, le strade di un rinnovo, sono altrove. - E' qualcosa di meraviglioso il terreno. Benchè possa apparire spoglio e monotono, e spesso anche "sporco", questo strato sottile che ricopre la superficie del pianeta è la base della biosfera, la nostra riserva primaria. Il terreno è vivo come un branco di gnu che emigrano, e affascinante come uno stormo di fenicotteri. Il processo di formazione del suolo è lento. Anche nella migliore delle ipotesi, quando i sedimenti si accumulano rapidamente, perchè si formino 30 centimetri di terreno ci vogliono 50 anni. Perchè si creasse uno strato di uno spessore pari alla lunghezza di una pagina del giornale cittadino "Q", potrebbero quindi occorrere 10 mila anni. L'intervento dell'uomo non è sempre stato positivo. La "mezzaluna fertile" del Medio Oriente, celebrata nella Bibbia per la sua abbondanza, è adesso quasi sterile. Praticamente tutto è stato usato male e troppo, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Es.: poco più di mille anni fa, la Gran Bretagna era coperta di foreste da un capo all'altro del suo territorio. E solo un paio di secoli fa, uno scoiattolo avrebbe potuto percorrere la distanza tra Land's End e John O'Groats senza praticamente toccare il suolo. Come arginare i danni provocati dall'industrializzazione precipitosa? Ma poiché c'è sempre meno terra disponibile e poiché ci si trova davanti a problemi gravissimi, come la disoccupazione e la pressione demografica, bisognerà – prima che ci si trovi davanti danni irreparabili (forse già lo sono) - adottare misure che vadano ben oltre la pura protezione dell'ambiente. Perché, in ultima analisi, il rapporto che gli uomini hanno con la terra rispecchia il rapporto che essi hanno tra di loro.
O'zzappatore non sa'scord a mamma terra|martedì 5 ott 2010 19:52:08 Viviamo in un mondo affamato, costretto ad affrontare una crisi sempre più grave. Se continueremo ad agire come adesso, la costosa strategia di "fuga" che mira a espandere le coltivazioni di cereali servirà solo a peggiorare la crisi, e riuscirà a malapena a nutrire la popolazione in costante aumento del pianeta. Anche se forse non seguono un modello occidentale di sviluppo, i paese dell'emisfero Sud, che vivono in misera sempre più accentuata e le cui risorse stanno deteriorandosi, hanno un estremo bisogno di denaro liquido, se non altro per acquistare uno dei beni di esportazione più importanti del mondo industrializzato: i cereali. In troppi paesi del Sud l'agricoltura è subordinata allo sviluppo uirbano e industriale. Questi paesi dovrebbero scegliere con criterio le coltivazioni da indirizzare alla vendita, in modo da non dipendere troppo da un singolo bene di esportazione; distribuire meglio i terreni destinati all'agricoltura, e ripartire più equamente le entrate; gli enti internazionali potrebbero provvedere in maniera diversa all'assistenza e allo sviluppo nel settore agricolo. I vari paesi cominciano a capire che ricostruire il manto protettivo degli alberi a monte dei fiumi è importante per tutta la comunità. Anche se questo tipo di rimbischimento è ancora limitato, si tratta di un incoraggiante passo avanti. E' essenziale sfruttare bene la terra ricca. La tecnica fondamentale è quella multipla: coltivare piante in rapida rotazione e seminarne contemporaneamente di diverse specie. Importante è ovviamente l'irrigazione, anche se costosa. L'agricoltura organica usa residui di raccolti e altra materia simile al "concime verde". In alcuni agro-ecosistemi, su un paio di ettari si coltivano fino a varie dozzine di piante, e ciò consente un uso rinnovabile della terra. Ogni anno ci sono più bocche da sfamare: circa 80 milioni in più. Se siamo riusciti a sfamarle finora si deve allo straordinario successo dell'agricoltura: non dimentichiamolo.
Pescatore di Perle - Punta Penna|martedì 5 ott 2010 15:30:41 Chi è abituato a vivere in mezzo al cemento, alla plastica e ai computer dimentica facilmente quanto il nostro benessere sia connesso fondamentalmente alla Terra. La popolazione rurale del Terzo Mondo, invece, non soffre certo di simili amnesie: centinaia di milioni di persone traggono ancora sostentamento dal suolo, dalle piante e dagli animali che le circondano, e possedere terreni significa per loro ricchezza, status e potere. Il cibo è solo il legame più evidente fra gli essere umani e la Terra. La metà più povera dell'umanità ha bisogno di legno per cucinare, scaldarsi e costruire case, e il legno continua a essere un'importantissima materia prima anche nelle moderne società industriali. Regolando il ciclo degli elementi chimici, garantendo l'equilibrio dei microclimi, eliminando i parassiti e rinnovando il suolo, i sistemi biologici rendono la Terra abitabile per gli esseri umani. L'uomo sta distruggendo la fonte del suo futuro benessere non per ignoranza, ma perchè nelle circostanze in cui si trova, non ha alternative. E' necessario che il tipo di società e i modelli di consumo dei paesi piu ricchi non acuiscono il problema dello sfruttamento eccessivo della Terra nel Terzo Mondo. Ma occorrono soprattutto, sia a livello nazionale, sia a livello globale, riforme economiche che diano alle classi meno abbienti la possibilità di guadagnarsi da vivere senza distruggere suolo e foreste. Pochi problemi sono così gravi, anche se così poco discussi, come quello della scomparsa del suolo. Ogni anno molti miliardi di tonnellate di terreno finiscono in mare o vengono portati via dal vento: la stessa triste storia si ripete in tutto il mondo. Quale futuro ci attende?

Navigatore Solitario - Vera Cruz|martedì 5 ott 2010 15:05:11 E' qualcosa di meraviglioso, il terreno. Benchè possa apparire spoglio, e monotono, e spesso anche "sporco", questo strato sottile che ricopre la superfice del pianeta è la base della biosfera, la nostra risorsa primaria. Il terreno è vivo come un branco di gnu che migrano, e affascinante e bello come unp stormo di fenicotteri. Beulicante com'è di miriadi di forme di vita, merita di essere considerato già per sè un ecosistema, o meglio un insieme di ecosistemi. Un ettaro di suolo di buona qualità, in una zona temperata, può contenere almeno 300 milioni di piccoli invertebrati: acari, millepiedi, insetti, vermi e altre creature. Quanto ai microrganismi, in 300 grammi di suolo si possono trovare un milione di batteri di un solo tipo, 100 mila cellule di lievito e 50 mila ife del micelio dei funghi. Senza questi microrganismi, il suolo non riuscirebbe a trasformare l'azoto, il fosforo e lo zolfo, e a renderli assorbiti dalle piante. Tuttavia investiamo più denaro per esplorare i pianeti che per scoprire come funzionino qui sulla Terra, i nostri fondamentali meccanismi di sopravvivenza. Il processo di formazio0ne del suolo è lento. Quando i sedimenti si accumulano rapidamente, perchè si formino 30 centimetri di terreno ci vogliono 50 anni. Perchè si creasse uno strato di uno spessore pari alla lunghezza di una pagina di giornale potrebbero occorrere fino a 10 mila anni. I legislatori cercano adesso di arginare i danni provocati dall'industrializzazione precipitosa; in molti paesi si sta iniziando un'opera di rimboschimento, e si è deciso di proteggere la flora e la fauna in vaste zone. Chi ha cuore il futuro della Terra e delle sue risorse non può non occuparsi della politica mondiale dello sviluppo. Perchè, in ultima analisi, il rapporto che gli uomini hanno con la terra rispecchia il rapporto che essi hanno tra di loro.

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