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Niente tagli all'ospedale in arrivo nuovi servizi
15 ottobre 2010

Di che salute godrà la sanità molfettese o meglio l’ospedale Don Tonino Bello in previsione dei tagli previsti dalla Finanziaria del ministro dell’Economia Giulio Tremonti al comparto sanitario? A meno di sorprese dell’ultima ora, Annalisa Altomare, direttore sanitario del presidio ospedaliero, chiarisce le idee su cosa accadrà specifi cando anche le graduali trasformazioni che subirà la struttura e la gestione delle risorse grazie ai fi - nanziamenti (sei milioni e mezzo di euro) ricevuti tre anni fa dalla Regione Puglia per la rifunzionalizzazione del complesso. «Molfetta non verrà toccata dai tagli decisi dal governo – precisa subito la Altomare – L’organizzazione studiata è la prima forma di risparmio e investimento per la qualità del servizio. Si otterrà, ad esempio, evitando quei tanti ricoveri inappropriati che possono essere sostituiti da formule quali il day hospital o il day service. Fare 100 esami ad una persona e riempierla di farmaci è la peggiore cura che si può dare come inventarsi cure senza diagnosi complete». «Questo - precisa - per offrire un’assistenza di massima qualità nella più totale sicurezza. Solo una gestione razionale di tutte le risorse può portarci a questo obbiettivo». Per cui invece di parlare di probabili chiusure, il discorso si sposta sugli imminenti cambiamenti che l’ospedale subirà per rendere sempre più effi cienti le prestazioni offerte. «Entro la fi ne di ottobre – prosegue la dottoressa – dovrebbe entrare in funzione il nuovo gruppo di ascensori e la sala gessi, per velocizzare e semplifi care gli spostamenti dei pazienti, sarà spostata dal quarto al secondo piano». Il 14 ottobre inoltre partirà il progetto pediatrico in collaborazione con la cooperativa sociale Anthropos per monitorare i comportamenti alimentari sbagliati dei giovani ed evitando di arrivare a casi di bulimia, obesità, etc. e quindi successivi percorsi terapeutici e di riabilitazione. «Per aumentare la funzionalità del sistema – entra nel merito la direttrice – c’è bisogno soprattutto di più agenzie per diffondere una migliore mentalità solidale per innalzare la qualità della comunicazione tra addetti ai lavori e ammalati. Seguiranno cicli di corsi ‘Musica e Salute’, ‘Cultura e Salute’ e un rapporto di collaborazione più curato con gli altri enti locali». Non esiste però ancora un reparto di Ginecologia (chiuso anni fa e mai più riaperto), di Ortopedia e di Andrologia per logiche programmatiche della Comunità Europea riguardo le specialità e di conseguenza il numero di specializzandi, le liste di attesa a volte hanno tempi interminabili (alcune liste di Urologia complete per tutto il 2011), il rapporto con l’Università andrebbe ridisegnato. A queste carenze vanno sommate anche molte richieste inutili o eccessive da parte della gente. Va lodato lo sforzo e l’impegno del personale: 2.200 interventi chirurgici più le urgenze, 30mila accessi, 5.000 esami di radiologia raggiungono l’ordine delle 80mila prestazioni l’anno. Dati che confortano e rassicurano sulla serietà e disponibilità offerta. Ma nell’universo esistono anche buchi neri come i governi regionali (Fitto in particolare) che hanno preceduto l’avvento di Vendola e che non avrebbero favorito l’ospedale Don Tonino Bello per la manutenzione della struttura, l’acquisizione di nuove attrezzature mediche, corsi di aggiornamento per il personale e nessuna assunzione negli ultimi due anni. Insomma, mezzi e specifi cità che un centro di eccellenza deve possedere e può farlo solo col tempo e non da un giorno all’altro. Scelte sicuramente discutibili per una realtà complessa come la sanità dove non sempre però le decisioni sono dettate dai bisogni reali del territorio e quindi della comunità ma seguono altre logiche, logiche deducibili dalle molte carenze, a volte paradossali, che sono sotto gli occhi di tutti.

Autore: Domenico Sarrocco
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